Bruce Springsteen e Mickey Rourke si erano conosciuti allo Stone Pony negli anni 80. Accomunati dalla passione per la motocicletta, si erano frequentati assiduamente soprattutto nel periodo 1989 -1990, quando Springsteen viveva a Los Angeles. Rourke era proprietario di un club chiamato Rubber Club dove Springsteen aveva anche fatto due apparizioni live, il 10 Marzo 1989, unendosi a The Mighty Hornets per CC Rider e il 25 Aprile 1989, con una sconosciuta band locale su Stand By Me. Secondo il regista Darren Aronofsky, Springsteen è sempre stato un gran fan di Rourke. Aveva visto tutti i suoi film e, durante il periodo di assenza dell’attore dai circuiti hollywoodiani, aveva sempre sperato che tornasse sul set. Lo supportava e si informava continuamente dei suoi progetti nonostante i due si fossero persi di vista. Rourke inviò a Springsteen una lettera e il copione del film e infine lo chiamò in piena notte il 23 maggio 2008, non sapendolo a Dublino impegnato nel leg europeo del Magic Tour. Dopo aver parlato a lungo al telefono, Bruce rispose: «non so se ce la faccio, ma ci posso provare». Springsteen cominciò immediatamente a lavorarci e i primi di luglio chiamò Rourke e Aronofsky, complimentandosi con loro del film e aggiungendo che aveva scritto una canzone sul protagonista. I due lo raggiunsero al concerto al Giants Stadium il 27 luglio. «Ero letteralmente impietrito» – Aronofsky raccontò a MTV -«Non avevo mai provato quell’ansia! Parlavo a vanvera e dicevo nella mia testa “Dio mio sto tremando davanti a Bruce Springsteen” […] Poi cominciarono a parlare, e dopo un po’ lui iniziò a suonare il brano e fu fantastico. Poi aggiunse semplicemente “Non so se va già bene” e ci regalò la canzone». Ricorda inoltre Rourke: «Quando gli ho chiesto perché scrivesse questa canzone senza alcun compenso, mi ha risposto: “perché voglio una cosa sola, che tu torni là dove devi essere”. Così sono andato nell’altra stanza e ho pianto». (Rosa Baldocci, Quella volta che ho pensato: voglio morire. Intervista a Mickey Rourke, in “TV Sorrisi e Canzoni”, n. 38, 9 settembre 2008, p. 46). Il pezzo arrivò nella fase conclusiva del montaggio, tant’è che la sua aggiunta comportò uno slittamento della presentazione del film alla fine della 65º edizione del Festival di Venezia, che gli assegnò il Leone d’Oro. Darren Aronofsky commentò: «E’ un meraviglioso pezzo acustico, […] mi toglie il respiro ogni volta che lo ascolto. [Springsteen] ha colto in pieno nel pezzo lo spirito del film e del personaggio di Mickey». Il 14 dicembre 2008 The Wrestler ricevette la nomination al Satellite Award come “Migliore Canzone Originale” e l’8 gennaio 2009 si aggiudicò il Critics’ Choice Awards per la Migliore Canzone, alla cui cerimonia tenutasi al Civic Auditorium in Santa Monica, Springsteen non poté intervenire. L’11 gennaio vinse il Golden Globe Award come “Best Original Song – Motion Picture” e Mickey Rourke il premio “Best Performance by an Actor in a Motion Picture – Drama”.
Springsteen ricevette la statuetta dalle mani dell’amico Sting e tenne un breve discorso, spiegando come era nata la canzone: «Bene, questa è l’unica volta in cui mi troverò mai a competere con Clint Eastwood… Mickey mi ha chiamato quando ero in Irlanda e mi ha chiesto di scriverne la musica.. mi ha raccontato un po’ del personaggio, di come alcune persone investano tutto nel loro dolore, scappando dall’amore e dalle cose che possano rafforzare e nutrire le loro vite. Mi ha raccontato di un uomo che non aveva saputo calcolare e immaginare dove l’avrebbe portato tutto questo. Così ho detto: “Beh, conosco un paio di quei ragazzi…”. E così, è nata la canzone. […] quindi prima di tutto vorrei ringraziare Mickey, senza la cui ispirazione non sarebbe nata la canzone. Grazie fratello, per la tua bella performance, grazie. Grazie aver pensato a me». Inoltre, molto attesa era anche la nomination di The Wrestler per l’Academy Award for Best Original Song. In quell’occasione Springsteen avrebbe dovuto suonare la canzone durante lo show degli Oscar il 22 febbraio 2009. Tuttavia l’Academy nominò solo tre canzoni invece delle tradizionali cinque, e quella di Springsteen venne inspiegabilmente scartata, scelta che il “Rolling Stone” definì “sconcertante”. La canzone nel film si apre e si chiude con una lunga coda, e dura in tutto 5:25 mentre la traccia inclusa come bonus track nell’album Working On A Dream nel 2009 dura 3:50.