Accadde oggi!
The “Reunion” tour
Senza la fanfara che aveva comprensibilmente salutato l’avvento di Bruce Springsteen e della rediviva E Street Band lo scorso aprile, stasera ha avuto luogo allo stadio Ferraris di Genova il terzo show tenuto quest’anno dal Boss in Italia.
Forse già pago delle due date milanesi, il pubblico italiano non ha risposto con un tutto esaurito (la Barley Arts ha dichiarato che i paganti erano 29.000, contro una capienza di 35.000 posti disponibili), ma si è dimostrato ancora una volta fortemente interattivo.
L’attacco del concerto è stato affidato ancora una volta a “My love will not let you down” ma, al contrario di quanto accadeva due mesi fa, la E Street era già calda e rodata in prima battuta. Jeans, stivali e camicia chiara con maniche arrotolate a mostrare due bicipiti anch’essi diversi rispetto a due mesi fa, Bruce (che, per la cronaca, aveva trascorso la notte e la giornata di ieri con la famiglia a Villa d‘Este, mentre la band defatigava a Santa Margherita Ligure) prendeva il palco con la consueta energia e, a occhio e croce, anche di buon umore. Il primo climax del concerto giungeva con “Darlingtown county”, iniziando la quale Springsteen si divertiva – mentre il pubblico lanciava il coro – a puntellarla con il riff di “Honky tonk women” degli Stones: geniale e divertente. Confermandosi il cavallo di battaglia del tour ’99, “Murder incorporated” faceva esplodere lo stadio e apriva la strada prima ad una altrettanto strepitosa “Badlands”, e poi a “10th avenue freeze out”, con la consueta presentazione della E Street Band (esilaranti l’assolo di Little Steven – dedicato alla musica de “Il padrino” – e la gag dei “tre fisarmonicisti” che, spiega Bruce in italiano, sono “per la prima volta in Italia” al posto dei tre tenori: trattasi di Roy Bittan, Gary Tallent Nils Lofgren, che eseguono una tarantella mentre Adele Zirilli, mamma di Bruce, e sua zia, ballano sul palco).
Sontuosa, come da copione, “Jungleland”; e, sempre come da copione, arrivava a chiudere il set ufficiale “Light of the day”, inclusiva di quel medley che, in assenza di “Rosalita” (ma perche?!), è destinato o a far scoppiare le coronarie del generosissimo Bruce, che a cinquant’anni rappa e urla tutto d’un fiato per dieci minuti buoni, o – più probabilmente – quelle di un pubblico che, a questo punto della corrida, vuole solo spettacolo puro.
Nemmeno il tempo di asciugarsi il sudore, e la band era di nuovo in scena: i primi bis erano per le classicissime “Bobby Jean”, “Hungry heart” e l’inossidabile “Born to run”, tanto scontata quanto indispensabile (e, sarà la suggestione, ma sempre più bella); dopo la seconda sosta, invece, c’era tempo per “Thunder road”, di livello assoluto, per “If should I fall behind” e per la nuova “Land of hope and dreams”. E, naturalmente, per i saluti in italiano i Springsteen:
“Questi concerti sono molto speciali per noi, sono la rinascita e la resurrezione della nostra band. Voglio ringraziare Genova e tutta Italia, e cantare una nuova canzone, “Terra di speranza e di sogni”…
Assistere a svariate date di un tour di Bruce Springsteen, come è capitato a noi di Rockol quest’anno, riesce a regalare la piacevole illusione che la ripetitività sia arte: insieme alle decine di migliaia di fans del Boss, siamo stati testimoni di una piccola e significativa tradizione che si ripete sera dopo sera, co-protagonisti indispensabili di un copione impeccabile e spettatori di una recita il cui canovaccio è ben noto, ma in cui il guizzo del protagonista è garantito.- 11 giu 1999 – Rockol.it
Il Boss canta con mamma e zia
GENOVA – Che ci fanno due arzille vecchiette sul palcoscenico di Bruce Springsteen? Cantano con perfetta intonazionem sorridenti come i musicisti che, accanto a loro, imbracciano chitarre elettriche e fisarmoniche, in un’ autentica festa popolare. Il colpo di scena lo ha regalato ieri notte Springsteen, nel corso del suo quarto concerto italiano. Un colosso del rock che può concedersi davvero tutto: far cantare insieme trentamila persone su un prato e far cantare insieme sua mamma Adele Zerilli e sua zia, chiamandole sul palco per l’ esecuzione di “10th Avenue freeze out”. Il pubblico ha risposto con un autentico boato, conscio che è stato un evento, quello che si è verificato ieri allo stadio comunale di Genova, ormai retrocesso in serie B per quanto riguarda il calcio, ma in compenso viene nobilitato dalla serie A del rock. Springsteen ha regalato ai 29 mila presenti un’ esibizione ad altissimo tasso energetico, con in più la perfezione e il cameratismo della sua band di all-stars. Finito il concerto, durato la bellezza di tre ore abbondanti, è immediatamente ripartito per il suo buen retiro di Villa d’ Este, dove è ospite di amici. E domenica riprenderà il tour europeo che durerà fino a metà luglio, quando tornerà nel suo New Jersey per tenere dieci concerti nella Brendam Byrne Arena di Rutherford e dove ha già battuto un altro record: i 330mila biglietti per quei dieci concerti sono stati tutti venduti in appena due ore. (flavio brighenti) – La Repubblica
Conquista Genova ma oltre 5 mila biglietti restano invenduti. Sul palco balla anche la zia
Sorpresa al concerto supplementare della star nel nostro Paese: non c’ e’ il tutto esaurito e finisce sotto accusa la politica del “caro – prezzi” Nel ritorno di Springsteen, tarantella con la mamma Conquista Genova ma oltre 5 mila biglietti restano invenduti. Sul palco balla anche la zia Il Boss duetta col pubblico e alla chitarra accenna le note del Padrino DAL NOSTRO INVIATO GENOVA Colpo di teatro di Bruce Springsteen ieri sera allo stadio di Genova. Dopo la canzone “Teenth Avenue Freeze – out” eseguita in un incredibile duetto col pubblico, ha intonato alla chitarra le prime note del “Padrino”. A questo punto ha annunciato: “Per la prima volta in Italia non i tre tenori, ma ecco i tre fisarmonicisti”. Una volta saliti sul palco, tre membri della band (Danny Federici, Roy Bittan, Nils Lofgreen), con la fisarmonica tradizionale italiana, hanno suonato la tarantella. In mezzo a loro, due donne ballavano con Springsteen: la zia e la mamma di Bruce, Adele Zirilli.
Ovazione generale. Non c’ e’ stato pero’ l’atteso “tutto esaurito” al concerto di Genova. Sono avanzati almeno 5000 biglietti e il pubblico presente ieri sera allo stadio Luigi Ferraris non superava le 27 mila persone. Una situazione che ha colto di sorpresa organizzatori e bagarini che cominciavano a cercare di piazzare biglietti fin dall’ autostrada A7. La’ , tutti in coda per 11 chilometri, fin da Busalla, ma piu’ per l’ esodo del fine settimana che per Bruce. Colpa della collocazione (forse Roma avrebbe funzionato di piu’ ) o, come qualcuno teme, prima avvisaglia della crisi sul fronte del rock dove vanno invece a gonfie vele Vasco (stasera il via da Perugia) e Zero, mentre le vendite dei festival di Imola e di Monza segnano il passo. O, forse, colpa della politica di prezzi alti praticati da Bruce (dovuta anche al suo rifiuto delle sponsorizzazioni). Alle 20.07, il sole ancora alto nel cielo, si sono accese le luci gialle della quinta del palco. Qualche secondo dopo la band, e’ arrivato in scena il boss che ha subito attaccato come al solito con “My love will not let you down” seguita da una potente “Promised land” con l’ immancabile armonica a bocca. Quindi “Two hearts”, “Darkness on the edge of town”, e via per quasi tre ore. Bruce ha offerto uno spettacolo di alta classe musicale combinando i vari classici del suo repertorio e mandando in visibilio i fans soprattutto con i brani tratti da “Born to run”, “Darkness on the edge of town” e “The river”. Identico ai concerti di cui si e’ gia’ riferito il gruppo di fuoco: al fianco del “Boss” i due chitarristi storici Steve Van Zandt detto Little Steven (al quale vengono riservati anche molti interventi vocali) e Nils Lofgreen. Poi la moglie Patty Scialfa che imbraccia una chitarra acustica e il grande sassofonista di colore Clarence Clemmons. In seconda fila Danny Federici (tastiere), Max Weinberg (batteria), Gary Tallent (basso) e Roy Bittan (tastiere). Una parte del pubblico ieri a Genova era costituita da quelli che non perdono mai un concerto di Bruce. “E’ la mia seconda volta nel tour italiano – confessa Roberto Alessandrini di Milano -, ma non si puo’ fare a meno di rivederlo con la E Street. Alla fine di ogni concerto mi chiedo sempre: perche’ questa o l’ altra canzone non l’ ha fatta?”. Ma tra i fans c’ e’ chi riflette: “Io l’ ho gia’ visto ad aprile al Forum – scrive Francesca Fermi da Piacenza -. Volevo ripetere l’ esperienza, ma sono una studentessa: altre 84.000 lire, piu’ le spese di trasferta, mi sono sembrate eccessive. Sigh!”. Mario Luzzatto Fegiz
Luzzatto Fegiz Mario (12 giugno 1999) – Corriere della Sera
Setlist:
01. My Love Will Not Let You Down VIDEO
02. The Promised Land
03. Two Hearts
04. Darkness On The Edge Of Town VIDEO
05. Darlington County VIDEO
06. Mansion On The Hill VIDEO
07. The River VIDEO
08. Youngstown
09. Murder Incorporated
10. Badlands
11. Out In the Street VIDEO
12. 10th Avenue Freeze-Out
13. Loose Ends
14. You Can Look (But You Better Not Touch)
15. Working On The Highway
16. The Ghost Of Tom Joad
17. Jungleland
18. Light Of Day
19. Bobby Jean
20. Hungry Heart
21. Born to Run
22. Thunder Road
23. If I Should Fall Behind
24. Land Of Hope And Dreams
great remembrances in my town