Sì, d’accordo Bruce con la E Street Band è il massimo, l’incarnazione della perfezione artistica, dell’idea di affiatamento, sincronismo etc. etc. … aggettivi, sostantivi, avverbi e quant’altro non bastano a descrivere quello che succede sul palco con la full band! Ma…chi può dire di non essersi divertito nel Seeger Session’s Tour? A partire dal Forum di Assago a Milano il 12 maggio del 2006, Bruce ci regalò un tour davvero memorabile (legato al disco We Shall Overcome: The Seeger Sessions) con ben 7 date italiane (Bologna, Torino, Udine, Verona, Perugia, Caserta, Roma) che tra il 1º ottobre e il 10 ottobre ci portarono a percorrere la nostra penisola in lungo e in largo vivendo un’esperienza di immenso divertimento.
UNDICIMILA SPETTATORI PER SPRINGSTEEN, ACCOMPAGNATO DA UN’ ORCHESTRA CHE ATTRAVERSA I GENERI
Poesie del Boss, rock in panchina
Festa folk a Milano con la musica popolare di Seeger
MILANO – Arriva in scena il boss e al Forum è subito delirio. Ma soprattutto festa per undicimila spettatori. E negazione del rock, per qualcosa di totalmente diverso e accattivante. «E’ bello essere di nuovo qui a Milano» dice in un buon italiano, e aggiunge: «Siamo qui per divertirci». Dietro di lui come un presepe vivente l’ orchestra spettacolo di Bruce Springsteen, nata sotto il segno del patriarca della musica folk americana Pete Seeger, 87 anni, omaggiato dall’ artista nell’ album «We shall overcome, The Seeger sessions». La sua voce profonda e tagliente, carica di enfasi ed emozione, si muove agile fra gli archi di «Oh Mary Don’ t you weep», uno spiritual adottato dal movimento dei diritti civili: la sua voce, ma anche la sua chitarra, sono il perfetto baricentro di una fanfara multietnica di 17 elementi con robusta sezione di fiati (sassofono, tromba, trombone, basso tuba), quattro coriste, una schiera di strumenti a corda (banjo, chitarra battente, violini, chitarre acustiche, contrabbasso e violoncello). Accattivante come una banda paesana, affiatata come una «E Street band», essa ripropone con la direzione del maestro (che ha fatto richieste precise a ogni singolo elemento) una musica antica (alcuni motivi risalgono al XIX secolo) e apparentemente fuori moda in una chiave moderna, spumeggiante e dinamica, in cui i chiaroscuri sono dati dall’ alternanza e/o dall’ interazione di country, gospel e jazz dixieland. Nel viaggio ogni canzone ha una sua storia che qui Bruce sviscera molto meglio dello stesso autore Pete Seeger, il quale amava eseguirle personalmente in un contesto molto più minimalista. «Mrs McGrath» divenne famosa nel 1916 cone colonna sonora della rivolta di Pasqua, «John Henry» è la storia di un minatore che sfida la macchina scavatrice(e muore), «We shall overcome», la più famosa canzone di Pete Seeger, fu colonna sonora della protesta degli Anni ‘ 50 e ‘ 60, ma, ancor prima, delle proteste degli Anni ‘ 30, delle battaglie dei diritti civili, e pure della lotta dei clandestini reietti dei giorni nostri. Com’ è lontana la sua lettura dalla versione più mielosa che ne dette la Baez. Ciononostante il sussurrato non è nelle sue corde: meglio la durezza di «My Oklahoma Home», su chi scappava dalla carestia negli Anni ‘ 30. Inutile dire che le canzoni del repertorio non appartenenti all’ ultimo album (pochissime, fra cui «If I should fall behind», «Open all night», e, nei bis, «My City of ruins») vengono «piegate» e adattate al nuovo progetto secondo una tecnica di cui Bruce è assolutamente maestro in un gioco di contestualizzazione sempre magico. E’ passato poco tempo dal tour, si fa per dire «minimalista», di «Devils & Dust», che molti vedono in assoluta contrapposizione con quello in corso. Ipotesi che, usando come riferimento il sabba sonoro e i decibel di un brano come «Pay me my money down», non è campata in aria. In realtà questo show, organizzato da Barley Arts, ne rappresenta l’ ideale continuazione: un nuovo modo di dar corpo agli umori e alle ansie della società americana più progressista e sensibile, quella sconfitta da Bush. Dopo la rappresentazione diretta di una Nazione ferita («The Rising»), di una Nazione che si incattivisce di fronte al dolore («Devils & Dust»), qui si raccontano entrambe attraverso la storia dei tempi bui. E il rock resta in panchina. Per Bruce, come si è capito, il rock non è un dogma (ma per molti suoi fans sì). Nel finale, a sorpresa, annuncia: «Ci rivedremo in autunno». Non si sa se con questo o un altro show.
Luzzatto Fegiz Mario
(13 maggio 2006) – Corriere della Sera
Seeger Sessions” tour
12 Maggio 2006 – Milano – Forum Assago
01. Jesse James
02. O Mary Don’t You Weep
03. Johnny 99
04. John Henry
05. Eyes On The Prize
06. Old Dan Tucker
07. Cadillac Ranch / Mistery Train
08. Erie Canal
09. My Oklahoma Home
10. If I Should Fall Behind
11. Mrs. McGrath
12. How Can A Poor Man Stand Such Times And live?
13. Jacob’s Ladder
14. We Shall Overcome
15. Open All Night
16. Pay Me My Money Down
17. My City Of Ruins
18. Ramrod
19. You Can Look (But You Better Not Touch)
20. When The Saints Go Marching In
21. Buffalo Gals
Grandissimo ricordo