SQUALLOR

08 Novembre 2020

Lo scorso ottobre, con la scomparsa di Alfredo Cerruti, se n’è andato anche l’ultimo componente dei mitici Squallor, il gruppo più dissacrante e irreverente dagli anni 70, che ci ha fatto ridere e cantare con quel mix di genialità e volgarità liberatoria che ne decretò sorprendentemente il successo.
Anche se viene spesso riconosciuto erroneamente come gruppo napoletano, gli Squallor in realtà si formarono a Milano nel 1969 da un milanese, un fiorentino e due napoletani. I fondatori, tutti grandi esponenti della musica italiana, ebbero una grande intuizione: creare un gruppo dal nulla, quasi per scherzo, mettendo alla berlina proprio quel repertorio melodico che li aveva resi importanti, con testi pieni di satira spesso sopra le righe, provocazioni, malcelate allusioni sessuali, riferimenti a una miriade di personaggi a dir poco discutibili, che facevano rabbrividire perbenisti, buonisti, bigotti e moralisti. Vero e proprio fenomeno, il loro successo fu immediato e la vendita dei loro dischi arrivò alle stelle senza live e senza pubblicità di network nazionale, potendo contare solo su quella di piccole coraggiose radio private di provincia. Così gli Squallor, senza alcuna programmazione, diventano la prima band di musica demenziale italiana e probabilmente la prima ghost band del mondo, dal momento che nessuno sapeva chi si celava dietro quelle canzoni, mistero che il quartetto riuscì a conservare per lunghissimo tempo. Il lavoro dell’insolito gruppo consisteva nel mettere in piedi una perfetta pantomima, recuperando la tradizione napoletana dell’opera buffa prima e della sceneggiata dopo, con il fine di regalare agli ascoltatori una serie di canzoni cariche di doppi sensi e di parole senza censure, con senso surreale e spesso grottesco. Eppure, dietro questo gruppo irriverente e geniale vi erano professionisti le cui singole carriere erano segnate da soddisfazioni e brani che resteranno per sempre nella storia della nostra musica. Chi erano dunque questi dottor Jekyll e mister Hyde della musica italiana? Nomi noti che tuttavia vogliamo ricordare.
Giancarlo Bigazzi, membro dal 1969 al 1994, nato a Firenze il 5 settembre 1940, voce e supervisore delle sessioni in studio di registrazione, era anche produttore discografico e scopritore di talenti. Dalla fine degli anni ’60 fino ai suoi ultimi giorni, firmò brani per grandi autori e interpreti della musica italiana come Massimo Ranieri, Adriano Celentano, Ornella Vanoni, Milva, Loretta Goggi, Gianni e Marcella Bella, Mia Martini, Francesco Guccini, Umberto Tozzi, Gianni Morandi, Enrico Ruggeri, Pupo. Appare anche come attore nei due film del gruppo, “Arrapaho” e “Uccelli d’Italia”. Muore il 19 gennaio del 2012.
Alfredo Cerruti, membro dal 1969 al 1994, napoletano del ’42, era la voce narrante del gruppo e autore per la televisione, grande produttore discografico e talent scout della musica. Per decenni è stato direttore artistico della CBS Sugar e poi della Ricordi. A metà degli anni Settanta ha avuto una relazione con la grande Mina, storia durata tre anni. Con Renzo Arbore aveva collaborato tra l’altro ai testi di «Indietro Tutta!» dando la voce al professor Pisapia ed a uno degli agenti dello sketch «Volante 1 a Volante 2». Ha firmato anche due edizioni di Domenica in. Si è spento il 18 ottobre di quest’anno.
Daniele Pace, nato a Milano il 20 aprile 1935 da genitori pugliesi, è stato membro del gruppo dal 1969 al 1985, e voce e compositore in gran parte dei testi del loro primo periodo. La sua carriera di autore e compositore lo porterà a riscuotere successi in tutto il mondo, vincendo il Grammy Music Award negli anni Ottanta per aver superato il milione di esecuzioni radiofoniche con la canzone “Love Me Tonight “interpretata da Tom Jones. La stessa canzone fu presentata al Sanremo 1968 in italiano con il titolo “Alla fine della strada”, cantata da Junior Magli e The Casuals. Daniele Pace scrisse per cantanti e gruppi divenuti pietre miliari della musica italiana, tra cui: Gigliola Cinquetti, Orietta Berti, Loredana Bertè, Caterina Caselli, I Camaleonti, Marcella Bella, Pupo e i Ricchi e Poveri. Muore a Milano il 24 ottobre del 1985.
Totò Savio, nato a Napoli il 18 novembre 1937, fu il cantante, chitarrista e paroliere del gruppo dal 1969 al 1994. Cantastorie degli ultimi 50 anni della musica leggera italiana, geniale compositore e produttore artistico, contribuì al successo di Little Tony, Renato Zero, Dario Fo, Loretta Goggi, Mina e Franco Califano, nonché autore dei successi internazionali di “Cuore Matto” e “Maledetta primavera”. Nel 1971 esce il primo disco degli Squallor di cui Savio è autore di tutte le musiche. Muore a Roma il 25 luglio 2004.
Da ricordare inoltre il fondatore e collaboratore Elio Gariboldi, che abbandonò il progetto nel 1974 e i famosi partecipanti occasionali quali Gianni Boncompagni, Red Canzian e Gigi Sabani.
La loro storia, come gruppo, procederà con alti e bassi e si concluderà nel 1994 con “Cambiamento”, ma resta ancora oggi unica nel suo genere e certamente inimitabile.