La trama del film – quella di un giovane avvocato malato di Aids che fa causa ai propri datori di lavoro dopo il suo licenziamento senza giusta causa- rischiava di essere molto lontana dal gusto dell’americano medio che andava, al contrario avvicinato alla tematica e messo davanti alle proprie paure e pregiudizi. A tal fine, Jonathan Demme cerca di coinvolgere nel progetto artisti che il pubblico ama e dei quali si fida incondizionatamente. Si rivolge dunque a Neil Young e a Bruce, chiedendo a entrambi di scrivere una canzone adatta alla storia del film. Springsteen ricorre a una batteria elettronica programmata in stile hip-hop e a un sintetizzatore che conferirà al pezzo un suono piuttosto glaciale e quel tocco urbano adatto all’atmosfera introspettiva del racconto. Leggi tutto “21 Marzo 1994: Bruce Springsteen vince il premio Oscar”
Mese: Marzo 2021
Accadde oggi: 15 marzo 2004: Bruce introduce Jackson Browne nella Rock’ n’ Roll Hall Of Fame
Il 15 marzo 2004 Bruce Springsteen è chiamato ad introdurre nella Rock’ n’ Roll Hall Of Fame il suo amico di lunga data Jackson Browne. Springsteen arriva sul palco con la musica di Adam Raised A Cain in sottofondo e tiene un discorso bellissimo alternando, come è solito fare Bruce, tratti divertenti a momenti di grande intensità. Sebbene la carriera di Jackson Browne negli ultimi decenni abbia un profilo sicuramente più basso (ma di certo non meno intenso e appassionato) rispetto agli anni Settanta e Ottanta, molte sue canzoni sono autentici capolavori che ancora adesso reggono tranquillamente il test del tempo
Springsteen e Obama in 5 episodio del podcast ‘Renegades: Born in the USA’
Il quinto episodio del podcast Renegades: Born In The USA che vede protagonisti Bruce Springsteen e Barack Obama, è intitolato “Every Man For Himself: Money And The American Dream” ed è una lunga riflessione su come sia cambiata l’economia americana, su come si sia aggravata la disuguaglianza sociale e su come “nella caccia all’onnipotente dollaro si siano persi alcuni dei valori della comunità, della solidarietà e della condivisione”. Bruce ha raccontato di come sia cambiato, nel corso della vita, il rapporto con il suo American dream, Leggi tutto “Springsteen e Obama in 5 episodio del podcast ‘Renegades: Born in the USA’”
Accadde oggi: 15 Marzo 1999, Bruce Springsteen entra nella ‘Rock and roll hall of fame’
Bruce entra nella ‘Rock and roll hall of fame’ per i suoi 25 anni di carriera.
La cerimonia si svolge al Waldorf-Astoria di New York il 15 marzo 1999. Dopo il discorso introduttivo di Bono, Bruce sale sul palco e prende la parola, dedicando il premio a sua madre, e al contempo, ricordando come senza suo padre non avrebbe avuto niente su cui scrivere. Ringrazia poi il suo manager Jon Landau e ogni membro della E Street Band singolarmente, chiamandoli uno alla volta sul palco con sè. Un’ora dopo, Bruce e la band saranno di nuovo sul palco per suonare The Promised Land, Backstreets, Tenth Avenue e In The Midnight Hour (quest’ultima con la partecipazione di Wilson Pickett). Infine insieme a Bono, Billy Joel, Dion e Paul McCartney daranno vita a una memorabile jam session con i brani What’d I Say, People Get Ready, Long Tall Sally, Let It Be.
Bono nel discorso di inserimento di Springsteen alla Hall of Fame Leggi tutto “Accadde oggi: 15 Marzo 1999, Bruce Springsteen entra nella ‘Rock and roll hall of fame’”
Chiude il GoodFellas, lo storico locale che ci ha regalato momenti indimenticabili
Quando chiude un locale come il GoodFellas è una sconfitta per tutti. E’ una sconfitta per il suo proprietario Bob Gallino, che ci ha sempre creduto e tanto investito, in passione ed energie fisiche ed economiche. Una sconfitta per coloro che coadiuvavano Bob, da Salvo Parrella e Antonio Gallo a tutti i ragazzi che vi lavoravano. E’ una sconfitta per la città che ha perso l’ultimo baluardo per la musica live. E’ una sconfitta per la cultura, perché musica è cultura, e certe perdite andrebbero assolutamente scongiurate.
Vittima del Covid e colpito e affondato dalla crisi economica, ma anche dall’indifferenza nella quale si è consumata questa brutta pagina di cronaca cittadina, nonché dal cinismo e dall’ignoranza di alcuni attori della vicenda, il GoodFellas ha chiuso i battenti dopo 13 anni di attività, che lo hanno visto centro propulsore di energia, vivacità, progetti, musica di qualità e cultura. Le sue mura vibrano ancora di quella musica che tanto ci ha fatto divertire ed emozionare, suonata da cover band, gruppi emergenti o molti artisti noti come Stef Burns, Shawn Jones e Piero Pelù che sceglievano quel palco – “relativamente” giovane ma già storico – perché punto di riferimento imprescindibile per chi volesse suonare/ascoltare musica live in città. E l’atmosfera era quella giusta per fare rock – non patinata da night club o un po’ stucchevole “finto rock” – ma quella autentica, calda, essenziale ed avvolgente, dove tra il palco e i tavolini potevi incontrare amici o fartene di nuovi, mangiare e bere birra, ascoltare la musica o scatenarti fino a che non eri esausto. Perché ogni volta era una gran bella festa. Per il Pink Cadillac il GoodFellas ha significato moltissimo. E’ stato un punto di riferimento costante negli anni e il luogo dove si è consolidato il nostro gruppo. Gli artisti che invitavamo a suonare a Napoli da Graziano Romani a John Strada, da Joe D’Urso (New Jersey) a La Terza Classe – e ancora Lorenzo Semprini, Daniele Tenca, Renato Tammi, Antonio Zirilli, Luca Milani, Fabio Melis, The Backstreets, Ciro Marotta, Antonello Cacciotto, Carlo Ozzella e… last but not least, Lello Pastore e The E-ssentials, straordinaria tribute band di Bruce Springsteen, che da quel palco ci ha regalato divertimento a profusione – è al GoodFellas che davamo sempre il nostro appuntamento. Bastava chiedere a Bob, e Bob riusciva a realizzare il tuo progetto con una mentalità e una serenità che, prima ancora che da imprenditore, è sempre stata da grande amante del suo mestiere e da appassionato e profondo conoscitore di musica. Salvo Perrella al mixer audio era una sicurezza per tutti gli artisti che si esibivano e che si affidavano nelle sue abili mani. Quante serate live, quanti anniversari del Pink Cadillac, quanta gente conosciuta con la tua stessa passione, quanto divertimento, quante emozioni condivise.
Le parole di Bob arrivano dritte al cuore:
“Io sono Bob Gallino, fondatore del GoodFellas che dal 2008 è stato l’ultimo baluardo della musica live; musica di quella suonata con batteria e chitarra elettrica, di quel genere che visse bene negli anni ’80 e alla fine degli anni ’90 andò a scemare. Il GoodFellas, nel cuore del Vomero, ha attirato a se per 12 anni due generazioni di ragazzi per il semplice gusto di aggregarsi e di andare a sentire quel solista piuttosto che quell’altra band, o per la scusa del panino o della birra.
Io sono Bob Gallino e il GoodFellas era la mia attività fatta di arte, cultura, musica: svariate piece teatrali, meeting culturali e sociali, incontri con gli alunni di conservatori e scuole musicali, contest musicali e per non parlare dei concerti, i cosiddetti live: Stef Burns, Robben Ford,Greg Howe, Kiko Lourerio, Neil Zaza, Shawn Jones, Corrado Rustici, Peppino D’Agostino, Andrea Palazzo, Federico Poggipollini, Will Hunt, Juan van Emmerloot, Dennis Chambers, Marco Minnermann, Alfredo Golino, Luca Martelli, Roby Pellati, Billy Sheehan, Stuart Hamm, Max Gelsi, Antonio Righetti, Claudio Golinelli, Martin Allcock, Claudio Simonetti, Piero Pelù, Raiz, Erminio Sinni e tanti, tanti altri, per non parlare di tutti i tributi e gli omaggi e tutte le band inedite che abbiamo accolto ed aiutato a formare nel corso del tempo.Tutti professionisti della musica che si esibivano nel mio locale, tutti abituati ai grandi palchi che passavano volentieri una serata con me, con Noi.
Io sono Bob Gallino e la pandemia, un governo impreparato, un comune assente, un proprietario senza scrupoli, una Giuria poco attenta hanno fatto sì che il GoodFellas interrompesse la sua attività, che non sia più cultura, suoni, vita. Oggi non lo accetto e non ho ancora metabolizzato il lutto. Forse oggi cammino con lo sguardo calante e con la tristezza nel cuore, ma ho intravisto un bagliore di positività. Le persone che amavano il Good Fellas si sono fatte sentire, hanno mostrato la loro solidarietà e non è poco per me! Non so se mi aprirò un altro locale e se si chiamerà GoodFellas ma so che voi mi seguirete e so che seguirete il mio nome perché io sono Bob Gallino (quello col sorriso e con i dread)”.
Dritte al cuore sì, ma anche come un pugno nello stomaco. In tanti abbiamo manifestato solidarietà a Bob, ma il dato di fatto è che un coraggioso imprenditore della musica e della cultura come Bob è stato lasciato solo dalle istituzioni, e a farne le spese oggi non sono solo lui e il suo staff ma l’intera città. Una città che da oggi è più povera.