4 Maggio 2008: BRUCE SPRINGSTEEN – MEMBRO DELLA HALL OF FAME DEL NEW JERSEY

Il “Boss” insignito dell’onorificenza massima per gli abitanti del suo stato natale.

L’annuncio è stato fatto dalla stessa New Jersey Hall Of Fame, in una conferenza stampa il 25 ottobre 2007 dal Governatore Jon Corzine, con la motivazione di aver dato un inestimabile contributo alla società e al mondo intero. 

Il 4 maggio 2008 Bruce Springsteen viene introdotto nella New Jersey Hall Of Fame insieme ad altri 14 “local heroes” – da Einstein a Frank Sinatra, da Thomas  Edison a Meryl Streep- con una cerimonia prestigiosa che ha avuto luogo nel New Jersey Performing Arts Center di Newark.
Durante la serata, Bruce ha inoltre tenuto il discorso introduttivo per Frank Sinatra e suonato “Glory Days” con la band.  Introdurre Bruce è invece toccato a Danny De Vito, che ha parlato a braccio – in modo commovente e a tratti divertente- di come la sua musica abbia avuto grande influenza sulla sua vita e su quella di tanti, e di come sia stata una continua e profonda fonte di ispirazione. Bruce ha poi ringraziato e preso la parola, raccontando delle ragioni per cui ha scelto di vivere ad Asbury Park. Ecco il suo discorso, che, come sempre, non manca di autoironia e di poesia. 

Il discorso di Bruce:

“Quando ho ricevuto la lettera che sarei stato introdotto nella New Jersey Hall of Fame, sulle prime sono stato un po’ sospettoso. New Jersey Hall of Fame? New York… ce l’ha una Hall of Fame? Il Connecticut…  ce l’ha una Hall of Fame? Voglio dire, forse non pensano di averne bisogno. Ma poi ho sfogliato l’elenco dei nomi: Albert Einstein, Bruce Springsteen… e ho pensato: sicuro a mia madre piacerà molto! E’ qui presente stasera, è il suo compleanno ed è l’unica volta che sentirà quei due nomi menzionati nella stessa frase, quindi va bene.

Mentre registravo il mio primo album, la casa discografica stava spendendo un bel po’ di soldi per fotografare me a New York City. Ma qualcosa non mi sembrava giusto. Così mentre camminavo lungo il boardwalk un giorno, mi fermai a un chiosco di souvenir e comprai una cartolina che diceva “Saluti da Asbury Park”. Ricordo di aver pensato: “Sì, ecco chi sono”.

Con l’eccezione di alcuni mesi in California, io e la mia famiglia abbiamo cresciuto i nostri figli qui. Abbiamo una grande famiglia italo-irlandese. Ho trovato la mia “Jersey girl” proprio qui ad Asbury Park. Ho sempre sentito una profonda emozione nel prendere i miei figli per mano lungo le stesse strade dove mia madre teneva la mia mano, nuotare nello stesso oceano e portarli a visitare le stesse spiagge dove mi recavo io da piccolo. E’ anche un posto che mi ha protetto, mi ha cresciuto… poter portare i miei bambini a Freehold, mettermeli sulle spalle e camminare per la strada con migliaia di altre persone per la Cruise Night, insieme a tutta la gente che ti saluta con un semplice “hey Bruce” è sempre stato molto importante per me… la possibilità di andare in giro e condurre la mia vita normalmente. Mi sento protetto dalla gente di qui. L’ho davvero apprezzato.

Poi invecchi… io e i miei amici continuiamo a tuffarci nell’acqua fredda dell’Oceano Atlantico, nelle fresche giornate autunnali, ma ci rendiamo conto che siamo sempre meno ogni anno che passa. Ma il bello di essere nello stesso posto tutta la vita è che conosci tutti intorno a te. Guardo verso la spiaggia e vedo i miei figli farsi largo tra le onde. E sulla spiaggia c’è un’intera generazione di nuovi bambini che giocano con le onde che si infrangono, come il tempo stesso.

Questo è ciò che il New Jersey è per me. È il deposito del mio tempo sulla terra. La mia memoria, la musica che ho fatto, le mie amicizie, la mia vita… è tutto sepolto qui in una scatola da qualche parte nella sabbia lungo la costa del Central Jersey. Non riesco a immaginare diversamente.

Quindi lasciatemi concludere con una Benedizione al Garden State:

Alzatevi  miei compagni del New Jersey, perché siamo tutti membri di una razza confusa ma nobile. Noi, dello Stato che non godrà mai di alcun rispetto. Noi, che sopportiamo la bellezza del non essere mai abbastanza fighi e il carico sulle spalle di dover sempre dimostrare qualcosa. E anche con questa meravigliosa Hall of Fame, sappiamo che c’è sempre un altro brutto scherzetto del Jersey appostato proprio dietro l’angolo.

Ma non abbiate paura. Questa non è la nostra maledizione. È la nostra benedizione. E’ questo che genera il nostro spirito combattivo, che ci consente di salutare sempre il mondo con il nostro favoloso uccellino simbolo dello stato di Jersey. I fumi dalla nostra grande area industriale settentrionale che vanno verso le brezze oceaniche di Cape May ci riempiono di fame vera, di nuda ambizione e di desiderio non solo di fare del nostro meglio, ma di sbatterlo in faccia a tutti. Teoria della relatività? Ed è per questo che i nostri compagni americani degli altri 49 stati sanno che quando l’annunciatore dice “è qui dal New Jersey …” è meglio tenere le mani alzate e la testa bassa, perché quando suona quella campana, ne usciremo vincitori.

Dio benedica il Garden State”.

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