50 ANNI FA LA MORTE DI JIMI HENDRIX

Rock+Evolution=REVOLUTION

Sono trascorsi 50 anni da quando il mondo ha perso colui che viene ritenuto il più grande chitarrista di tutti i tempi e, con Elvis Presley e i Beatles, una delle più grandi icone pop degli anni ’60. Hendrix fu davvero uno straordinario musicista, forse il primo grande chitarrista nell’intera storia della musica che ne rivoluzionò il suono.
Nato a Seattle il 27 novembre 1942, Jimi Hendrix dal punto di vista strettamente tecnico ebbe il merito di aprire nuovi orizzonti al suono della chitarra elettrica, strumento per eccellenza della musica rock. Il suo stile resta unico nella storia della musica moderna, tanto da ritrovarsi sistematicamente in testa a tutti i sondaggi dei critici musicali di tutto il mondo, e al primo posto nella classifica dei 100 migliori chitarristi della rivista Rolling Stone, superando Jimmy Page e Eric Clapton. La sua caratura come chitarrista è paragonabile a quella del genio di Mozart nella musica classica e a quella del leader dei leader della musica Jazz, Miles Davis.
Cominciò a suonare la chitarra a undici anni e a sedici lasciò la scuola per darsi al vagabondaggio. Incominciò a guadagnarsi da vivere suonando in piccole band di rhythm and blues e di rock and roll. Si racconta che agli inizi – come molti chitarristi poveri del blues agli inizi della loro carriera – realizzò una sorta di cordofono con una scatola di sigari alla quale unì un elastico. Il primo approccio con gli strumenti musicali avvenne con una chitarra per destri – sebbene fosse mancino – che imparò a suonare in maniera rapida capovolgendola e rivelando da subito quella dote su cui fondò tutta la sua carriera. Virtuosismo e sperimentazione trovarono in Hendrix un’espressione mai osata prima, in cui confluirono tecnologie elettriche, amplificazione e improvvisazione, rock, blues e jazz. La sua tecnica arrivò ovunque, con corde più spesse per dare un suono più intenso e ricco, e sfruttò tutti gli effetti sonori (distorsioni, delay, wah-wah), per espandere il suo inconfondibile sound lungo scale inesplorate alla ricerca del suono perfetto. Tutta la gestualità della mano, del braccio, persino della bocca, divennero funzionali ai nuovi suoni alla chitarra: suonò con l’intero palmo della mano, con i denti, con il gomito, persino con l’asta del microfono pur di piegare le note al suo volere, con performance ed effetti inediti e strabilianti.
Jimi Hendrix venne trovato morto il 18 settembre 1970 in un appartamento in Germania che aveva affittato per il live del 6 settembre al Festival di Fehmarn. Sebbene la vita artistica dell’icona del rock si sia consumata in soli 4 anni, una delle più brevi che si ricordino, la sua straordinaria intensità – con ben tre album in studio, due album live, dodici singoli e addirittura due raccolte – la rende una delle più famose della storia della musica. Sono stati pubblicati addirittura undici album postumi, tra raccolte e progetti che Hendrix aveva in programma per la sua carriera. Jimi Hendrix è stato introdotto nella Rock and Roll Hall of Fame nel 1992.

Commenta questo articolo