Sulla scia del memorabile “Rising tour”, la Columbia pubblica questo triplo cd (doppio + un bonus cd) in vista della stagione natalizia. L’intento è quello di fornire un sunto dell’opera e dei maggiori successi del Boss. Più di un’attesa è stata riposta in questa uscita, non tanto per l’operazione in sé, che, si sa, lascia il tempo che trova, ma per quel terzo dischetto annunciato come contenitore di inediti e rarità. I fans di Springsteen devono aver avuto un sussulto al pensiero di poter realizzare, seppur parzialmente, il loro sogno: vedere pubblicate in una veste dignitosa quelle chicche, finora esclusive dei bootlegs. Già il quintuplo live e “Tracks” non erano stati capaci di soddisfare, allo stesso modo in cui il “Greatest Hits” non aveva potuto fornire un quadro esauriente della musica di Springsteen. Bruce stesso nelle note del booklet affronta la questione conscio di non poterla risolvere: “one man’s coffee is another man’s tea”. “The Essential” va quindi preso per quello che è, ovvero una possibilità di aggiornamento offerta a chi negli ultimi trent’anni non avesse ammesso la leadership del Boss. Perciò ogni disco è rappresentato con almeno una canzone delineando una parabola artistica che ha pochi uguali. L’impressione è comunque quella di un percorso sommario, simile a quei disegni enigmistici da tracciare unendo una successione di punti: più che un quadro d’insieme, il risultato è una vaga veduta della forma perimetrale. Si va dal visionario romanticismo urbano degli esordi ai pezzi da novanta, passando per gli albums più personali e per quelli in cui Bruce si è fatto letteralmente carico della realtà storico-sociale. Caso mai ce ne fosse stato bisogno, Springsteen viene (ri)confermato come uno dei più grandi artisti americani. In questo senso va interpretato anche l’agognato terzo cd: “Missing” e “Lift Me Up” sono pezzi non certo “essenziali”, che però sono prova delle collaborazioni “dovute” al cinema. Così pure il tributo ad Elvis, “Viva Las Vegas”, è l’espressione di un’americanità fatta icona della cultura di un paese prima che di se stesso. Questo frammentario tentativo d’immortalare l’artista penalizza Springsteen, autore che si è sempre calato nello specifico del luogo e del momento (ne sono prova i suoi concerti). Ed il bonus cd finisce per suonare come un ripiego, come una seconda chance per canzoni che non hanno trovato posto in dischi già usciti o mai ultimati. La versione acustica di “Countin’ On A Miracle” è quella trasmessa in chiusura degli shows del recente tour: la speranza e l’amarezza dell’interpretazione sono rappresentative di un album che rimarrà nella discografia del Boss come un’uscita sporadica.
Disco 1
- Blinded by the Light
- For You
- Spirit in the Night
- 4th of July, Asbury Park (Sandy)
- Rosalita (Come Out Tonight)
- Thunder Road
- Born to Run
- Jungleland
- Badlands
- Darkness on the Edge of Town
- The Promised Land
- The River
- Hungry Heart
- Nebraska
- Atlantic City
Disco 2
- Born in the U.S.A.
- Glory Days
- Dancing in the Dark
- Tunnel of Love
- Brilliant Disguise
- Human Touch
- Living Proof
- Lucky Town
- Streets of Philadelphia
- The Ghost of Tom Joad
- The Rising
- Mary’s Place
- Lonesome Day
- American skin (41 Shots)
- Land of Hope and Dreams
Disco 3
- From Small Things (Big things one day come)
- The Big Payback
- Held Up Without a Gun
- Trapped
- None But the Brave
- Missing
- Lift Me Up
- Viva Las Vegas
- County Fair
- Code of Silence
- Dead Man Walkin’
- Countin’ on a Miracle
di Christian Verzeletti