Il 2 marzo 1988 al Radio City Music Hall di New York in occasione del 30 ° Annual Grammy Awards viene premiato Bruce Springsteen per il suo album del 1987 Tunnel of Love, stavolta per la categoria “Best Rock Vocal Performance, Solo”. “Tunnel of love” fu un altro colpo di scena per Bruce: dopo un album che l’aveva promosso a rockstar planetaria come “Born in the USA”, uscito nel 1984, e quell’indimenticabile tour che ne seguì, Springsteen sceglie di tornare con un lavoro introspettivo e costruito in gran parte su canzoni di un amore in frantumi. Lo fa senza il supporto della E Street Band – anche se alle sessioni di registrazione del disco partecipano alcuni componenti – firmando così il suo disco più intimo di sempre. Nonostante consegni al pubblico un’immagine di sé molto “umana”, poco rispondente a quella di una star con il mondo ai suoi piedi, “Tunnel of love” è per Bruce Springsteen, e per chi lo ascolta, un album catartico. I suoi brani penetrano in chi li ascolta, e si sprofonda in se stessi, nei propri vissuti, nei propri ricordi, facendone affiorare la vera natura. Che il rock’n’roll potesse affrontare anche queste tematiche e con questa profondità, era un’ardua scommessa che, tuttavia, Bruce Springsteen, come sempre, ha vinto.
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