Bruce Springsteen, il puro, il working class hero , il cantore dell’ altra America, apre il 46° festival. E Sanremo s’ inchina a lui.
Dal Teatro Ariston e in diretta televisiva su Raiuno toccò a Bruce dare il via alla Cinque giorni canora con un inno all’ America dei diseredati cantando “The Ghost Of Tom Joad”.
Springsteen partecipò (probabilmente obbligato dal contratto con la Sony Music) come ospite straniero alla prima serata e chiese ed ottenne di poter cantare senza presentazioni ed interviste da parte dell’allora conduttore Pippo Baudo, iniziando la performance addirittura prima della sigla iniziale del Festival.
Prima di uscire sul palco la rockstar si trattenne 20 minuti dietro le quinte con Luca Barbarossa uno fra quelli che avevano difeso la sua presenza al Festival (lo stesso Barbarossa poi lo rivelò davanti alle telecamere).
Quindi il Boss entrò in scena, solo (Baudo per presentarlo scese in platea come “The Boss” aveva preteso), con la chitarra e l’ armonica a bocca (e la traduzione del testo che scorreva sullo schermo), si esibì con la consueta semplicita’ confermandosi quel grande artista di sempre capace di passare dai megawatt e dai suoni scatenati al clima raccolto del teatro.
inizia #FestivalDiSanremo
— Nosurrender 🇮🇹🇪🇺🌈❤️🖤 (@backinthegood) February 4, 2020
kermesse canora italica che nel 1996 venne aperta da #Springsteen con spettacolare "The Ghost of Tom Joad" acustica che paralizzò il teatro e consentì a quel Boss spettrale il successo di 100mila copie disco in una settimana
😉❤️❤️
(Video from Vimeo) pic.twitter.com/hyMbLR3QkA
Pippo Baudo lo raggiunse fra gli applausi e tentò di fermare il cantante per qualche secondo dopo l’esibizione, ma il tentativo non andò a buon fine il conduttore proclamò la standing ovation del pubblico verso Springsteen ormai a palco vuoto.