Il 2 maggio 1972, grazie alla caparbietà del suo manager di allora Mike Appel, Springsteen tenne la prima informale audizione nell’ufficio del talent scout della Columbia John Hammnod, famoso tra l’altro per aver scoperto anni prima Bob Dylan.
Col sostegno dell’allora presidente della casa discografica Clive Davis, Bruce firmò il suo primo contratto con la più importante etichetta statunitense e tutto ebbe inizio. Il giorno dopo, Bruce era già in sala di registrazione allo Studio E della Columbia Records per eseguire un breve set di 14 demo con le seguenti tracce:
1) Mary Queen Of Arkansas (YouTube)
2) It’s Hard To Be A Saint In The City (YouTube)
3) Jazz Musician (YouTube)
4) If I Were The Priest (YouTube)
5) Arabian Night (YouTube)
6) Growin’ Up (YouTube)
7) Does This Bus Stop At 82nd Street? (YouTube)
8) Two Hearts In True Waltz Time (YouTube)
9) Street Queen (YouTube)
10) The Angel
11) Southern Son
12) Cowboys Of The Sea
[N.B. Mary Queen Of Arkansas e Jazz Musician furono eseguite 2 volte]
Alla registrazione delle demo – parte delle quali si trovano disponibili su diversi bootlegs, altre (Mary Queen Of Arkansas, It’s Hard To Be A Saint In The City , Growin’ Up, Does This Bus Stop At 82nd Street) sono poi state pubblicate ufficialmente nel quadruplo “Tracks” del 1998 e “18 Tracks” dell’anno successivo – parteciparono Jimmy Cretecos, Mike Appel e John Hammond. Quest’ultimo commentò: “Quello che volevo davvero era un’idea della gamma delle sue capacità di scrittura e canto e la ebbi in quelle due ore”. A Davis furono consegnate due bobine accompagnate da questa nota di Hammond: “Ecco un paio di bobine di Bruce Springsteen, un ragazzo di grande talento che ha registrato queste dodici canzoni in due ore mercoledì scorso… Penso che faremmo bene ad agire rapidamente, perché molte persone hanno sentito ragazzo al Gaslight e la sua fama sta iniziando a diffondersi”. Il giorno successivo Davis rispose: “Adoro Bruce Springsteen! È originale sotto tutti gli aspetti. Mi piacerebbe incontrarlo se riesci a sistemarlo”.
Nel 1976, Springsteen raccontò quel leggendario incontro in modo divertente e letterario durante l’esecuzione di “Growin ‘Up” a Santa Monica, CA: «Arrivo all’edificio della CBS con il mio manager e il mio avvocato. Saliamo nell’ascensore per le audizioni, un ascensore speciale contrassegnato con la” X “. Spariamo verso le nuvole, passando per le stelle, passando per tutti i pianeti. Finalmente arriviamo, le porte si aprono, mi perquisiscono un paio di volte, e lì su questa grande scrivania in oro massiccio, in una lunga veste bianca, con una ghirlanda sulla testa c’era Clive Davis. Aveva angeli che prendevano appunti e volavano dappertutto. Dissi “Mr. Davis… Voglio essere una star del rock ‘n’ roll”. Prima ascoltò la mia confessione, poi disse …”Firma qui”… Metto il mio nome su quella riga e poi … registriamo quattordici tracce…». Ancora confuso, Bruce chiamò i suoi genitori a San Mateo, in California, per dare loro la notizia. Sua madre era felicissima, ma suo padre Doug, che probabilmente aveva bevuto per un paio d’ore, abbaiò: “Vuoi un nome d’arte? Ne ho preso uno scemo. Johnny Superstar.”
Il contratto con la Columbia fu firmato formalmente il 9 giugno 1972. In realtà, si tratterà di un accordo tra la CBS Records e la Laurel Canyon Productions, la società di Appel, cui Springsteen (per errore, eccesso di fiducia e inesperienza) aveva di fatto concesso il controllo completo della sua carriera, i diritti sulle canzoni e sulle registrazioni, in pratica la maggior parte degli ipotetici ricavi ottenibili dalla produzione dei dischi e dei concerti… questione che si risolverà, dopo una lunga battaglia legale, con la rottura del rapporto lavorativo e artistico tra Bruce e Mike Appel.