Accadde oggi!
Milano in delirio per Springsteen
Simpatico colloquio coi fan. Applausi a scena aperta. Alla fine tutti addosso al palco. Il regista premio Oscar: ” Bruce e’ una vecchia passione, ma non ero mai andato a un suo concerto. Mi ha entusiasmato”
Ieri sera al Teatro Smeraldo la rockstar ha ripetuto il trionfo romano. Anche Salvatores in platea.
C’era da giurarci: il Boss si e’ preso anche il cuore di Milano. La seconda tappa del minitour italiano (domani sara’ a Genova e poi volera’ alla Royal Albert Hall di Londra) si e’ aperta e chiusa ieri sera al Teatro Smeraldo con interminabili ovazioni. Ad accogliere l’ idolo del New Jersey, jeans e camicia arrotolata sulle maniche, uno striscione tricolore: “Welcome home”, in ricordo delle sue origini napoletane. Pronta la risposta in italiano, che ha mandato in delirio i fan: “Buonasera Milano! Sono gia’ stato qui, nel 1985, allo Stadio di San Siro. Questo teatro e’ un po’ piu’ piccolo… ma e’ bello esserci. Grazie”. Dopo due ore abbondanti di concerto (compresi i bis, fra i quali una strepitosa “Street of Philadelphia”, che gli ha fruttato un Oscar, accompagnata da cori), Springsteen ha lasciato il palco dove ha cantato ancora una volta l’ America della “disperazione silenziosa” con armonica e chitarra (ne cambia una per ogni brano). Il pubblico, per due terzi maschile, attento, anche se non silenzioso e “calmo” come richiesto piu’ volte dalla rockstar (nel finale si sono tutti schiacciati contro il palco fra salti e battimani), ha ascoltato le storie di emarginazione dell’ ultimo album “The ghost of Tom Joad”, le vecchie canzoni rivisitate in chiave acustica (un’ irriconoscibile “Born in the USA” ha scatenato applausi a scena aperta). E le lunghe chiacchierate confessione (con qualche battuta, come quella ricorrente nella presentazione delle canzoni d’ amore: “… uomo, donna… Amore, sesso… Molto difficile, ma necessario!”). “La concentrazione e’ fondamentale per questo repertorio . ha spiegato l’ altro giorno Bruce .. Sono canzoni nate nel silenzio, hanno bisogno di silenzio. Come io ho bisogno di sentire e “toccare” chi mi ascolta. Qui ci sono le mie idee, le mie emozioni, qui c’ e’ il vero Bruce: non tradisco i fan. Il mio sogno e’ scrivere canzoni che assomigliano alla mia anima”. Ma sul tradimento dei fan, in molti avrebbero da ridire. Quei 2.030 biglietti, di cui soltanto un quarto venduto a Milano, hanno mandato su tutte le furie migliaia di “springstiniani” incalliti. Ieri mattina alle 9.30 davanti allo Smeraldo transennato e presidiato da polizia e carabinieri, c’ era gia’ chi aspettava da ore. Il Boss? No, i bagarini. “Per forza! . era la protesta degli esclusi, arrivati all’ alba .. Ci hanno tagliato fuori, hanno pensato solo a pochi eletti!”. Ma e’ stato Springsteen a volere una tourne’ e teatrale, niente inviti, niente omaggi… “Macche’ ! La colpa e’ dell’ organizzazione, non sua. Non puo’ essere stato lui”. Inutile ribattere: la fede e’ fede. E qualcuno avrebbe sborsato anche un milione pur di sedersi in platea. Ma di bagarini nemmeno l’ ombra, come promesso dall’ impresario italiano, Franco Mamone: “Abbiamo posto molte restrizioni, e’ vero, ma il rischio di bagarinaggio e’ ridotto a zero. All’ estero, con meno controlli, c’ e’ chi ha pagato anche 500 dollari (800 mila lire) per un ingresso”. E pochi secondi prima dell’ inizio del concerto, la felicita’ improvvisa di due ragazzi, aggrappati alle transenne dalla mattina, a cui George Travis, tour manager del Boss, ha regalato due biglietti “dell’ artista” (che ne ha venti a disposizione per ogni concerto) non ritirati. I fortunati milanesi in possesso del voucher, senza resse e disordini, a partire dalle 20 hanno preso posto in platea e in galleria. Compreso Gabriele Salvatores, che nel pomeriggio era passato a ritirare il suo biglietto. “E’ il mio primo concerto del Boss, anche se sono un fan dagli esordi . ci ha raccontato seduto sul sellino del suo scooter blu .. Ma questa volta non potevo mancare, e’ un concerto speciale. Questo e’ il suo disco piu’ bello, e poi mi interessa il nuovo rapporto che ha col pubblico. Tolta la sovrastruttura del rock, rimangono le parole e si arriva ai contenuti”. Unica concessione alla tradizione del classico concerto rock, il merchandising di magliette, camicie, e cappelli nel foyer del teatro, con prezzi alle stelle dalle 40 alle 100 mila lire. Nel tardo pomeriggio Springsteen e’ arrivato in teatro per il sound check, si e’ sistemato al centro del palco, e ha provato per circa mezz’ ora. Questa notte ha dormito all’ Hotel Principe di Savoia, in piazza della Repubblica. Ma sui suoi spostamenti c’ e’ stato un top secret assoluto. L’ unico Bruce che tutti potevano e dovevano vedere era quello che alle 21.10 e’ stato illuminato da un faro bianco mentre intonava, fra i brividi della platea, “The Ghost of Tom Joad” (le casse sul palco erano state arretrate in modo che tutti, anche chi si trovava in posizione laterale, avessero una visibilita’ completa): capelli legati, un accenno di pizzetto e baffi, la voce nasale, la figura massiccia e forte. Sembra impossibile credere che a sette anni imbraccio’ la sua prima chitarra, ma dovette smettere di suonarla. Aveva le mani troppo piccole.
Vedani Silvia
(12 aprile 1996) – Corriere della Sera
11 Aprile 1996 – Milano – Teatro Smeraldo
- The Ghost Of Tom Joad
- Adam Raised a Cain
- Straight time
- Highway 29
- Darkness On The Edge Of Town
- Murder Incorporated
- Mansion On The Hill
- If I Should Fall Behind
- It’s The Little Things That Count
- Brothers Under The Bridge
- Born In The USA
- Dry Lightning
- Spare Parts
- Youngstown
- Sinaloa Cowboys
- The Line
- Balboa Park
- Across The Border
- Bobby Jean
- This Hard Land
- Streets Of Philadelphia
- Galveston Bay
- The Promised Land