Lo storico Fenway Park di Boston ha ospitato lo spettacolo dei Dropkick Murphys che si sono esibiti ovviamente senza pubblico ma con un’audience da “casa” (oltre 100.000 collegamenti) da far invidia ai più gremiti stadi dei bei tempi! L’America’s Most Beloved Ballpark, calcato dai giocatori di baseball più noti di tutti i tempi e che ne hanno fatto la storia, ha ospitato -in una veste un po’ spettrale, un po’ surreale – il primo live interamente in streaming da una grande arena degli Stati Uniti. I Dropkick Murphys, entrati in campo con le maglie dei Red Sox e sistemati lungo il perimetro del diamante per assicurare il rispetto del distanziamento imposto dalla pandemia, hanno dato vita a uno show energico e trascinante, che in altri tempi avrebbe visto scatenare e cantare a squarciagola migliaia di persone con la potenza e la festosità del loro sound – un insieme di Irish-Punk-Oi-Folk Music eclettico – fatto di fisarmoniche, cornamuse e sorprendenti riff di chitarra.
Attori, campioni sportivi e personaggi famosi, come Kevin Bacon e Mike O’Malley, sono intervenuti di tanto in tanto per sollecitare il pubblico “presente” a effettuare donazioni a favore delle organizzazioni benefiche Boston Resiliency Fund, Habitat for Humanity e Feeding America (oltre i 100.000 dollari raccolti). Ma ovviamente, il momento clou dello show è stato quello in cui Bruce si è collegato in remoto da Colts Neck per eseguire quel “double play” tanto atteso da noi fans. “Salutiamo a Freehold, New Jersey, il campione in carica del rock ‘n’ roll, il signor Bruce Springsteen”, ha introdotto Ken Casey verso la fine del set di due ore. E Bruce Springsteen, è comparso sul tabellone segnapunti, unendosi virtualmente ai Dropkick Murphys, sorridente e simulando al microfono rumori della folla che urla e applaude, e ha esclamato “Sì dai, facciamolo!”.Come era stato annunciato, il Boss ha infatti cantato insieme ai Dropkick Murphys due canzoni, una del gruppo e l’altra sua. La prima è stata “Rose Tattoo” originariamente pubblicata come singolo principale dell’ottavo album in studio della band, Signed and Sealed in Blood. Ri-registrata con la voce di Bruce Springsteen, “Rose Tattoo” fu ripubblicata il 14 maggio 2013 come parte dell’EP “Rose Tattoo: Per Boston Charity”, rilasciato poco dopo l’attentato della maratona di Boston nell’aprile 2013 per raccogliere fondi da destinare alle famiglie delle vittime. La versione con Springsteen raggiunse il numero 25 nella classifica Billboard Hot Rock Songs (oltre a Rose Tattoo, Springsteen ha registrato con i Dropkick Murphys anche la cover “Peg O ‘My Heart”, pubblicata nell’album della band del 2011 Going Out in Style). Bruce è apparso coinvolto e divertito. E ha cantato benissimo, nonostante fosse distante 270 miglia e sul finale del brano ha imbracciato la sua chitarra elettrica per un riff finale. Fantastico vederlo alzare la chitarra come ai vecchi tempi. “Mi stai prendendo in giro, ci stai facendo sembrare tutti vecchi”, ha esclamato Casey. “Guardati, cosa hai, 15 anni?” Springsteen, circondato dalle sue chitarre sorrideva pronto a eseguire il secondo brano, stavolta il suo “American Land”, già suonato live varie volte insieme a Ken Casey del gruppo di Boston, come il 22 aprile 2009 al TD Banknorth Garden a Boston, al Comcast Center di Mansfield il 23 agosto 2009 o sempre al Fenway Park il 15 agosto 2012. Bruce segue le note iniziali battendo le mani, poi dopo il suo solito urlo di avvio, attacca la canzone suonando e cantando, alternando i versi con Ken Casey, con la stessa grinta, energia e voce di sempre.
In tempi così difficili, ancora una volta ha dimostrato che quando c’è bisogno – come aveva dichiarato Ken Casey cantante e bassista dei Dropkick Murphys qualche giorno fa – “è sempre pronto ad aiutare”. E anche stavolta è “sceso in campo”.
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