Accadde oggi!
European leg of the “Devils & Dust Solo and Acoustic” tour
7 Giugno 2005, giornata rovente… l’esterno del forum d’Assago palpita, le bancarelle invadono le vie. Quasi tutti avevamo fatto ore e ore di fila due mesi prima per avere i biglietti, ora c’era solo da aspettare che ci facessero entrare…
Il forum è pieno fino al collo, sul palco solo un piano, un organo e delle chitarre, scenografie essenziale, atmosfera intima e poetica. “Buonasera Milano, sono molto contento di essere qui con voi stasera…” , queste sono le prime parole che il Boss ha pronunciato in italiano. Inizia così il lungo viaggio di 25 tappe che ha fatto vivere a tutti i presenti, una serata di immense emozioni. Bruce si siede all’ organo, poche note lineari accompagnano l’ apertura del concerto, parte “My Beautiful Reward”, dolce e intima con il Boss che mette subito in chiaro che la sua voce da leone c’ è tutta. Il secondo pezzo è quasi irriconoscibile, un’armonica insistente si alterna alla voce cupa e amplificata, mentre il piede sul palco regola il nostro battito… “Reason to believe” sembra un lamento che cola dalle viscere del Boss, imbrattando i nostri sensi. Questo viscerale blues non lo scorderò mai… A quel punto Bruce impugna la chitarra acustica e parte la nuova hit, bella e commovente, l’interpretazione di “Devils & Dust” è bellissima, voce e chitarra, anima e corpo.
Da hit a hit, questa però è meno simile all’originale, un soffio di armonica introduce “Lonesome Day”, il potente singolo The Rising, si addolcisce nel sound e si spoglia nel suo significato. “Questa è una canzone for the mamas and the papas… ” dice Bruce, e intona “Long Time Coming”, più bella che nel disco, Bruce si allontana dal microfono cantando, creando l’atmosfera di ricordo perfetta per il testo… poi l’armonica fa il resto. Spiega in italiano il significato di “Black Cowboys” e sempre pizzicando le corde della chitarra, la intona, affermando con forza le sue qualità di cantastorie, la sua voce sovrasta il suono dello strumento, incollando tutti sulle poltrone. Parla del padre (un tipo all’antica) e della madre (una romantica italiana) e così introduce una “ love song” … seduto al piano che emana una melodia drammatica e struggente, un intro suonata da uno che non è un pianista ma che sa cos’è la musica e partono le parole di “The River”. Bellissima, a pari di quella contenuto nel live di New York, piano affinato e voce profonda. E ancora suona, con classe, col cuore.
Noi incollati nei posti, coi respiri bloccati da un “fiume” di emozioni, e li parte la voce di Bruce, a seguire il piano, come il vento, drammatico e intenso… grandiosa esibizione, nell’ applauso si sente il tremore delle mani dopo quella interpretazione meravigliosa. Bruce resta al piano e riconosciamo subito le note di “Tougher than the rest” , infatti ci scappa un applauso. Cosa dire, anche qui, seppur adoro la versione di Tunnel of Love, è difficile decidere quale sia più bella. Il Boss canta davvero come se fosse il suo primo concerto, ci mette l’ anima e innamora la platea. E’ il momento di ballare, Bruce impugna una chitarra e spara sul pubblico “Open all Night”, trascinante, noi battiamo le mani a ritmo, e lui sembra l’ incarnazione di un cocker degli anni 50, tra Buddy Holly e Johnny Cash. Le strade del concerto ci riportano verso il nuovo album, corde pizzicate, armonica a sprazzi e voce in falsetto per “All I’m thinging about” , che viaggia con la delicata ironia del Boss, che più di una volta ci fa scappare un sorriso, e quasi… col pizzicare la chitarra, ci fa ballare… Si torna a Tunnel Of Love, la chitarra acustica appena sfiorata, accompagna la magistrale cantata del Boss, bellissima questa “Brilliant Disguise”, nostalgica e leggera come un soffio. Bruce solletica ancora la chitarra, è il momento di “Reno”, uno dei pezzi più belli dell’ ultimo album, crudo e scarno, ma potente come la voce che lo canta.
Dopo 12 pezzi, il nostro, si risiede all’organo e “Wreck on the highway” è così bella che provo a chiamare la mia ragazza per farle ascoltare quella meraviglia… Dopo l’organo il piano, le note sono quelle conosciute e per questo io e il mio vicino rischiamo di svenire. “Lost in flood”, non me lo aspettavo, fu un regalo bellissimo, perché ho sempre amato questa canzone e il suo andare drammatico, Bruce da il meglio e riempie l’aria del Forum con i simboli e le immagini del pezzo, tutti noi.. ci perdiamo nella tempesta. Ancora sto tremando, a rilassarmi ci pensa il dolce suonare della chitarra di Bruce prima di far partire con “The Rising”, pezzo che non amo molto, ma in quel momento mi sembrò che il mio udito godesse nella maniera più assoluta. Bruce si fa l’eco da solo, usando il microfono come una terza corda vocale… Bruce soffia nell’armonica, cazzo… non mi ero mai accorto che “Lucky Town” fosse così bella, la cosa mi fa pensare che quelle canzoni del 92, dovevano avere un trattamento diverso…
Ancora una volta Bruce parla in italiano, parla da genitore, parla di fede… “Jesus was an only son”, che in questo sito, qualcuno ha scritto essere una schifezza… credo sia uno dei pezzi migliori di Devils and Dust, Bruce la canta e la parla, come in una confessione, e il piano è una carezza sotto la sua voce. Seguono altri tre pezzi dello stesso album, la trascinate “ Leah” che coinvolge il pubblico e rompe il nostro sofferto silenzio. “The Hitter” che serve a farci tranquillizzare ancora, bellissima, una canzone che segue molto il filone di Tom Joad. Poi, “Matamoros Banks”, è il momento di correre sotto il palco, dopo aver ascoltato l’ introduzione in italiano di Bruce, che dedica il pezzo agli immigranti.. Ora Bruce è li a due passi, più reale che mai…
La festa sta finendo e lui lo sa.. così ci regala le ultime emozioni. “Ramrod” è uno dei pezzi più riusciti del concerto, ci trascina, ci fa ridere, ci emoziona, mentre saltiamo a due metri dal Boss, l’armonica impazzita ripete un’allegra filastrocca e Bruce si diverte più di noi… “Land of Hope and dreams” ammutolisce ancora una volta il forum, Bruce sta dando ancora il meglio di se, anche dopo più di 2 ore… e il ritornello è cantato da tutti.. Bruce ringrazia e poi fa palpitare ancora i nostri cuori prima di chiudere, il pugno batte sulla chitarra, “The Promised Land” è irriconoscibile, cruda e nuda di tutto. Indossa un altro meraviglioso abito… “Buonanotte Milano”, con queste parole il Boss si siede all’organo e intona “Dream baby Dream” dei Suicide, tutti sanno che questo pezzo chiuderà la serata e nessuno fiata, le ultime note, le ultime parole, ci entrano dentro come lame. Bruce rischia di scoppiare, prolunga il pezzo all’ infinito cantando come un leone… Un saluto meraviglioso al suo pubblico… Mentre tornavo a casa ero come in tensione, mi ci volle una bella dormita per riprendermi…
In quella serata non c’ erano “Born To Run”, “Thunder road”, “Badlands”, ma Bruce non aveva bisogno di incantarci coi suoi pezzi da 90, ci ha tracinati in un viaggio meraviglioso…
A tutti quelli che qui scrivono stupide affermazioni su Springsteen, ripetendo a loro volte parole di altri stupidi invidiosi, senza neanche sapere cosa significa rock, che non è solo abilità tecnica o suono pesante, ma è semplice passione…
Consiglio di vedere un concerto di un artista che a quasi 60 anni canta come un che non ha una lira, per ore e ore…
Altro che rockstar finta, questi sono concerti…
Recensione di mosesgama
Setlist:
01. My Beautiful Reward (suona il pump organ) (VIDEO)
02. Reason To Believe
03. Devils And Dust
04. Lonesome Day
05. Long Time Coming
06. Black Cowboys
07. The River (solo piano) (VIDEO)
08. Tougher Than The Rest (solo piano) (VIDEO)
09. Open All Night (electric guitar) (VIDEO)
10. All I’m Thinkin’ About (VIDEO)
11. Brilliant Disguise (VIDEO)
12. Reno (VIDEO)
13. Wreck On The Highway (electric piano)
14. Lost In The Flood (solo piano) (VIDEO)
15. The Rising
16. Lucky Town (VIDEO)
17. Jesus Was An Only Son (solo piano)
18. Leah
19. The Hitter
20. Matamoros Banks
21. Ramrod
22. Land Of Hope And Dreams
23. The Promised Land
24. Dream Baby Dream (suona il pump organ)