Bruce Springsteen non si limita a fare musica. Bruce compone colonne sonore per i fotogrammi delle nostre complicate esistenze, per le immagini che scorrono nei nostri ricordi o che prefigurano i nostri sogni. Springsteen è la lezione che una grande musica trascende il suono stesso, tocca le corde più intime e si espande nella mente creando o rievocando visioni… visioni pronte a danzare “across the porch as the radio plays”.
Sezione 1: Il Cinema nelle canzoni di Springsteen
Questa sezione è dedicata ai film che, per esplicita dichiarazione di Springsteen, hanno alimentato il suo immaginario poetico, a partire dalle pellicole dei grandi maestri degli anni Trenta, Quaranta e Cinquanta – il noir, il western, i capolavori di Capra, Ford, Kazan – fino alle opere degli anni Settanta, da “L’Ultimo Spettacolo” di Bogdanovich, a “Badlands” e ai capolavori di Martin Scorsese.
9. EDGE OF THE CITY / NEL FANGO DELLA PERIFERIA – USA (1957) -Director: Martin Ritt
di Paola Jappelli (Autore), Giovanni Scognamiglio (Autore)
– Graus Editore
E’ il primo film di Ritt, straordinariamente recensito, nonostante narrasse la storia un po’ inusuale per l’epoca di amicizia interraziale. La pellicola dà una asciutta lezione di moralità che impone allo spettatore una riflessione su atavici pregiudizi: il giovane vagabondo Axel Nordmann, interpretato da John Cassavetes, viene assunto come scaricatore di porto a Manhattan, ma diventa vittima di scherno e bullismo da parte del superiore Jack Warden. Cassavetes fa amicizia con il suo collaboratore Sidney Poitier, la cui presenza crea rabbia e frustrazione nel bigotto Warden. E’ una sorta di On the Waterfront [Fronte sul porto] in chiave più drammatica e meno romantica, su temi che potremmo definire tipicamente springsteeniani e che ricorreranno nell’album che Springsteen pubblicò nel 1978, il cui titolo suona – probabilmente non a caso- come una parziale citazione del film: Darkness on the Edge of Town.