Bruce Springsteen non si limita a fare musica. Bruce compone colonne sonore per i fotogrammi delle nostre complicate esistenze, per le immagini che scorrono nei nostri ricordi o che prefigurano i nostri sogni. Springsteen è la lezione che una grande musica trascende il suono stesso, tocca le corde più intime e si espande nella mente creando o rievocando visioni… visioni pronte a danzare “across the porch as the radio plays”.
Sezione 1: Il Cinema nelle canzoni di Springsteen
Questa sezione è dedicata ai film che, per esplicita dichiarazione di Springsteen, hanno alimentato il suo immaginario poetico, a partire dalle pellicole dei grandi maestri degli anni Trenta, Quaranta e Cinquanta – il noir, il western, i capolavori di Capra, Ford, Kazan – fino alle opere degli anni Settanta, da “L’Ultimo Spettacolo” di Bogdanovich, a “Badlands” e ai capolavori di Martin Scorsese.
10. THUNDER ROAD / IL CONTRABBANDIERE – USA 1958 – Director: Arthur Ripley
Considerato ancora oggi uno dei film più significativi sul contrabbando e sull’America degli anni 50, il film narra di un contrabbandiere del profondo Sud che, con la sua auto truccata si fa beffe per anni della polizia dello Stato. Un giorno però si mette contro un potente gangster di Chicago e, stretto fra polizia e i sicari del boss, finirà col rimetterci la vita. Thunder Road (1958) è uno dei film più importanti della carriera di Robert Mitchum, in quest’occasione in veste -oltre che come attore – anche di coproduttore, sceneggiatore e coregista. Il ruolo di Robin Doolin, il fratello minore del protagonista, era stato originariamente scritto per Elvis Presley su richiesta dello stesso Mitchum che gli aveva personalmente presentato la sceneggiatura a Los Angeles. Nonostante Elvis ne fosse entusiasta, il suo manager richiese un cachet così alto che rese necessario ripiegare su James Mitchum, figlio di Robert, che presentava in ogni caso una spiccata somiglianza fisica con il cantante. Robert Mitchum ha anche scritto insieme a Don Raye e cantato il brano The Ballad Of Thunder Road che narra le vicende dei protagonisti del film. La Thunder Road che Springsteen scrisse per l’album Born to Run (1975) tuttavia non ha nulla in comune con la canzone di Mitchum, quest’ultima ispirata dalla melodia di un ballo popolare norvegese (Gammel Reinlender) che sua madre era solita cantargli quando era piccolo. Springsteen spiegherà invece così il suo legame con il film di Ripley: «C’era questo film di Robert Mitchum. Parlava di certi contrabbandieri che correvano giù verso il sud. E non avevo ancora visto il film, ma solo il poster nell’antisala del teatro. Ho preso il titolo e ci ho scritto la canzone. Ricordo Mitchum sul manifesto, con una pistola in mano. Ma non sapevo che realmente esistesse un posto come quello di cui ho scritto nel testo. E andammo nel deserto d’estate in auto fino al Nevada e ci imbattemmo in questa casa da un lato della strada, una casa costruita dagli indiani…aveva una grande immagine di Geronimo all’esterno con la scritta “Landlord”… e sulla parte superiore “questa è la terra di pace, amore, giustizia e nessuna pietà”. E indicava una piccola strada polverosa chiamata Thunder Road» [dalla versione live del 19 settembre 1978]. La canzone di Springsteen è il racconto cinematografico della redenzione, in cui la Thunder Road di Ripley diviene la via da prendere per sfuggire a una vita di sfruttamento e di sconfitte. La canzone inizialmente avrebbe dovuto chiamarsi Wings for Wheels, titolo poi riutilizzato come per making of di Born to Run .