Bruce Springsteen è tornato! Da oggi il nuovo album “Only The Strong Survive”

Only The Strong Survive

“Soul Music! La musica soul è al centro di ciò che facciamo! La musica soul è musica di sangue, sudore, terra, cielo, rimpianto, rabbia, gioia, sesso, amore”.
Bruce Springsteen, 2012

Dal momento in cui Bruce Springsteen ha confermato il tour internazionale 2023 con la E Street Band, tutti i fan hanno iniziato a chiedersi che tipo di concerti eseguirà. Sarà il tour di “Letter To You Tour”, tre anni dopo l’uscita dell’album pubblicato nel pieno della pandemia di Covid? Sarà l’occasione per per promuovere un disco nuovo o  riproporranno semplicemente il loro mantra “potere eterno del rock and roll”? Ciò che  Bruce ci ha promesso è, comunque, una miscela esplosiva di rock. Non saranno probabilmente le tre ore e mezzo di concerto di una volta…ma ci divertiremo, perché Bruce ha appena ribadito che non ha intenzione di ritirarsi dai suoi doveri di rocker!!

L’11 novembre esce intanto il suo nuovo album intitolato “Only The Strong Survives” (il ventunesimo in studio), un disco che non vede il coinvolgimento della E Street Band, non presenta brani scritti da lui e innesca molti pensieri intriganti a tre mesi dallo start del tour. Non si tratta del suo primo album di cover – c’è stato anche “We Shall Overcome: The Seeger Sessions” – ma è la prima raccolta di canzoni Soul, quindici tracce cantate in origine dai più famosi e influenti artisti R&B dei leggendari cataloghi di Motown, Gamble and Huff, Stax e da artisti del calibro di Jerry Butler, Dobie Gray, Ben E. King, The Temptations e Frank Wilson. I primi versi del primo brano danno un po’ la chiave di lettura dell’intero album: I remember. Nessuna nostalgia, nessun rimpianto… ma solo un omaggio doveroso a quella musica che ha formato il giovane Bruce negli anni 60, quando ancora era in cerca di un’identità artistica.  Ben diverso, in tal senso, dal lavoro con la Seeger – in cui racconta storie antiche recuperando una parte della musica folk e tradizionale americana- , “Only The Strong Survive” fa già parte della storia personale di Bruce perché  «chiunque suonasse in un bar del New Jersey centrale negli anni ’60 e ’70 faceva Soul».

La musica soul, dunque, è stata presente nel repertorio di Springsteen sin dall’inizio. Per cinquant’anni, ha entusiasmato il pubblico interpretando le canzoni che amava ascoltare alla radio, o in auto con sua madre quando era ragazzo e molte di quelle che lo hanno ispirato in tanti suoi lavori. Tale era il coinvolgimento che nel 1974 dichiarò al pubblico che avrebbe smesso di eseguire la cover di “Sold My Heart to the Junkman” di Patti LaBelle perchè lo commuoveva troppo, fino alle lacrime. Un anno dopo chiese a Stevie Van Zandt di arrangiare i fiati che diedero la grinta in più di cui aveva bisogno “Tenth Avenue Freeze-Out”.”  Esecuzioni avvincenti di “Your Love Keeps Lifting Me (Higher and Higher)” e “Shake” sono apparse in concerto dalla fine degli anni Settanta e dall’inizio degli anni Ottanta; e negli anni Novanta, l’influenza Soul lo ha motivato a scrivere brani pieni di sentimento come “Man’s Job” e “Roll of the Dice”, quest’ultima spesso combinata in concerto con “Everybody Needs Somebody to Love” di Solomon Burke. Anche l’utilizzo dei cori soul è un elemento che Springsteen ha incluso nei lavori del ventunesimo secolo, dalla Seeger Sessions nel 2006 a Wrecking Ball nel 2012, da High Hopes nel 2014 a questo nuovo album nel 2022.

Tornando indietro nel tempo, ci fu un periodo, poco prima della metà degli anni 70, che la E Street Band era praticamente un gruppo black and white, apparentemente molto Soul, con tre/sesti della band di colore (Clarence Clemons, David Sancious e il batterista Ernest “Boom” Carter). Bruce non comprendeva il motivo per il quale ai suoi show fosse presente poco pubblico afroamericano, come allo stesso tempo non digeriva che ci fosse una sorta di prevenzione dei bianchi rispetto alla musica Soul e alla Disco Dance. Anche per manifestare il suo apprezzamento rispetto a questi generi di musica decise di donare canzoni a Donna Summer e alle Pointer Sisters. Agli inizi degli anni 80, Bruce inoltre contribuì molto al ritorno alle scene di Gary US Bonds, un artista della scena Soul caduto nel dimenticatoio e recuperato grazie a tante canzoni scritte dal Boss. Da ricordare anche duetti e collaborazioni storiche con artisti del genere Soul quali Wilson Pickett, Sam Moore, Ronnie Spector e Darlene Love. Negli anni 2000, non mancava il tributo di Bruce a Marvin Gaye nel finale di “Two Hearts” includendo “It Takes Two” dell’artista straordinario scomparso tragicamente.

Dal suo songbook alcune perle sono esplicitamente influenzate dalla Soul Music. In particolare “The Fever”, “Talk To Me” e “Hearts Of Stone” del periodo “Darkness On The Edge Of Town” hanno fatto la fortuna dell’amico di sempre Southside Johnny, il soulman di Asbury Park.

Nessuno si aspettava che Bruce pubblicasse un album di cover Soul in questa fase della sua carriera e sebbene molti abbiano criticato e ignorato il progetto come uno spreco, Bruce ha generato una raccolta costruita con molta cura. Stupende sono le letture di brani come “Soul Days”, “Nightshift”, “Do I Love You” e “Turn Back the Hands of Time”. Le versioni sublimi di “I Wish It Would Rain” e “What Becomes of the Brokenhearted” lasciano all’ascoltatore il dilemma di quale sia la sua più bella cover. “Ho scelto le canzoni che amo – ha detto Springsteen – ma ho dovuto lavorare molto duramente sul mio modo di cantare in questo disco”. Di fatto, Bruce non è mai stato considerato un cantante dall’ugola pura, con la sua voce ruvida e virile con molta potenza polmonare e una modulazione lenta. Questo fa sì che le sue versioni manchino forse il pathos intrinseco e la delicata flessibilità dei cantanti soul che ha omaggiato. Tuttavia Springsteen ha quel carisma, competenza e sensibilità che gli consentono di interpretare e dare nuova linfa a qualsiasi brano di qualsiasi genere. In altre parole, Bruce ha ridato a queste canzoni una nuova anima.

Registrato in parte durante la pandemia nel 2020, “Only the Strong Survive” è frutto di un sogno condiviso con il suo produttore Ron Aniello e l’ingegnere Rob Lebret. L’album viene registrato nello studio di Thrill Hill Recording nel New Jersey, in quelle lunghe notti di incertezza, per rendere omaggio ai canti soul degli anni Sessanta e Settanta. I loro sforzi hanno portato a ben due album di cui questo è solo il primo volume. Il secondo non ha ancora una data di uscita ma è già on the road. Presente all’appello anche la voce ospite di Sam Moore, oltre a contributi di The E Street Horns, arrangiamenti per archi completi di Rob Mathes e cori di Soozie Tyrell, Lisa Lowell, Michelle Moore, Curtis King Jr. , Dennis Collins e Fonzi Thornton. Aniello, che produce gli album di Springsteen da “Wrecking Ball” del 2012, in questo nuovo lavoro, suona chitarra, basso, batteria, tastiere e altro: è come se il Boss avesse dato le chiavi ad Aniello e gli avesse detto “tu guidi e io canto”. Dietro la consolle di registrazione, Aniello mantiene la voce di Bruce calda e nitida, non diversamente da come venivano prodotti i grandi dischi della Motown. In “Only the Strong Survive” non viene aperto un nuovo terreno artistico, ma le sue 15 canzoni celebrano la gioia della musica, dell’anima e della performance. “Volevo fare un album in cui cantavo soltanto. E quale musica migliore con cui lavorare se non il grande libro di canzoni americano degli anni Sessanta e Settanta? Mi sono ispirato a Levi Stubbs, David Ruffin, Jimmy Ruffin, Iceman Jerry Butler, Diana Ross, Dobie Grey e Scott Walker, tra molti altri. Ho cercato di rendere giustizia a tutti loro e ai favolosi autori di questa musica gloriosa. Il mio obiettivo è che il pubblico moderno ne sperimenti la bellezza e la gioia, proprio come le ho sentite per la prima volta. Spero che vi piaccia ascoltarlo tanto quanto io ho amato realizzarlo”.

 Le 15 tracce:

“Only the Strong Survive”

Scritta da Gamble & Huff, un successo per Jerry Butler nel 1968. C’è anche una versione di Elvis Presley

“Soul Days”

E’ una canzone del 2001 di Dobie Gray. Con Bruce c’è Sam Moore (che ha cantato anche nel album “Human Touch” del 1992).  Bruce, nei concerti, ha spesso eseguito “Drift Away” di Dobie Grey

“Nightshift”

Viene registrata per la prima volta nel 1984 dai Commodores dopo la morte di Marvin Gaye e Jackie Wilson. E’ la tra le canzoni più recente rispetto alla maggior parte delle altre dell’album. Nella versione originale la voce è del batterista Walter Orange. “What’s Going On” di Marvin Gaye è una delle sue canzoni preferite in assoluto, ha dichiarato Bruce.

“Do I Love You (Indeed I Do)”

Successo del 1965 di Frank Wilson

“The Sun Ain’t Gonna Shine Anymore”

E’ una canzone del 1965 di Frankie Valli.  La canzone è stata resa famosa da The Walker Brothers nel 1966, sulla cui versione è basata la cover di Bruce Springsteen

“Turn Back the Hands of Time”

Canzone del 1970 di Tyrone Davis

“When She Was My Girl”

Cover dei Four Tops del 1981

“Hey, Western Union Man”

La seconda canzone di Butler presente nell’album oltre a “Only the Strong Survive”

“I Wish It Would Rain”

David Ruffin è la voce dei Temptations, canzone pubblicata nel 1967.

“Don’t Play That Song”

Di Ben E. King del 1962. Aretha Franklin registrò una popolare cover del brano. In Italia sono state pubblicate diverse versioni e ricordiamo le cover di Ricky Gianco (riscritta da Don Backy), Peppino di Capri, Rocky Roberts e Adriano Celentano.

“Any Other Way”

Canzone di William Bell del 1962.

“I Forgot to Be Your Lover”

Ancora un successo di William Bell del 1968. Billy Idol, nel 1986 ne aveva modificato la ballata co-scritta e cantata anche da William Bell. Con Springsteen un’altra apparizione di Sam Moore

“7 Rooms Of Gloom”

Un secondo brano dei Four Tops del 1967.

“What Becomes of the Brokenhearted”

Un classico di Jimmy Ruffin del 1966. Una cover del cantante britannico Paul Young è diventata un successo nel 1991.

“Someday We’ll Be Together”

E’ una canzone del 1961 di Johnny & Jackey. La canzone è stata resa famosa da Diana Ross & The Supremes nel 1969. Bruce ha scritto una canzone con lo stesso titolo nel 1977 e pubblicata solo nel 2010 per l’album “The Promise” incluso nel box set “The Promise: The Darkness On The Edge Of Town Story”.

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