I concerti di Winterland del 15 e del 16 dicembre 1978 del Darkness On Edge of Town Tour, sono da sempre al top delle classifiche degli “show più amati dai fans”. Ebbene, grazie a un lavoro eccellente di restauro e dei nastri originali effettuato da Jon Altschiller e masterizzazione da Adam Ayan, e il loro trasferimento tramite Plangent Process, oggi abbiamo un documento completo dello stand delle due notti al Winterland di San Francisco, comprendente sia la nota e amatissima performance radiofonica della prima serata che il dirompente show di quella successiva. Molti conoscono alla perfezione il celebre set 12/15 grazie ai nastri e ai bootleg tratti della trasmissione in diretta sulle frequenze radio di KSAN di San Francisco… ma per il secondo, quello del 12/16, si tratta di una scoperta assoluta. Un vero e proprio regalo di Natale!
La prima notte a Winterland Ballroom sarebbe stata anche la quinta e ultima trasmissione radiofonica per quel tour [il successivo trasmesso in radio fu quello del 3 luglio 1988 (Stockholms Stadion)]. In tanti lo ritengono il più grande concerto di tutti i tempi e un punto fermo nella collezione di un fan del Boss in cui in particolare le performance di “Prove It All Night”, “The Promised Land ” e “Backstreets” sono ritenute le migliori di sempre.
Il managment di Springsteen e la Columbia Records avevano riconosciuto che le trasmissioni radiofoniche del tour di Darkness precedenti a Winterland – The Roxy a Los Angeles, Agora a Cleveland, Passaic e Atlanta- si erano rivelate un potente strumento di marketing, non solo per raggiungere i fans di Bruce già convinti, ma per reclutarne di nuovi tra il pubblico di fedeli ascoltatori dei canali radio rock. La strategia e le tattiche di Springsteen erano uniche: nessun artista aveva mai fatto cinque trasmissioni in diretta dello stesso tour, monopolizzando le onde radio per tre ore di fila o più. Bruce si era giovato fino ad allora dei giudizi entusiastici girati attraverso il semplice passaparola, ma le trasmissioni radio di quel tour del ’78 fornivano finalmente prove tangibili, registrabili e condivisibili, consolidando l’aura leggendaria dei suoi live.
La rivista Billboard registrò per i due spettacoli a Winterland una partecipazione totale di 10.800 spettatori per un’arena di 5000 posti, il che ovviamente significò il sold out per entrambe le serate.
Winterland 15/12/78 offre performance epiche di “Prove It All Night,“ She’s The One” (con frammenti di “Mona”e “Preacher’s Daughter ”), “Backstreets, “Fire” e “Santa Claus Is Coming To Town”, oltre alle future tracce di The River “Point Blank ” e “The Ties That Bind”, e un’incredibile “The Fever”. Su quale sia stata la canzone finale del set ci sono stati negli anni accesi dibattiti. Uno spettatore presente ha raccontato: «Sembrava che lo spettacolo fosse finito. La band non era più sul palco, ma nessuno del pubblico se n’era ancora andato. L’arena impazzita – immagino circa 5000 posti a sedere ma in realtà tutti in piedi – ruggiva ”Bruuuuce, ancora, ancora!”. Così, Bruce tornò sul palco…prima da solo, poi lo raggiunse la band e disse: “Adesso siamo senza radio, ma suonerò un brano in più per voi. Questa è la prima canzone che abbia mai imparato a suonare alla chitarra “. E così attaccò “Twist and Shout” e fu un’altra esibizione eccezionale. Stava in piedi sugli altoparlanti a un metro di distanza dal pavimento. Ero lì e sarei stato pronto a dare l’anima per lui».
Tuttavia, altri insistono sul fatto che la canzone finale sia stata “Quarter To Three”, che generalmente chiudeva molti spettacoli dello stesso tour. In un’intervista sulla rivista Backstreets n. 49 (primavera 1995), il fotografo P.J. Plutzer – spettatore di una quarantina di spettacoli tra il 1975-84, inclusi i concerti di Winterland – affermò chiaramente che “Quarter To Three” fu il bis finale. E’ probabile che Springsteen lasciò il palco dopo “Quarter To Three” per poi tornare ben quindici o venti minuti dopo ed eseguire “Twist And Shout” di fronte agli spettatori rimasti, come avrebbe fatto a Seattle cinque giorni dopo. Forse coloro che sostengono la tesi di “Quarter To Three” come ultima canzone avevano già lasciato l’arena e non erano a conoscenza del ritorno di Springsteen sul palco.
- BADLANDS
- STREETS OF FIRE
- SPIRIT IN THE NIGHT
- DARKNESS ON THE EDGE OF TOWN
- FACTORY
- THE PROMISED LAND
- PROVE IT ALL NIGHT
- RACING IN THE STREET
- THUNDER ROAD
- JUNGLELAND
- THE TIES THAT BIND
- SANTA CLAUS IS COMIN’ TO TOWN
- THE FEVER
- FIRE
- CANDY’S ROOM
- BECAUSE THE NIGHT
- POINT BLANK
- MONA – PREACHER’S DAUGHTER – SHE’S THE ONE
- BACKSTREETS
- ROSALITA (COME OUT TONIGHT)
- BORN TO RUN
- DETROIT MEDLEY
- TENTH AVENUE FREEZE-OUT
- RAISE YOUR HAND
- QUARTER TO THREE
- TWIST AND SHOUT
Per Winterland 16/12/78 – il secondo show, inedito fino ad oggi tranne che per “Fire” incluso nel Live 1975/85 –Bruce, non più davanti ai microfoni della radio, rimodella il set della notte precedente per strabiliare i tanti fans presenti ad entrambi i concerti. Il set stavolta si apre con una travolgente “Good Rockin ‘Tonight” e “Rendezvous”, tour premiere dedicata a Greg Kihn. Bellissime le versioni di “Fire”, “Point Blank” e della struggente “Independence Day” presentata con queste parole: “Questa è una canzone che scrissi un paio di anni fa. Pensavo inizialmente di inserirla in Darkness on the Edge of Town. Si intitola “Independence Day” ed è per mio padre”. I suoi genitori vivevano all’epoca nella vicina San Mateo e dunque possiamo presumere che Douglas, il padre di Bruce, fosse quella sera presente tra il pubblico.
In “Santa Claus is Coming To Town”, Bruce racconta una storia completamente diversa includendo divertenti riferimenti a Johnny Carson e ai Kellogg’s Pop Tarts. Bruce dedica “Racing in the Street” a “tutti i riders della notte di San Francisco”, ma dopo il verso “Tonight, tonight the strip’s just right”, segue il silenzio e la sua divertita ammissione: “Ho dimenticato le parole”, generando simpatia nel pubblico. È un momento accattivante e raro non solo dal quale Bruce ne esce con grande grazia e umanità, ma che sembra iniettare allo spettacolo un’ulteriore scarica di adrenalina. “Jungleland” chiude in modo epico il primo set con il potente sax di Clarence e l’assolo di chitarra di Van Zandt, preparando il terreno per un meraviglioso secondo atto.
“It’s Hard To Be A Saint In The City” introduce la seconda parte dello show segnando un’altra novità rispetto alla set list della sera precedente. “Because The Night” inizia con un’affascinante sorta di intro sperimentale alla chitarra. La versione di “She’s the One” combina “Mona”, “Preacher’s Daughter” e il riff di “Gloria” di Van Morrison. “The Fever” mette i meritati riflettori sulla band, in particolare Danny Federici e The Big Man, con i loro strepitosi assoli che si intrecciano l’uno con l’altro. “Detroit Medley” presenta una rara incursione in “Whole Lotta Shakin” di Jerry Lee Lewis.
Last but not least il livello di interazione dei fan nel mix di Jon Altschiller è starodinario ed esaltante. Insomma un live da brividi che non può assolutamente mancare. (By Erik Flannigan via Nugs.net.)
- GOOD ROCKIN’ TONIGHT
- BADLANDS
- RENDEZVOUS
- SPIRIT IN THE NIGHT
- DARKNESS ON THE EDGE OF TOWN
- INDEPENDENCE DAY
- THE PROMISED LAND
- PROVE IT ALL NIGHT
- RACING IN THE STREET
- THUNDER ROAD
- JUNGLELAND
- IT’S HARD TO BE A SAINT IN THE CITY
- SANTA CLAUS IS COMIN’ TO TOWN
- THE FEVER
- FIRE
- CANDY’S ROOM
- BECAUSE THE NIGHT
- POINT BLANK
- MONA – PREACHER’S DAUGHTER – SHE’S THE ONE
- BACKSTREETS
- ROSALITA (COME OUT TONIGHT)
- BORN TO RUN
- DETROIT MEDLEY
- TENTH AVENUE FREEZE-OUT
- QUARTER TO THREE
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