Non erano solo voci dunque… la casa automobilistica della Jeep ha fatto effettivamente il colpo grosso: per la prima volta, infatti, il testimonial è niente meno che Bruce Springsteen, mai apparso prima in una pubblicità.
Bruce ha trascorso le ultime settimane nei dintorni della cittadina di Hastings, Nebraska (lo stato a cui dedicò il suo disco omonimo, uscito nel settembre del 1982 e considerato tra i suoi maggiori capolavori). Lo scopo del viaggio è stato proprio quello di girare lo spot che andrà in onda stasera durante il Super Bowl, frutto di una collaborazione tra Bruce, Jeep e Tom Zimny, il regista che ha diretto molti film e video del Boss. Il filmato è intitolato The Middle ed è stato girato in varie località compresi i terreni della Cappella centrale degli Stati Uniti in Libano, Kansas, che si trova al centro geografico dei 48 Stati Uniti Continentali d’America. Jeep, tramite il direttore marketing globale di Stellantis Olivier François (grande fan del Boss), in un primo momento aveva smentito questa possibile collaborazione, ma era stato del tutto convincente. Negli anni ’80 il grande capo di Chrysler, Lee Iacocca, aveva provato a convincere Springsteen a concedergli per uno spot i diritti di una delle sue canzoni più celebri, “Born in the Usa”. Nonostante i milioni di dollari messi sul piatto, il tentativo non ebbe successo. Ma quest’anno Jeep festeggia gli 80 anni. E poi si sa, la notte del Super Bowl accade di tutto.
Quindi il Boss apparirà stasera durante i due minuti di pubblicità nell’evento più atteso dell’anno dagli appassionati che si terrà presso il Raymond James Stadium di Tampa, in Florida. Per chi volesse seguirla in Italia, la trasmissione andrà in onda a partire dalle 00.30 della notte tra il 7 e l’8 febbraio. Ma parliamo dello spot, ben lontano dall’essere una pubblicità di un’auto che sfreccia, semmai con zoomate sui dettagli cromati, ammiccamenti e slogan accattivanti. Si tratta di un video molto intenso in cui Bruce parla fuori campo e riflette sullo stato d’animo nazionale, sull’importanza di “ri-unirsi” dopo quattro anni di cattiva politica e di tensioni. Lo spot è pensato proprio per spronare gli spettatori a riparare le tante spaccature scoppiate nella nazione negli ultimi anni. Sullo sfondo, immagini (un po’ alla “Western Stars” e alla “Letter To You”) di strade e neve, dall’alto o dall’auto, spazi ampi e freddi, poi intimi e suggestivi come quello della chiesetta in Kansas, in cui si ferma Bruce ad accendere una candela. “Dobbiamo solo ricordare che il terreno su cui ci troviamo è terreno comune”, dice Bruce, “La nostra luce ha sempre trovato la sua strada nell’oscurità. E c’è speranza sulla strada da percorrere”. L’annuncio termina con lo slogan “To The ReUnited States of America”. The Middle è un riferimento non solo alla classe media, ma ai valori che tutti i cittadini americani hanno in comune, richiamando un concetto che ha espresso nell’episodio più recente di From My Home to Yours: “Abbiamo bisogno di credi condivisi e valori comuni, per trovare i legami che ci uniranno in un paese e in un popolo che definirà il nostro carattere e renderà più profonda la nostra anima nazionale. In questi giorni, so che queste cose sono difficili da trovare. Ma comunque ci sono”.
Secondo un comunicato stampa, “Bruce Springsteen è stato profondamente coinvolto nella creazione di The Middle e ancora una volta ha lavorato a stretto contatto con il regista Thom Zimny,con il quale ormai c’è un’intesa straordinaria. Vale la pena notare che, sebbene Bruce abbia scritto con Ron Aniello la musica di sottofondo per questa pubblicità di Jeep (una melodia originale che si conclude sulle note di un violino), non c’è nessuna sua vecchia canzone associata al marchio.
Al di là dello spot, il testo è molto bello:
C’è una cappella in Kansas
Che sta al centro esatto dei 48 stati continentali
Non è mai chiusa
Tutti sono più che benvenuti
e invitati a venire trovarci qui, nel centro.
Non è un segreto.
Il centro è stato un posto difficile da raggiungere ultimamente.
Tra il rosso e il blu. Tra servo e cittadino.
Tra la nostra libertà e la nostra paura.
Ora, la paura non è mai stata la parte migliore di ciò che siamo.
Quanto alla libertà, non è proprietà di pochi fortunati, appartiene a tutti noi.
Chiunque tu sia, ovunque tu sia.
È ciò che ci collega.
E abbiamo bisogno di quella connessione.
Abbiamo bisogno del centro.
Dobbiamo solo ricordare che il terreno su cui ci troviamo è un terreno comune.
Quindi possiamo arrivarci.
Possiamo arrivare in cima alla montagna, attraverso il deserto,
e supereremo questa divisione.
La nostra luce ha sempre trovato la sua strada nell’oscurità.
E c’è speranza sulla strada… più avanti.
Bruce Springsteen è stato determinante nella creazione di questo messaggio comune. Le sue esperienze e le sue prospettive sono state spesso chiamate a colmare una divisione. Il manager di Springsteen, Jon Landau, afferma: “Olivier Francois e io abbiamo discusso varie volte negli ultimi 10 anni ma quando ci ha mostrato l’idea di The Middle, la nostra reazione immediata è stata: Facciamolo! Il nostro obiettivo era realizzare qualcosa di sorprendente, pertinente, immediato e acuto. Credo che sia proprio quello che ha fatto Bruce con The Middle “.
Parlando con Variety, Francois ha detto che Springsteen “l’ha considerata una preghiera”, dicendo che l’artista è stato “sincero al 100%, onesto e autentico. Questo è un tentativo di contribuire, di guarire, non un modo di prendere una posizione. [Springsteen] sentiva che era giunto il momento per lui di essere un cittadino in “the middle” dell’America, parlando con l’America, da questa piccola cappella nell’epicentro dell’America, e rappresentare il centro [The Middle] e nient’altro “.
Vaffanculo Bruce, dimmi che devolverai i ricavati dello spot in beneficenza, non avevi bisogno di svenderti così…non ci posso credere…vaffanculo….
cool spot
Un capolavoro… Ad averceli noi artisti così….E proprio non capisco i detrattori puristi…
Essere un purista significa non avere un prezzo. Non associare la propria immagine fatta di alti valori a gruppi automobilistici come Stellantis che spesso o sempre fanno guadagno della speculazione sui diritti dei lavoratori o gestiscono furbescamente e ipocritamente gli aspetti relativi all’ambiente. Sono grandi gruppi economici le cui decisioni strategiche vengono prese solo sulla base dei numeri del profitto. Il messaggio è buono, ma un messaggio sovvenzionato da un gruppo non etico è un messaggio inquinato. Difficile dire se il fatto di raggiungere simultaneamente milioni di persone con un messaggio importante giustifichi farlo attraverso chi il messaggio lo sconfessa per primo. Non è facile rispondere.
La Star statunitense è nota per essere sempre stata restia alle varie collaborazioni commerciali nell’ambito degli intermezzi pubblicitari. Negli USA, in questo momento di pura emergenza, sia sotto il punto di vista sanitario sia per quanto riguarda l’attuale disgregazione della politica americana, la presenza del cantante di Long Branch durante questo eccelso cortometraggio abbia reso fieri i suoi fans considerando che l’artista che si è sempre definito ne liberale e ne repubblicano. L’unione e la centralità consigliata dal cantante nello spot non è altro che il richiamo all’unione di tutto il popolo americano verso una connessione tra la gente nel riabbracciare l’essenza della libertà che è sempre consistita nella capacità di scegliere come si vuole scegliere e perché così si vuole, senza costrizioni o intimidazioni.
L’artista non ha ottenuto nessun tipo di compenso ma ha ottenuto l’obbligo da parte del committente di poter realizzare il cortometraggio con il regista di tutti i suoi video musicali.
Ciao Sorel quando dici che “L’artista non ha ottenuto nessun tipo di compenso ma ha ottenuto l’obbligo da parte del committente di poter realizzare il cortometraggio con il regista di tutti i suoi video musicali” cosa intendi e quali sono le tue fonti? sarebbe interessante per noi saperlo. Grazie