Qualche settimana fa Bruce in collegamento con Jim Rotolo su E Street Radio ha annunciato che – in attesa del sospirato tour che potrebbe arrivare, nella migliore delle ipotesi, solo nel 2022 – anche quest’anno ai fans sarà riservata qualche importante sorpresa. “Ho alcuni progetti in arrivo quest’anno – ha rivelato Bruce – ma non dirò quali perché è un segreto e ci sarà una grande sorpresa! Ho impegni quest’anno che daranno ai fans qualcosa con cui ingannare la loro attesa”. Tra segreti e sorprese, proviamo in ogni caso a fare qualche ipotesi, basandoci su aspettative realistiche rimaste “in sospeso” e su vecchi o più recenti rumors che riteniamo al momento più attendibili.
La prima riguarda ovviamente la possibile uscita “Tracks 2”, che bolle in pentola già da qualche anno, la cui uscita sembrava prevista quest’inverno, almeno fino a quando Bruce non ha deciso di rilasciare “Letter To You”, registrato prima della pandemia ma rimasto nel cassetto in attesa degli eventi legati alla pandemia. L’uscita del nuovo album ha comportato inevitabilmente uno slittamento della pubblicazione di una raccolta di vecchi brani, cui si fa riferimento nella bellissima intervista rilasciata da Bruce a Brian Hiatt su “Rolling Stone” del 2020. Si accennava ai tanti progetti in lavorazione, compreso tutto il lavoro sui suoi archivi, che includerebbero vari “album perduti” completi, oltre a molte outtakes. “Alcune di queste canzoni appariranno su un secondo volume di Tracks, riferiva Hiatt, alcune forse in altri formati”. Quali canzoni? Beh…ci sarebbe da scegliere tra almeno una ventina di brani registrati nelle sessioni di Western Stars, e addirittura appunto interi album inediti a cui il Boss avrebbe lavorato dagli anni ’90 e al 2010 ma poi riposti in un cassetto. Ritorna anche l’ipotesi del lost album del 1976, teorizzato da Chris Sandford nel suo volume del 1999 Springsteen: Point Blank di cui abbiamo parlato in un articolo qualche tempo fa. Secondo Sanforfd “Springsteen iniziò a lavorare al suo quarto album nel gennaio 1976. Una traccia, ”Darkness On the Edge of Town”, era già stata incisa così come la demo di “Dawn Patrol”, “Frankie”, “Drifter’s Barrio” e “You’re Gonna Cry” – alcune buone, altre non così significative – aveva intenzione di inciderle molto velocemente.” Un manoscritto di Springsteen per l’album di debutto del 1976 di Southside Johnny, “I Don’t Want To Go Home” (per il quale donò anche due dei suoi brani “Fever” e “You Mean So Much To Me”) descrive la scena musicale di Asbury Park di quei tempi e l’atmosfera in cui si erano formati Southside Johnny e Bruce stesso. Queste note finirono poi sul testo di copertina dell’album dell’amico musicista, ma il manoscritto originale conteneva molto di più: sul retro infatti Springsteen aveva scritto otto (o nove) titoli di canzoni, sotto l’intestazione “Album IV”: DAWN PATROL/ HOUSE ON EDEN STREET / THE EDGE OF DAWN/FRANKIE/WALKING WITH THE MAN/TEXAS DRIVE IN/DARKNESS ON THE EDGE OF TOWN/DRIFTER’S BARRIO/ YOU’RE GONNA CRY . Non è chiaro se “House On Eden Street / The Edge Of Dawn” siano due canzoni o una canzone con due titoli alternativi. Si tratta chiaramente di brani che Springsteen voleva inserire nell’album successivo a Born to Run del 1975, già pochi mesi dopo la sua uscita. Sette sono le canzoni assolutamente inedite ma ancor più interessante è la presenza di Darkness che, evidentemente, risale al periodo a cavallo tra il 1975 e 1976. Oltre a Darkness e Frankie (scritta due volte, una delle quali indicata come “Franky”), gli altri titoli erano tutti sconosciuti tra cui un “Ramona”, cancellato e sostituito da “Dawn Patrol”, “House of Eden/The Edge of Town”, “This Night”, “Walking With The Man”, “Texas Drive-In”, “Drifter’s Barrio” e “Your Gonna Cry”, anch’esso scritto due volte.
La seconda ipotesi che sta prendendo sempre più corpo è quella relativa all’uscita di un boxset di Born in U.S.A. /Nebraska. Se ripercorriamo la storia di Born in the U.S.A. – che i fans più preparati conoscono dettagliatamente – , sappiamo che ben 8 tracce su 12 erano già pronte dall’inizio del 1982, tre delle quali sono ‘Electric Nebraska demo’, canzoni registrate il 3 gennaio ma non inserite in Nebraska, bensì in BITUSA full band: “Born in the U.S.A.”, “Downbound Train” e “Working on the Highway” (demo con “Child Bride”), registrate tutte e tre nell’aprile 1982. Gli altri brani di quell’anno sono “Cover Me” (25 gennaio 1982), “I’m on Fire ” (11 maggio 1982), “Glory Days” (5 maggio 1982), “Darlington County” (13 maggio 1982) e “I’m Goin ‘Down” (12-13 maggio 1982. Le quattro tracce rimanenti sono “No Surrender” (25- 27 ottobre 1983), “Bobby Jean” (10 ottobre 1983) e “My Hometown” (29 giugno 1983). “Dancing in the Dark” fu l’ultimo brano ad essere registrato, il 14 febbraio 1984. Fu scritto dall’oggi al domani, dopo che il co-produttore Jon Landau convinse Bruce che l’album aveva bisogno di un singolo. Secondo Dave Marsh in Glory Days, Springsteen prima di capitolare avrebbe risposto a Landau. “Ehi, ho scritto 70 canzoni. Se ne vuoi un’altra, la scrivi tu.” Insomma, fu un lavoro monumentale durato circa due anni (da gennaio 1982 a marzo 1984) che portò alla composizione di circa 80 canzoni in tutto, temporalmente difficile separare da Nebraska. Tanto che a un certo punto Springsteen prese in considerazione la possibilità di combinare entrambe le fonti come un doppio album: “Ho avuto queste due esperienze di registrazione estremamente diverse in corso”, rivelerà a Mark Hagen in un’intervista per Mojo pubblicata nel gennaio 1999, “Stavo per farle uscire insieme in un doppio disco. Non sapevo cosa fare.” Di conseguenza, se si escludono le tracce poi pubblicate, resta “nelle casseforti” di questo periodo un gran numero di registrazioni inutilizzate che potrebbe effettivamente consentire a Bruce di riproporre, per la gioia dei fans, un super box set. Mancato l’appuntamento con l’anniversario dei 35 anni dall’uscita di BITUSA (2019), resta tuttavia un obiettivo decisamente verosimile e molto appetibile.
Altri rumors – che vanno da un album gospel, al “Volume II” della collection di registrazioni radiofoniche (sul genere del cofanetto già pubblicato, con otto spettacoli e 24 CD, risalenti al tour del 1978, etichettato stranamente come “Volume I”); da un album di duetti con altri artisti o con la Royal Philharmonic Orchestra, alla new entry dell’album di Natale prospettato a Jimmy Fallon il mese scorso con i brani degli spettacoli natalizi di Asbury Park – rimbalzano sul web ma senza riscontri concreti. Ma una cosa è certa: Bruce evidentemente non ha alcuna intenzione di sedersi sugli allori del recente successo di Letter To You e quale che sia la sorpresa – o addirittura più di una – sarà sicuramente ben accolta dai fans che, come sempre, non aspettano altro che lasciarsi “sorprendere” da un uomo da sempre in grado di stupire e di regalare profonde emozioni al suo pubblico.