“NOI CHE…SIAMO NATI DOPO”: L’AMORE GIOVANE PER IL BOSS

NOI CHE…SIAMO NATI DOPO

 Di Arianna Villa

Nel variegato panorama musicale contemporaneo, vi sono poche figure che possono vantare l’aura di leggendaria grandezza come quella di Bruce Springsteen.

Il “Boss”, con la sua voce rauca e le liriche intrise di pathos e umanità, ha saputo incantare generazioni di ascoltatori. Ma che sorte tocca a un/a giovane, come la sottoscritta, che scopre questa icona solo dopo il suo apogeo? Quali sfide e benedizioni si celano nel tardivo amore per la musica di Springsteen?

Le Sfortune del Tardivo Amore

 L’incontro con la musica di Bruce Springsteen per un/a giovane ragazzo/a dei nostri tempi si configura come una scoperta in ritardo, un amore che nasce postumo rispetto ai gloriosi anni delle sue più celebri esibizioni live e delle pubblicazioni che hanno fatto la storia del rock.

Per questo/a giovane, il desiderio di vivere le emozioni di un concerto degli anni ’70 o ’80 si scontra inevitabilmente con la dura realtà: non potrà mai provare l’ebbrezza di essere parte di quella marea umana che si muoveva all’unisono sulle note di “Born to Run” o “Dancing in the Dark” negli stadi gremiti. Inoltre, il/la giovane si trova immerso/a in una società musicale dominata dalle tendenze digitali e dall’effimero consumo di brani “usa e getta”. La cultura dell’album, che Springsteen ha tanto valorizzato, sembra quasi un ricordo sbiadito. Egli/Ella vive dunque una sorta di alienazione, una nostalgia per un tempo mai vissuto, in cui la musica aveva un significato diverso, più profondo e duraturo.

Le Benedizioni di un Amore Senza Tempo

 Ma non tutto è sfortuna. In realtà, l’amore per la musica di Springsteen può rivelarsi una benedizione unica nel suo genere. Per questo/a giovane appassionato/a, ogni album scoperto è come un tesoro nascosto che affiora dal passato. Le canzoni del Boss diventano per lui/lei un viaggio attraverso le epoche, una scoperta continua che arricchisce il suo bagaglio culturale e emozionale. Springsteen, con la sua poetica delle piccole cose, osando si potrebbe dire un po’ “pascoliano”, e la sua profonda umanità, offre al/alla giovane una prospettiva di vita e un linguaggio emotivo che trascendono il tempo. Le storie di riscatto, di amore e di lotta che popolano le sue canzoni diventano uno specchio in cui riflettersi, una guida in un mondo spesso privo di punti di riferimento solidi. Inoltre, il potere della comunità di fan di Springsteen non è da sottovalutare. Attraverso forum online, concerti e raduni, il/la giovane scopre una rete di affetti e passioni condivise che abbattono le barriere temporali. Questo senso di appartenenza a una comunità globale, unita dalla stessa venerazione per il Boss, è una delle fortune più grandi che il/la giovane possa sperimentare.

Conclusione

Essere nati “troppo tardi” per vivere in prima persona l’epoca d’oro di Bruce Springsteen può sembrare una sfortuna, ma in realtà, l’amore per la sua musica offre una ricchezza senza pari. Ogni nota, ogni parola diventa un ponte tra passato e presente, un dialogo eterno tra generazioni. E così, anche un/una giovane del nostro tempo può trovare in Springsteen non solo una fonte di ispirazione, ma una guida luminosa nel cammino della vita.

Arianna Villa è una giovanissima fan di Bruce Springsteen. Ha  18 anni ed è una cantante e chitarrista con grande passione per la musica, il cinema, la scrittura… e il Boss.

 

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