Bisogna aspettare la notte per sentire la voce di una città che piange. Bisogna aspettare la notte per incontrare un certo tipo di deragliati eroi, per vedere demoni e fantasmi circolare liberamente per le strade. E guarda caso eroi, fantasmi e demoni sono esattamente le creature che più attraggono Springsteen. Basta sfogliare i testi delle sue canzoni, uno dopo l’altro, per scoprire una verità inconfutabile: a dispetto di quell’abbagliante immagine da guerriero di ogni battaglia, da lucifero portatore di luce, la stragrande maggioranza delle sue canzoni è ambientata di notte. Anzi, interi dischi sono ambientati di notte. Dunque la sua arma nascosta è l’ambiguità, l’ingannevole e onirica opacità della notte, perché solo lì può parlare il linguaggio dei sogni, liberare i demoni come animali selvaggi tenuti troppo a lungo in gabbia, è il momento in cui la realtà si fonde e confonde coi suoi simboli, è il momento in cui i fantasmi reclamano al mondo dei vivi il loro diritto di cittadinanza.