‘O SOLE NOSTRO… 23 Maggio 2013, una giornata indimenticabile!

I VOSTRI COMMENTI, LE VOSTRE EMOZIONI

pic by Angelo Moraca

GUARDA L’INTERO CONCERTO:    YOUTUBE

26 Maggio 2013. Sono passati quasi tre giorni dal concerto…e chi ci segue, sa che generalmente a poche ore da esperienze così intense, segue sempre un tentativo di rielaborazione, razionalizzazione di quanto vissuto…a partire dalla cronaca del concerto fino a quelle emozioni più recondite che il nostro uomo del New Jersey ci costringe sempre a palesare attraverso lacrime calde a frotte, frasi deliranti, espressioni estatiche che ci restano stampate sul volto per giorni e giorni. Beh…stavolta, rinunciamo a compiere questo difficilissimo step della “formalizzazione-di-ciò-che-informalizzabile”, perché abbiamo trovato chi l’ha saputo fare meglio di noi…ovvero VOI. Sono così tanti i post, messaggi in posta privata, i racconti che ci avete inviato che ci sembra più giusto che questa cronaca avvenga attraverso le vostre voci, piuttosto che solo le nostre. Avete scritto in modo straordinario, appassionante e appassionato, che coniuga competenza e passione e per questo ancor più godibile e coinvolgente (per la quale riportiamo a seguire il link) ai commenti che moltissimi di voi, italiani e stranieri, ci hanno spontaneamente inviato sul concerto e sulla nostra città: il vostro entusiasmo, le vostre sensazioni, la vostra gioia interpretano in pieno l’entusiasmo, le sensazioni e la gioia di tutti noi e di tutti coloro che avrebbero voluto saper esprimere così bene le proprie emozioni. Leggere i vostri commenti prolunga la nostra commozione e ci conferma che non si è trattato solo di un sogno. Ed è per questo che vi invitiamo ancora a inviarci i vostri pensieri, che aggiungeremmo di volta in volta a quelli già ora presenti. Ci sembra anche il modo (uno dei mille modi che vorremmo trovare) per ringraziarvi tutti e per dimostrarvi che il Pink Cadillac non è solo di pochi, ma è di tutti coloro che vogliano condividere questa magnifica, sana, forte e profonda passione con noi.

Stefano Spoletini

L’emozione è indescrivibile. E quando parlo di emozione parlo di un’esperienza che complessivamente mi lascerà un ricordo indelebile per tutta la vita. Sono arrivato a Napoli, lo ammetto, con qualche pregiudizio innescato dalla rete malefica e ho trovato al contrario una situazione idilliaca già a partire dal martedì prima. I ragazzi del Pink Cadillac stavano gestendo la fila con massima serietà e grande serenità. Mi hanno accolto, dato il numero e mi hanno consigliato itinerari per la città che mi hanno consentito di scoprire Napoli in tutta la sua bellezza e magia. Tutto nella massima spensieratezza. Ho passeggiato nei Quartieri Spagnoli senza alcun problema anche la sera e ho chiacchierato con dei ragazzi che mi hanno accompagnato per i vicoli fino al Teatro Augusteo (mi ero perso). Napoli è meravigliosa e la gente ancor di più. Non dimenticherò mai la bellezza dell’appello in galleria Umberto, la fila sotto il San Carlo, l’ordine e la grazia con i quali è stata gestita quella che ritengo dopo tanti concerti l’attesa più bella di tutta la mia vita di fan. Grazie Pink Cadillac. E poi il grande concerto. Dal preshow fino alla Thunder Road acustica, è stato fantastico! Un’emozione dietro l’altra… la cornice meravigliosa con luna piena, palazzo reale e portico sembrava aver incantato anche la band sul palco. Bruce è stato al massimo, chiama la “sua gente” (Bruce ha origini napoletane! fino a l’altro ieri sapevo solo che era meridionale) e le dedica brani su brani. Sembrava lui stesso incantato dalla bellezza e dalla gioia di quella piazza. I richiami alle sue origini sono tanti e l’emozione è alle stelle, anzi alla luna. Mi dicono che è piovuto…ma non me ne sono accorto! Forse perchè ero in un’estasi divina che solo chi è stato a un concerto di Bruce può capire. Agli altri dico: UNA volta nella vita, almeno una, andate a un concerto del Boss, per carità divina! Fatelo per voi stessi! Non potete passare in questo mondo senza concedervi questa emozione! Sarebbe un grande spreco! E se poi volete aggiungere una città come Napoli…sarebbe il massimo (e ve lo dico da polentone!).

Erika Biagini:Sto ancora piangendo guardando i video, incredula nel ripetermi che c’ero anche io, che ho visto quella grande festa nella piazza più bella che abbia mai visto. Le critiche di chi non riesce a capire le lasciamo da parte, ho potuto appurare con i miei occhi la bellezza della città partenopea, e la gentilezza dei suoi abitanti. Non ne ho mai avuto alcun dubbio da quando vi ho conosciuto, siete una realtà meravigliosa di passione e dedizione, e non finirò mai di ringraziarvi per aver reso possibile un’emozione del genere. Nella mia giovane ignoranza e nella mia pochissima esperienza posso affermare che quello di giovedì è stato un concerto che rimarrà nella storia… È la sua città. Un abbraccio a tutti ragazzi, ci vediamo presto, grazie ancora!

Graziella Casablanca: ho passato due giorni a Napoli meravigliosi: ho preso il caffe dal Professore, la pizza da Michele…ho provato i dolci più profumati e deliziosi del mondo e sono stata a contatto con i napoletani che sono persone generose e seimpatiche e neanche per un momento mi sono sentita in pericolo, neanche rientrando a piedi a notte fonda dopo il concerto! grazie Napoli per questa bella vacanza!!

Naples – My first European showby springsteenmets11 (BTX): All I can say is WOW!! What an amazing week I’ve had in this amazing city. I came here on the tail end of a program I was on on in Israel figuring I should catch at least one European show while I was overseas. After a day and a half of being a tourist in Rome and Pompeii, I headed over to the Piazza to get my number for the queue. I was given 158 and told to come back at 10pm for the next roll call which was a system I had never experienced before. Back at the hostel I met this amazing group of fans from Belgium and Holland who I would end up spending the next few days with. I also met a guy from Philly who had no idea Bruce was in town when he came here and agreed to get a ticket and queue up with us. I grabbed the hostels guitar and we sang Bruce songs for the next two nights. The Show itself was incredible. We had to wait on line from 7am until showtime which was extremely tiring, but well worth it. When they finally let us into the stadium i grabbed a spot two people behind the center platform. Never in my life have I experienced such an amazing and energetic crowd. Before the show they sang songs in Italian, they sang the ohh-ohh’s from Badlands, they cheered the crew whenever they took the stage. Once the show started it was mayhem. We jumped, clapped, sang, hi-fived, hugged. The rain just added to the amazing atmosphere and when it cleared up during Sunny Day it was like magic. Your could tell Bruce was digging the crowd as I’ve never seen him so into a show before. The acoustic Thunder Road as a closer was the icing on the cake for an amazing night. I now finally understand why people say that European shows are better than American shows. Yes, the setlist was comprised of all hits, but it didn’t matter. The amazing people I met in the hostel, on line, and at the show( including a ten year old boy who was seeing his 8th show!!!) made this an extremely memorable week that I will never forget! Ciao!

Springsteen secondo me di Krynor  (http://borntoburnlies.tumblr.com/post/51301256296/springsteen-secondo-me):

Questo è il settimo tentativo che faccio per cercare di raccontare in maniera adeguata il concerto di Springsteen a Napoli due giorni fa. E sono sicuro che anche questa volta non sarò soddisfatto del risultato. La verità è che certe cose semplicemente non sono fatte per essere raccontate. Forse neanche capite. Le sensazioni che ho provato non riesco a metterle per iscritto. Non dirò quanto è fuori dal comune, che esperienza ultraterrena è un concerto di Bruce, perché ormai si sa che dal vivo è il migliore di tutti, di sempre. E questo lo sanno anche i sassi. Uscire sul palco due ore prima dell’inizio per allietare l’attesa di ventimila persone suonando due brani acustici e una volta conclusi rispondere alla folla già sovraeccitata “ci vediamo più tardi” come a dire “sto aspettando anch’io impaziente che il concerto inizi, e lo sto facendo come voi, solo dall’altro lato del palco”, quello, quello era già la prova che tu non stavi per vedere solamente una performance di grandi professionisti. Bruce ama il suo pubblico almeno quanto il pubblico ama lui. E lo vizia, e lo coccola. Stravolge le sue scalette chiedendo alle persone “cosa volete che suoni?”, un ragazzo risponde “suoneresti Rosalita? Accanto a me c’è la mia ragazza che si chiama nello stesso modo”, lui raccoglie la richiesta e la esaudisce, poi torna dal ragazzo ormai sconvolto e gli stringe la mano, con la fidanzata accanto che stravolta da lacrime di emozione urla “grazie, grazie, grazie!”.

Quello che Bruce vuole fare è cercare di far capire alla gente che i suoi concerti sono i LORO concerti. La sua musica è la NOSTRA musica! Non c’è nessun muro che divide la E Street Band dal suo pubblico. “We need you!” urla prima di Spirit in the Night. Abbiamo bisogno di voi! E per questo invita dei perfetti sconosciuti sul palco, e non solo per ballare come di consueto, ma anche per suonare. La chitarra acustica che poche ore prima usava lui stesso per This Hard Land e Growing Up, la mette in mano a una ragazza che a malapena sa come si tiene, e le dice “suona con noi, divertiti!”. E la ragazza lo fa, e tutti i musicisti la seguono imitando i suoi movimenti.

Noi tutti siamo la E Street Band.  Lo siamo quando ci viene dato il microfono in mano per cantare con voce stonata Waiting on a Sunny Day, lo siamo quando abbracciamo Bruce e danziamo con lui Dancing in the Dark, lo siamo quando in Born to Run si avvicina da noi, si sfila la chitarra e ce la porge lasciandoci tormentare a caso quelle povere corde, lo siamo quando ci dice che noi siamo la sua famiglia, che questa è la sua casa. E dopo aver cantato My Hometown dedicando la canzone a Vico Equense, parte con la canzone più antiamericana di sempre, Born in The USA. Praticamente il 23 Maggio a Napoli Bruce ha fatto una dichiarazione d’amore all’Italia. Il concerto chiude come era stato aperto. È iniziato con O’ sole mio, ed è terminato con Thunder Road acustica. Uno pensa: “in quarant’anni di carriera sarà stato già tutto visto, già tutto fatto”. E invece no. Invece Bruce Springsteen è sempre capace di sorprendere. Quello che ho pensato di ritorno da Napoli è che dalla prima volta che ho visto Bruce in concerto ho subito realizzato che lui non è distante da noi. Mai. Non è distante da noi quando lo sentiamo in radio, e non lo è quando ritira un Grammy o un Oscar circondato da millemila vip. Lui stesso non è un vip. È uno di noi, e vuole che noi ci sentiamo parte del suo gruppo. Lui porta nel cuore tutte le esperienze col suo pubblico. E per questo fa di tutto per renderle il più speciali possibili.

Giovanni Menna: Ieri ho imparato che solo i sogni più assurdi e più belli possono diventare “veri”. Ci volgliono “solo” tre cose: uno sciamano giusto (tipo chessó … vabbé hai capito), un contesto ideale (tipo la città più assurda e più bella ) e poi diecimila cuori di amici (quelli più antichi o magari conosciuti ieri) con i quali condividere quel sogno e senza i quali quel sogno perde ogni significato e non saprei che farmene. Concedetemi pure di scrivere che un napoletano in questo è facilitato, suvvia. Ieri sera c’erano tutte e tre queste “cose” e io non so dire se sono più pazzo per questa felicità o più felice per questa pazzia. love

La Napoli del Boss di Roberta da Bergamo

Dico solo questo…le parole non mi vengono ma ho ancora i brividi sulla pelle! Napoli è stata un’esperienza fantastica! Un concerto esaltante, uno dei più belli tra quelli del Boss che abbia mai visto. E non perchè Bruce abbia tirato fuori qualche chicca particolare… la setlist è stata tra quelle, diciamo, “consuete”…ma evidentemente la bellezza di un concerto del Boss non sta solo nella sequenza dei brani scelti, ma in tutta una congiuntura di fattori. E a Napoli c’erano tutti: la bellezza e l’unicità della location, la simpatia e il calore delle persone, la perfezione assoluta di come i ragazzi del pink cadillac hanno gestito dall’inizio alla fine la questione “fila” e pit in mezzo al centro cittadino, la solidarietà dei passanti, lo splendore del centro storico, l’onestà delle persone, i mille aneddoti da raccontare. Secondo me, il Boss non può non aver sentito tutto questo! Bruce ci ha regalato due pezzi a sorpresa prima dello show, un dono inaspettato che ci ha messo in uno stato di esaltazione e commozione che già quello valeva il  prezzo del biglietto! Mai assistito a un pre show prima di allora, mi sembra che solo in Spagna ce ne fosse stato uno  ma per i giornalisti presenti… Sentivamo che qualcosa di grande da lì a poco sarebbe accaduto!  E così è stato. Da O’ Sole mio in poi abbiamo perso la cognizione del tempo, per entrare in una dimensione di sospensione della realtà  scandita solo dalla voce di Bruce e dal canto delle migliaia di sorelle e fratelli in quella piazza. My Hometown l’avrò sentita decine di volte…ma stavolta è stata la più bella di tutte… perchè quando ha aperto lo striscione con Steve ha capito che quella era davvero la sua gente, e si è creato un pathos difficile da descrivere. Non sono napoletana, ma quell’emozione me la sentirò addosso tutta la vita, ogni volta che ripenserò a quel concerto.

Meet me in the dream of this hard land di Valerio Bruner

 http://www.levanteonline.net/index.php/campania-cult/8676-meet-me-in-the-dream-of-this-hard-land-la-notte-in-cui-il-profeta-ci-parlo-del-sogno-di-una-terra-promessa.html

Le emozioni di un fan di Enrico Iacolare

E’ stata un’avventura questa, non solo un’esperienza. Sono andato a vari concerti nella mia vita. Ho visto bands come Oasis, Deep Purple, Mark Knopfler, Kasabian, Il Teatro Degli Orrori, Killers, Franz Ferdinand. Ma essere un fan di Springsteen è far parte di un’altra categoria. Ed assistere ad un suo concerto è qualcosa di ancora più superiore. E’ migliaia di spanne più in alto degli altri. Non abbiamo assistito ad un concerto, ma a qualcosa di leggendario, di Storico. Lo abbiamo accolto come se fosse uno di famiglia e lui ci ha risposto contraccambiando il sentimento. Sembrava di stare in un ambiente familiare: tutti gli amici Pinkers, nuovi amici conosciuti durante gli appelli dei giorni scorsi, le ore passate fuori l’hotel e le persone che hanno dormito e non con noi sotto alla galleria, cantando con noi mentre suonavamo le sue canzoni. Questo è stato personalmente il concerto più bello di tutta la mia vita. La cosa “strana” è che lo dico dopo ogni volta che sono stato ad un suo concerto. Sarà una coincidenza? Non direi. Siamo stati pazzi? Sì, lo siamo stati. Ma se queste pazzie non le facciamo adesso, beh…quando? Abbiamo condiviso un’esperienza unica nel suo genere. Chi non c’è stato non può capire.

Proud to be a Pinker and to be a Bruce’s fan!  Grazie a tutti di cuore.

Le emozioni di un fan di Dario Ruscetta

Ringrazio il Pink CadillacMusic, visto che siete gli unici Napoletani che “conosco” collegati al meraviglioso mondo di Bruce…vorrei ringraziarvi perchè, nonostante le parole di merda, Napoli è davvero come viene descritta: “è” !  “This Land is Your Land”, ma per due giorni l’avete fatta sentire anche mia e di chi era con me, indirettamente certo…ma cosa sarebbe Napoli senza i Napoletani? Si è vero, a Napoli ci sono le teste di c* , ma ne più ne meno che a Milano, Palermo, Aosta, Modena, Bologna, Udine, etc etc etc. Si è vero, a Napoli, e al Sud in generale, ci sono tanti problemi, ma i Napoletani sono li per dimenticarsene e vivere. Grazie di cuore perchè è stato uno dei concerti più belli che io abbia visto, o almeno il più caldo. Il Grazie per una volta vorrei darlo a chi ha ospitato Bruce e la E-Street, so cosa vuole dire un concerto in una città fredda (in tutti i sensi), e Voi lo avete trasformato in qualcosa di Memorabile! Grazie ancora, e per favore, dividete questo Grazie con chi vi sta accanto e con i vostri concittadini. Un abbraccio dalla “ora fredda” Modena

 Massimiliano Driveallnight Bini:  Sono rimasto affascinato dal cuore grande dei napoletani che ho incontrato in questi 3 giorni.

Le emozioni di un fan di Giosuè De Luca

Pensavo, dopo aver visto centinaia di concerti rock, di non poter avere più “sorprese” ovvero di aver visto le cose più belle ed emozionanti della mia musica preferita…..mi sbagliavo…..avevo visto solo dei “concerti”, ieri sera ho visto non un concerto ma una “FESTA ROCK”, il Boss ci ha letteralmente incantati e travolti con una esibizione emozionante, viscerale e tecnicamente perfetta. Springsteen suona a 63 anni suonati con l’ energia e la voglia di un “ragazzino”, fa “comunella” col pubblico, si diverte come un matto lui più di chi lo ascolta. La serata non era delle migliori pioveva e a metà concerto la pioggia è diventata un mezzo nubifragio, ma nessun “pazzo” ha nemmeno per un secondo pensato di andarsene, siamo rimasti tutti a bagnarci, felici di ascoltare uno che ci sembrava l’ amico che conoscevamo da sempre, Bruce non si è fermato un attimo ha continuato a suonare e sembrava non volesse andarsene…..alla fine dopo una Thunder Road meravigliosa ci ha salutati lui più contento di noi lasciandoci il ricordo di una serata di quelle che ti riconciliano con la vita. Spero e credo che prima o poi tornerà a Napoli, lui si sente uno di noi, ci ha detto la mia famiglia è del sud io sono del sud…..sono tornato a CASA……non trovo altro da dire che “GRAZIE BRUCE”

THE DAY AFTER – The Boss Experience di Alextheslender

 Il giorno dopo un concerto del Boss accade una cosa che vorrei che ognuno provasse: si guardano tutte le cose da un’altra angolazione. I problemi, le sofferenze, se ci sono, non scompaiono, certo.  Ma dentro di te assumono una dimensione diversa, più,come dire, congrua. E trovano la giusta collocazione.

 E’ raro vedere ad un concerto una moltitudine di persone così eterogenea come età: c’erano 50-60 enni ma anche ragazzi di 15-16 anni: padri e madri con i figli e persino qualche nonno; e sui volti di ciascuno ho visto la stessa cosa: gioia. Non so come definirla meglio: tutti sembravano proprio contenti di essere al concerto, tutti si esaltavano alle note di “Out in the street” o “Twist & Shout”; tutti si commuovevano durante “The River” e molti piangevano (tra cui io); tutti saltavano durante “Rosalita”; tanti erano sul palco, con il cuore, quando durante “10th Avenue Freeze-out”, sono passate sul megaschermo le immagini di Clarence Clemons e Danny Federici, gli E streeter passati ad altra Band, più alta: sono sensazioni fortissime. Pochi cantanti riescono a farti fare un viaggio all’interno di te stesso e riescono a tirare fuori il meglio che c’è in te; e in quanti concerti, se comincia a venire giù acqua a secchiate, il cantante esce dal palco e va sotto la pioggia, per condividere il disagio con il suo pubblico? Ai concerti di pochi esci cambiato e ricominci ad affrontare la vita con un altro spirito: in questo c’è la grandezza del Boss .

I will provide for you
and I’ll stand by your side
you’ll need a good companion now
for this part of the ride
leave behind your sorrows
let this day be the last
tomorrow there’ll be sunshine
and all this darkness past

si ascolta in “Land of hope and dreams”. E qui, cito Gian Luca Gennaro, amico di sempre e con me al primo concerto del Boss del 21/6/1985 allo Stadio San Siro: “A chi dice “certo gli ultimi album non sono più come Born to Run o Darkness on the edge of town rispondo: Devi compiere almeno 40 anni. Poi ascolta Land of hope and dreams e ne riparliamo”. Definirei un concerto del Boss “Indescrivibile”: come si fa a descrivere l’Amore? In molti, da centinaia di anni ci hanno provato, e alcuni sommi della letteratura o della musica si sono avvicinati moltissimo. Ma per capire veramente l’Amore bisogna viverlo. Così è anche un concerto del Boss: non basta ascoltare la sua musica, o vedere i video, o leggere i testi: bisogna viverlo. E ieri, in 25.000 o giù di lì, l’abbiamo vissuto, abbiamo toccato con mano, ci è entrato dentro, ci ha cambiati; o meglio, a cambiato il nostro approccio alla vita; almeno per un po’; almeno fino al prossimo concerto. Grazie Bruce

Neapolitan experience di Chiara CrazyJaney Rockyground

Ricapitolando…..siamo andati a Napoli in treno perchè tutti ci dicevano che ci avrebbero rubato la macchina (a un mio amico è successo a Torino)… abbiamo mangiato una pizza stratosferica con mozzarella di bufala, birra, coca e abbiamo speso € 9.50 in 2 (ma la luce, l’acqua, la farina non costano come qui ?)….all’uscita dalla pizzeria veniva un’acqua che Dio la mandava e ci hanno obbligati ad accettare un ombrello….chi ci ha affittato l’appartamento (pulito, bello, economico, a 20 metri da piazza del Plebiscito) è stato super disponibile per suggerimenti e consigli, in funicolare un ragazzo si è alzato e ha ceduto il suo posto ad Ago… sfatiamo i luoghi comuni…farabutti e disonesti sono dappertutto, come gli onesti e le brave persone…..ah,dimenticavo….i calzini comprati in galleria del corso (per forza) lavati a 60° e asciugati in asciugatrice sono rimasti tali e quali,veramente di ottima fattura!

Dario Ruscetta: Il territorio di Napoli (e la Campania) sono, purtroppo, vittime di un’ Italia con troppi padroni e poco cuore; grazie al cielo esistono i Napoletani (e i campani) che con il loro cuore e spirito ti ricordano che lo Stato e la Camorra (troppe volte abbracciati tra loro) sono solo due maschere di uno spettacolo eterno chiamato “Vita”. P.s: ho comprato anche io le calze, e l’ho fatto nel momento in cui il ragazzo, con un sorriso gigante, ha detto “non voglio i soldi, voglio vendere…non è granché, ma meglio che rubare”

Antonella Tempestini: Avevo dei timori, ma non per Napoli solo perchè ero in giro di notte con mia figlia e dovevo tornare in stazione…in breve mentre chiedevo il bus più veloce due ragazzi si sono avvicinati e si sono offerti di accompagnarci a piedi visto che abitavano da quelle parti, con noi intanto c’era anche altra gente, la cosa che mi ha colpito è che quando siamo arrivati in stazione i ragazzi mi hanno ringraziato più volte perchè mi ero fidata di loro. Ancora penso a questa cosa perchè trovo assurdo avere dei pregiudizi verso persone che neanche conosci. Comunque grazie Enzo e Salvatore...

Luca Lanini: Il concerto di ieri sera di Bruce a Napoli è stata una straordinaria dichiarazione d’amore a questa città e alla sua gente. Un amore ricambiato, direi… Se anche alcuni fan di Springsteen smettessero di andare ai concerti nella speranza di sentire l’unica esecuzione di un’oscura outtake del 1975 e si abbandonassero alla magia e alla trascendenza di alcuni show, forse camperebbero meglio e si divertirebbero di più… A parte il pregiudizio antimeridionale che ho letto in tanti commenti e su cui stenderei un velo pietoso, per carità di patria, i febbrili compulsatori di setlist dietro il monitor di un computer sono una bizzarra mutazione genetica del fan springsteeniano. Per loro il massimo è collezionare la “figurina” della canzone rara (che spesso è rara per un motivo: non è all’altezza del resto della produzione) di cui potersi poi vantare con gli amici. Della straordinaria intensità di esecuzione di canzoni (a ragione più) note non gli importa nulla. In loro l’aspetto emotivo è completamente rimosso e prevale quello collezionistico… Non per rinfocolare una polemica, ma la lista del concerto di Napoli, gestita in condizioni impossibili (un diluvio universale, 800 persone negli spazi ristretti di un centro storico…) da napoletani, belgi e fan provenienti da ogni parte d’Italia è stato l’altro grande successo di questa data

A big thumbs up to the people who organized the line!!!!!!!!!! by watergirl (BTX)

My oh my, what a show! It was my 50th gig and it couldn’t have been move special. True, on paper it may not look all that exceptional, but the whole thing was just perfect. From the surprise acoustic opener (I was at the bar – worst timing ever!!!!!!) to the show starting with one of my favourite songs, ‘Long walk home’, an early ‘Rosalita’ for a very happy looking couple, the rain that seemed to invigorate Bruce, ‘Pay me my money down’ (sounds great with the E Street Band – I loved Curtis’ and Michelle’s decorated umbrellas), ‘Prove it 78’ (I had not seen this live before), ‘The rising’ sounding surprisingly powerful, Bruce joking with a ‘Bruce puppet’ during ‘Twist and shout’ and the lovely last encore. And what a beautiful setting, with all these statues of horses and lions looking on. I thought Bruce was in great voice. The sound seemed a bit murky to begin with but was fine from WTCOOO onwards.

 A big thumbs up to the people who organized the line. This was the total opposite of what I expected in Naples (sorry!). Rolecalls were very reasonable (only 3 per 24 hours) and because it was done in groups of 50 it was all over and done with in 15 minutes each time. The 10 p.m. rolecall on Wednesday in the beautiful Galleria Umberto I was particularly memorable. I think there were nearly 500 people by then, and you could hear the rain and thunder raging outside!

The last day was a tougher wait, but thankfully the weather was good for most of it and I met lots of people while sitting around. A big thank you to Martino and all his helpers for running things so well. Also, it was nice to meet you Mets. Have a good trip back to the U.S

Domenico Lellis: Una vera meraviglia, energia allo stato puro …E ci aggiungo anche che senza l’immancabile pioggia dei suoi concerti non sarebbe stato lo stesso !!!!… Un grande bravo ai ragazzi del Pink Cadillac che si sono fatti un mazzo tanto x gestire una “pit list” x una piazza (evento unico), cosa non semplicissima, soprattutto x la nostra citta’, dove qualche dubbio lo avevo….. Alla fine uno spettacolo unico, in una cornice unica !!!!

La prima volta di Davide Mammano

Giovedi ho assistito ad un grandissimo evento, il mio primo concerto di Bruce Springsteen. In piazza si respirava un aria davvero particolare, li ho conosciuto tantissimi fan di tutte le età, con loro ho condiviso fin dal primo giorno di pit (Lunedi) ogni secondo di questa mia nuova esperienza musicale e di vita. Mai avrei immaginato di trovare un organizzazione cosi perfetta e socievole con tutti noi fans nuovi e di avanzata esperienza. Se potessi ritornerei indietro e rivivrei ogni minuto insieme a tutti voi, questo mio primo concerto mi ha davvero cambiato la vita, il Boss trasmette una carica davvero unica, nonostante l’età fa ancora divertire tutti noi e spero lo faccia ancora per moltissimi anni. Beh che direi.. grazie a tutti voi dell’organizzazione, e grazie anche al mio amico Enrico Iacolare che mi ha fatto conoscere questo spettacolare artista unico al mondo!!

Domenico Bruce: Un concerto che è già leggenda. Lo si è capito dall’apertura con “O sole mio”, passando per una Pay me my money down infinita sotto il diluvio mentre lui cantava ballava e si bagnava con noi. Poi un’ intensissima My hometown e sappiamo tutti il motivo e Thunder Road acustica che non si può neanche commentare. Ci sono cose che devono essere fatte almeno una volta nella vita. Una di queste è andare ad un concerto del Boss…è una cosa indescrivibile, solo chi c’era può capire.

Nello Corrado:  Con la partenza del treno si chiude la settimana Napoletana. Cosa scrivere? In questi casi si cammina sul filo e si rischia di cadere nella banalità e nel retorico. Dovrei scrivere che mi hanno aperto la porta e son stato trattato non da ospite, ma come una persona che ritorna a casa sua. Dovrei dire che non mi hanno fatto aprire il portafogli. Dovrei dire che son stato felice di abbracciare vecchi amici e conoscerne di nuovi. Dovrei dire che son stato guidato nei luoghi più belli della città. Dovrei dire che mi hanno fatto abbuffare, quasi da diventare obeso. Dovrei dire che son stato istruito sulla storia di piazze, monumenti, chiese, palazzi e quanto di importante dovevo sapere. Dovrei dire che fare gli appelli accanto al palazzo reale, non è la stessa cosa rispetto al parcheggio di un palazzetto. Dovrei dire che l’appello in Galleria Umberto I rimarrà nella mia memoria per sempre. Dovrei scrivere della unicità nel male e sopratutto nel bene di questa città. Dovrei raccontare delle confessioni di molti amici che giunti in città con molti pregiudizi, hanno ammesso di essersi sbagliati. E tanto. Dovrei anche dire di quanta miseria impregni la testa di amministratori e sovrintendenti nel definire quasi nocivo alla città questo concerto. Vero Mr.Trotta? Dovrei raccontare di quanta gioia ho provato a vedere una cara amica ballare con Quello lì sul palco. Dovrei scrivere di una piccola soddisfazione personale avuta nel dare un aiuto ad una amica per una intervista. Dovrei scrivere di una piccola soddisfazione personale avuta nel presentare S. a tanti amici, facendo scoprire a loro quale magnifica persona ella sia. Dovrei dire che godersi Pompei in compagnia di S. & E. è stato bellissimo. Dovrei dire che tutta la sequenza di ciò che mi è capitato in questa settimana é irripetibile. Dovrei dire e raccontare un sacco di cose, ma per non essere banale non dirò niente Ma almeno un enorme GRAZIE, cumulativo lo posso scrivere?

Rosalita Caramella … dio mio  dal palco davanti a loro no spalti in cemento,nessuna spianata di periferia ,ma una Reggia,e che reggia con tanto di significato e passato storico. La cupola della galleria (conoscete qualcosa di meglio al mondo che possa dare riparo ai fans? ),un centro città viva ed imponente, un ombelico che rappresenta il vecchio fasto, l’architettura, la vivacità e le contraddizioni della città e sono proprio queste contraddizioni che fanno Napoli una città unica…..ed intorno, come un abbraccio altri edifici bellissimi che ti catturano gli occhi e te li elevano fin lassù ad ammirare un castello,un rincorrersi di case e di luci di alture e girando lo sguardo arrivi allo scorcio de golfo e del Vesuvio messo lì a chiudere questo cerchio. Non credo che Bruce e la sua band abbiano MAI avuto una visione del genere…..primo concerto in piazza, no primo concerto in un concentrato di bellezze paesaggistiche naturalistiche ed architettoniche! La passione e l’affetto dei fans si trovano dovunque lui e la sua band suoni, ma credo che nei loro occhi, e quindi nei loro cuori, difficilmente non ci sarà posto per questa CARTOLINA che la città ha regalato loro.

Seppur avvezzi ai migliori alberghi,nei centri storici più importanti ed eleganti (da Firenze a Venezia, da Roma a Milano….per carità tanto di cappello) ma vuoi mettere anche per la E Street Band quello che Napoli ha regalato loro? Il golfo!!!!! una meraviglia di veduta, un  respiro ampio, una vista che ti rasserena e ti fa amare la vita, facendoti sentire fortunato di vivere….anche con nuvole e pioggia  con i loro colori cupi e turbolenze.
Secondo me dobbiamo esseri fieri di aver dato loro il regalo più bello…..uno dei luoghi più belli della nosra città e del mondo…questo è stato quel qualcosa in più che, se possibile, ha aggiunto ancora un pò di gratitudine “alla migliore droga legale che c’è in circolazione”!!!

Bruce Springsteen incanta Napoli di Rosa Iazzetta:

http://unicachannel.com/bruce-springsteen-incanta-napoli/

‘Day after Boss’ di Mariangela Cerruti

Sono passati quasi 4 giorni e mi pervade ancora la sensazione di irrealtà del ‘day after Boss’. Il mio primo, tanto desiderato concerto di Springsteen! Quando è apparso all’improvviso con due ore di anticipo sono rimasta interdetta, come in un sogno pensavo “ma allora esiste…è reale…” A un passo da me, la leggenda, l’uomo che mi ha insegnato uno stile di vita con le sue canzoni, capace di infiammare in un momento migliaia di persone e di far calare il silenzio in un attimo al suono dell’armonica…perchè Bruce non è un grande ma IL più grande ed il suo non è un concerto ma IL concerto! Difficile descrivere la magia di Piazza Plebiscito di giovedi’ sera, anche una splendida luna si è mostrata per rendergli omaggio! Ho visto la commozione dai 10 ai 70 anni, nessuno come lui riesce a trasmettere per ore energia positiva, ti trascina in una dimensione da brividi… E la grandezza dell’uomo prima del cantante che si tuffa sotto la pioggia per bagnarsi con noi, un’intera piazza che si emoziona per e con lui perchè Bruce è il suo pubblico e noi lo amiamo! E’ vero, solo chi era presente può capire ed io posso dire, con orgoglio, che c’ero!! Indelebile il ricordo di questa serata epica…la più grande emozione provata in 28 anni! Grazie Bruce e.. torna presto perchè, si, ‘This land is your land’ !!!

La mia richiesta esaudita! di Federica De Luca

Sono stata in fila dalle 10 (ero la numero 1021) quindi stavo nel pit. 14 ore di attesa… alle 16 e qualcosa Bruce è salito sul palco,da solo, e ha cantato This Hard Land e
Growin’ Up nessuno se l’aspettava! alle otto e qualcosa è iniziato il concerto vero e proprio con o’sole mio e poi non scendo nei dettagli perchè non saprei come descrivere quel arco di tempo…inizia a piovere, io tengo alto il cartellone con la mia richiesta:radio nowhere…Bruce mi guarda (non stavo esattamente sotto il palco… tipo 7-8 fila davanti al microfono) mi indica e fa segno di volere il mio cartellone un paio di volte finchè la gente non capisce cosa voleva…gli passano il cartellone lui lo mostra alla telecamera e alla e-street band e parte la musica io sono in delirio non riesco a crederci!poi continuano a suonare. quando inizia a cantare Who’ll Stop The Rain smette di piovere MIRACOLO hahah (nessu articolo riporta che quando suonano pay my money down si avvicinato tutti ad una ragazza/un ragazzo,non so, con un cartone su cui scritto ”oggi è il mio compleanno fammi una sorpresa) poi il concerto continua (tutti completamente fradici: fan, bruce e e-street band hahah) fino a quando dopo Twist And Shout bruce rimane di nuovo solo sul palco con chitarra acustica e armonica… dice che avrebbe concluso il concerto come fece 16 anni prima e ci suona thunder road. come anche l’anno scorso, a milano, non riesco ancora ad ”accettare”,dopo 4 giorni, di essere stata sotto quel palco e tutte le emozioni che è riuscito a sprigionare in me con la sua voce continuano a portarmi altrove.

Grazia Tessitore: Provo a descrivere come mi sento..sono passati 4 giorni e faccio fatica a scendere coi piedi per terra. È stato tutto perfetto e come sempre la sensazione che si prova e’ quella di un padre che ti abbraccia, che ti ricorda chi sei, che rimane fedele a se stesso, che non tradisce.

Quando tutto finisce rimani sospeso tra lo stupore, l’adrenalina e la malinconia. Ho letto che in tanti ci sentiamo un po’ malinconici. Bruce l’ho scoperto da poco. Mio marito e’ un appassionato da sempre, negli anni mi ha parlato tanto di quanto quest’uomo l’avesse aiutato, spesso, a rialzare la testa e quanto l’abbia aiutato a capire meglio chi stava diventando mentre cresceva e mentre suonava piano le sue canzoni. Solo per questo l’ho amato Bruce, per quello che vedevo negli occhi di mio marito. Poi nel 2009, quando ci siamo sposati, il nostro viaggio di nozze e’ stato in parte al Glory Days , un simposio che viene organizzato nel New Jersey, grazie al quale abbiamo visitato Asbury Park e passato una serata allo Stone Pony. Di ritorno in Italia questa passione ha iniziato a contorcere il cuore anche a me, con tenerezza, con la gioia di sapere che c’è qualcosa nella vita che ti prende e ti porta via e poi ti riporta a te stesso.Mi sto dilungando troppo..ma quello che volevo dire e’ che è meraviglioso leggere tutti questi racconti, condividerli, provare le stesse cose e raccontarsi. Un po’ come abbracciarsi.

Napoli e’ stato un momento magico, incredibile. Per il resto forse non ci sono parole giuste per descrivere il cuore, ognuno ci mette tanto di suo dentro un sogno.. Ok mi fermo

Grazie ai ragazzi pink cadillac per tutto quello che hanno fatto e continuano a fare!!!

Bruce……energia positiva e voglia di vita di Antonella Magnatta

Mi chiamo Antonella e lo seguo dal 1985, il concerto di Napoli è ancora nelle mie emozioni e sensazioni bellissime e positive. Penso che solo un artista come lui sia capace di fare questo effetto.
Bellissimo l’esordio del concerto…..quelle fisarmoniche che suonano ‘O sole mio…..in maniera country, che ricorda un tempo passato e sempre attuale, forse come l’aveva ascoltato suo nonno prima di partire per l’America.
Ha ragione lui a sentirsi un uomo del Sud, del sud Italia. Non è una affermazione di maniera, come qualcuno ha malignamente affermato. Oltre al dato anagrafico, c’è di sicuro che è proprio il suo modo di essere che si ispira a questa terra e alle sue radici.
La sua forte componente empatica e comunicativa che trasmette energia positiva e voglia di vita. La sua vena giocosa e capace di fare una grande “ammuina”, sul palco. La sua generosità e la voglia di esagerare nelle sue performance, fino all’ultima goccia di energia, Le sue canzoni tenere e appassionate, intime e piene di passione collettiva e popolare.
Per dirla tutta, da un certo punto di vista, mi sembra che le sue doti artistiche siano migliorate, con il tempo. Più maturità, più consapevolezza e, forse, anche più forza positiva per superare le difficoltà.
Un grazie speciale a voi Pink Cadillac, che da quanto ho letto, avete fatto tanto e saputo rendere questo concerto davvero unico ed irripetibile, per noi spettatori, ma anche per lui.
Quando ha concluso con “Ve voglio bene assaie” io ci ho creduto e penso tantissimi di noi presenti. Come diceva Dante……”Amor che a nullo amato amar perdona….”

Bruce, a man from the moon… di Daniela Barberio

Martedì. Forse oggi è passato tempo sufficiente per prendere le distanze dalle emozioni di pochi giorni fa, e provare a rispondere a chi ti chiede “allora, com’è stato?
In realtà, le parole ancora stentano a venire, a dare forma a qualcosa che si può soltanto esperire e non descrivere, come la magia di una notte stellata, come i colori di un alba infuocata in un mattino invernale…il solo esserci conta.
Forse di tempo non ne passerà mai abbastanza, perché quella sensazione di stordimento non ti lascia, perché tu non vuoi che ti lasci, perché la sola cosa che desideri è che quei brividi indescrivibili che lui ha saputo regalarti restino lì per sempre…
In quel video che da piccola guardavo continuamente, lui chiamava a ballare sul palco una dolcissima Coutney Cox, e tutte avremmo voluto essere lei, e lavorando un po’ di fantasia nei nostri sogni di bambine, quasi adolescenti, riuscivamo ad esserlo.
Invece, venerdì non è stato solo un sogno, lui era lì ad un passo da noi, e tra noi, ed ha suonato e cantato come soltanto lui sa, sorprendendoci senza risparmiarsi, riempiendo quella meravigliosa piazza, la nostra meravigliosa piazza, di un forza mista a gratitudine per una terra che sente sua…
Il sentimento di appartenenza non conosce confini quando gli uomini riescono ad andare oltre i propri muri mentali, e la musica ha questo potere, la musica unisce, sempre, e la musica dal vivo più di qualsiasi altra cosa, ma venerdì a Napoli non è stato soltanto questo. Non è stato soltanto ballare fino a non sentire più le gambe, ed urlare tra la marea di persone senza sentire la propria voce, questo accade a tutti i concerti ed è normale…è stato un INNO ALLA VITA, alla BELLEZZA. La prova che le emozioni, e soprattutto le emozioni condivise, sono la sola cosa per cui vale la pena di esserci, e quelle emozioni venivano fuori dal suo cappello magico, dalle sue mani, dalla sua gola…
Lui nella sua lingua, che è anche la nostra lingua, con la passione che trasuda da ogni suo singolo movimento, sa comunicare all’universo intero quanto può contare essere insieme, oltre le lingue e oltre tutti i muri, perché lui non viene da Vico Equense, e non è Born in the USA, lui è semplicemente “a man from the moon”…

Ho letto la nota di Lorenzo e mi è venuta voglia di scrivere cosa significa Bruce per me (anche perchè sono malata, chiusa in casa e mi sto annoiando da morire). E’ esattamente come dice Lui “siamo cresciuti insieme “, la mia vita è passata tra momenti di gioia, allegria, spensieratezza e momenti di preoccupazioni, sofferenze, malattie, lutti, problemi finanziari e di lavoro,separazioni e lui è sempre stato li, con me, la colonna sonora della mia vita,a tirarmi su se ne avevo bisogno o a sottolineare i momenti migliori… avevo 28 anni nell’88, quando l’ho visto a Roma e per me è stata la prima volta di tante cose: primo Bruce, prima volta a Roma, prima volta via da “SOLA”… ero già sposata e nonostante fossi abbastanza libera, dovevo comunque sempre rendere conto a un’altra persona e questo dopo 23 anni vissuti rendendo conto di ogni cosa ai miei genitori…Il giorno della partenza ,alle 5 del mattino,con Lorena l’amica che è sempre venuta con me a vederlo, la mia vecchia 500 ci ha lasciati  4 o 5 km prima della stazione ( !!!!), l’abbiamo lasciata appena giù di strada e per non perdere il treno, abbiamo chiesto disperatamente un passaggio….a un contadino su un’Ape che portava le fragole al mercato!!!!…..io seduta vicino a lui (sul suo cappello !!) e Lorena dietro in mezzo alle fragole,che detto così può sembrare molto poetico,ma noi eravamo nere !!! Conoscevo bene Born in the U.S.A. e pochissimo Born to Run,al ritorno ero pazza di Bruce ed è cominciata la corsa ad acquistare qualsiasi cosa con il suo nome…naturalmente vivendo sempre e comunque nell’attesa del concerto successivo. Non l’ho mai visto all’estero, prima perchè era già un problema litigare con mio marito per vederlo 2 volte lo stesso anno in Italia,poi, quando non ci fu più il marito ( tranquilli non è morto!),il problema più grosso per un bel pò sono stati i soldi che a malapena bastavano per pagare l’affitto. L’unica concessione a Bruce in quel periodo è stata RI-comprare tutta la sua discografia in CD, avendo già i vinili e….. i concerti,certo,per quelli i soldi li ho sempre trovati!!  Sono stata in transenna 3 volte ( quando non era pit e avevi la transenna che ti ammaccava le costole e la sensazione di avere le migliaia di ragazzi sul prato tutti sulle tue spalle) e i ricordi delle code,delle corse,delle chiacchiere (chissà quanti di voi avrò sfiorato o spintonato? ),delle sudate ! ( per me che sono alta,cioè bassa, un metro e uno sputo,e ho il naso ad altezza di ascella della maggioranza di tutti gli altri ,era un incubo! ),una volta a Roma ci spararono l’acqua con gli idranti per rinfrescarci un po’,a Verona invece ,il giorno di Pasqua,pioveva e faceva un freddo cane…Bruce è uscito frebbicitante,con giubbotto e bandana,ha cantato WHO’LL STOP THE RAIN? e ha smesso di piovere,poi ci siamo anche scaldati…..c’era un ragazzo vicino a me,mi pare fosse di Milano,che non riuscendo a esprimere la sua gioia,ogni tanto mi abbracciava e urlava ” bello vero? ti piace,ti piace? “….( se il concerto fosse durato un po’ di più forse ci saremmo fidanzati! ). Ricordo nel 93 a Roma in coda ai cancelli, una signora di circa 65-70 anni,vestito a fiori, borsa e cappellino di paglia che ci guardava sorridendo dalla strada….quanto l’abbiamo presa in giro!!…” penserà che siamo completamente pazzi e si chiederà per chi stiamo facendo questo!”…..poi durante l’attesa,nel prato, guardando sugli spalti….era là!!!!!Dopo il concerto abbiamo dormito buttate per terra in stazione Termini ,aspettando il treno che ci riportava a Bologna alle 5.30 del mattino, chiacchierando nei bagni con le prostitute che si lavavano e si cambiavano prima di prendere anche loro un treno che le avrebbe riportate a casa.  Sempre a Roma, vicino a me c’era un ragazzo che per tutto il concerto ha armeggiato con un registratore,rompendo anche un poco le palle per la verità e in quel periodo,non c’erano telefonini e internet,l’unico modo per essere più aggiornati possibile sul nostro mito era essere iscritto a una fanzine…io ero iscritta a FOLLOW THAT DREAM ( il grande Ermanno Labianca! ) e  dopo il rinnovo dell’iscrizione mi arrivò in regalo un CD con la registrazione di una trasmissione televisiva cui aveva partecipato Bruce, negli USA e…….la registrazione di IT’S ALL RIGHT a Roma……dove si sente io che la canto ( beh proprio cantare !!! ) e la mia amica che urla ” Chiaraaaaaaa !!!”…che era quello che faceva ogni volta che Bruce veniva verso di noi!!!! ( beh non è da tutti finire in un bootleg di Bruce!! ).L’unica volta che non sono riuscita ad avere i biglietti è stato nel 2007 ad Assago ( ero disperata e pronta a denunciare tutti, per il senso di impotenza che ho provato dopo una notte passata a Bologna in attesa ,per l’anima del…)….poco male ,ci sono sempre i bagarini,…invece no,i bagarini quell’anno i biglietti li compravano :-((( . Tornando a casa disperata,incazzata anche con Bruce ” non puoi venire in Italia e fare solo una data in un posto che, la prima volta che l’hai visto, dicono  tu abbia detto “bello…poco più grande della palestra della mia scuola….!!!!!” ho ricordato di quando a Firenze al teatro Verdi un ragazzo offriva 400 mila lire per un biglietto…..mio marito, che stranamente era con me, voleva venderlo e io l’ho minacciato di divorziare…che cretina, potevo darglielo, avrei fatto contento un fan disperato come ero io in quel momento, mio marito si è quasi appisolato…..e poi ho divorziato lo stesso….Quanti ricordi….anche quello di un viaggio in America dove avevo messo in valigia una audio cassetta con le sue canzoni per metterla nell’auto a noleggio….perchè era obbligatorio ascoltare Bruce sulle Thunder Roads americane….e in Arizona, verso la Monument Valley, ci siamo fermati in un villaggio indiano in mezzo al niente,a mangiare in un piccolissimo ristorante, pieno di souvenir e tante foto alle pareti e guardando tra queste a un certo punto l’ho visto e ho cominciato a gridare “oh my God,my God, he’s Bruce !!! “. Il proprietario si è avvicinato sorridendo e mi ha raccontato che 2 mesi prima era passato in moto con altri 2 uomini,si erano fermati a mangiare e Bruce molto disponibile aveva fatto le foto con i suoi 2 figli poi quando lui voleva offrirgli il pranzo ,ha rifiutato dicendo ” puoi offrirmi 2 birre,se vuoi, ma questo è il tuo lavoro,non puoi offrirmi il tuo lavoro”…..avevo le lacrime agli occhi,anche per averlo mancato di soli 2 mesi!!!….gli ho chiesto dove si era seduto e quando me l’ha detto ,guardandomi un po’ strano, io mi ci sono andata a sedere!!!!….e ora???? Ora ho conosciuto un sacco di persone fantastiche con cui condividere una passione che è quasi una filosofia di vita e chi conosce bene i testi di Bruce sa che è così,grazie a FB,certo, ma soprattutto grazie a Bruce,dato che quando mi sono registrata ho sempre messo la foto del suo sedere!!!! :-))) Sto vivendo un momento della mia vita sereno e appagante,la persona che amo, per fortuna, ama Bruce quanto me e come ho detto a un ragazzo un paio di mesi fa quando voleva farmi i complimenti dicendo che sono una signora (  sigh !  ) Rock…. ” Tesoro io correvo dietro a Bruce quando a te cambiavano ancora i pannolini….e a pensarci bene questo è l’unico motivo per cui sono contenta di avere gli anni che ho !!!”

Growin’ Up – Come Sono Diventato Springsteeniano di Enrico Springsteen Iacolare

Martedì 28 maggio 2013

Era il novembre del 1998. All’epoca avevo solo 11 anni ed ero preso da tutt’altro movimento musicale: il britpop. Da poco più di un anno mi ero avvicinato alla buona musica ascoltando bands come Oasis, The Verve, Travis, Stereophonics. Per i veterani springsteeniani queste saranno senz’altro bands di rilievo minore (se non addirittura da non considerare), ma per uno della mia generazione sono state delle grandi bands, che mi hanno cresciuto e hanno edificato le mie basi di conoscenza musicale, facendomi immergere nella buona Musica. Quella con la M.

Fu così che in quel novembre del 1998, mentre vivevo l’ultimo strascicante periodo in cui Mtv passava buona musica, al programma “Hitlist Italia” mandarono in onda il video di un artista del quale, prima di allora, ne ignoravo completamente l’esistenza. “Questo è Bruce Springsteen e la canzone è ‘Born In The U.S.A.’” recitò la speaker. 4 minuti dopo la mia vita era cambiata. Quest’uomo armato di chitarra, le cui sembianze ricordavano un po’ John Rambo, con bandana sulla fronte, giletdi jeans messi su un giubbotto di pelle ed una voce rauca, rombante, lasciò impietrito davanti al televisore un ragazzino, per non dire un bambino, di appena 11 anni. Passai tutta quella settimana seguendo quel programma che durante quei giorni mandò in onda il video della canzone 3/4 volte, in occasione dell’uscita della raccolta “Tracks”. Poi Springsteen non si vide più in tv per qualche anno e dato che al tempo non conoscevo il mondo e non sapevo dove acquistare dischi, quella fu l’ultima volta che ascoltai una canzone di Springsteen

Così mi dedicai completamente a quei pochi dischi che mi erano stati regalati dai miei parenti. Passavo le giornate ad ascoltare Oasis, The Verve, Lucio Battisti, Dire Straits, Pino Daniele e a provare ad emularne le canzoni sulla mia vecchia chitarra acustica.

Poi,in un qualsiasi afoso pomeriggio di giugno 2001, sempre mentre guardavo la tv,su Italia 1 passarono la pubblicità che pochi giorni dopo avrebbero trasmesso il concerto di Bruce Springsteen & The E Street Band Live in New York City. Le mie urla di gioia non si possono spiegare. Ricordo che saltai dalla sedia, facendo venire un colpo a quella mia povera madre, urlando felicissimo che finalmente avrei riascoltato Bruce e l’emozione fu enorme. Così quella sera mi armai di videoregistratore, coca e patatine per godermi appieno la messa in onda del concerto. Ecco che partì “Badlands”, seguita da “Out In The Street”nella quale Bruce scese tra il pubblico, prese per mano il suo sassofonista Clarence Clemons e ballarono insieme sul palco. Seguirono poi “Born To Run”, nella quale Bruce si espose tra la folla e lasciò toccare la sua chitarra (cosa che, in seguito, ho scoperto essere una tradizione). Seguì una lunga versione di “Tenth Avenue Freeze-Out” (e lì la prima volta che ascoltai un pezzo più lungo di 9 minuti). Rullo di batteria e Bruce disse: “This is ‘Land Of Hope And Dreams”. Inquadrature spettacolari, The Boss che urlava a più non posso e la E Street Band che si faceva sentire. La messa inonda si concluse con “American Skin (41 Shots)”, una canzone che parla di un ragazzo di soli 24 anni che è stato ucciso dalla polizia con 41 colpi di pistola perché mentre gli facevano un controllo nel tentativo di cacciare dalla sua tasca il proprio portafogli, la polizia scambiò il suo gesto come se stesse estraendo un’arma dalla sua tasca e gli spararono senza risparmiarsi.

Purtroppo mandarono in onda solo questi 6 pezzi, ma quel ragazzino di 14 anni che ero rimase colpito e stupefatto dalla performance di quel live. Era un modo completamente diverso di suonare dal vivo. Interagire col pubblico, cantare tra la gente e far toccare sé stessi e la propria chitarra. Ballare coi componenti della propria band e, soprattutto, sorrisi. Sorrisi ovunque e per tutta la durata dell’esibizione, escluse le canzoni che parlano di tragedie e di argomenti delicati.

Avevo assistito alla perfomance live di un artista che sentiva le proprie canzoni e non era lì per suonarle e basta. Ogni singola canzone era profondamente sentita, trasmettendo il senso di totale immedesimazione in essa.

Fu così che pochi giorni dopo ricevetti, anche stavolta su mia richiesta, il mio primo disco di Bruce Springsteen: “Bruce Springsteen & The E Street Band –Live In New York City”. E l’estate del 2001 la trascorsi consumando questo disco ed avvicinandomi alle bands degli anni ’70. Mio padre mi fece avvicinare ai Deep Purple e ai Dire Straits, poi un po’ grazie a qualche rivista musicale o a qualche amico della mia vecchia band, iniziai ad ascoltare David Bowie,Jimi Hendrix, Led Zeppelin, The Doors, U2, ecc… La mia estate del 2001 la ribattezzai: “l’estate degli anni ’70”. A 14 anni ero preso dal rock’n’roll sporco dei 70s e quando oggi vedo gli adolescenti ascoltare quella roba che passano in tv mi chiedo: “Ma perché?”.

Passavano i mesi ed il mio amore per la musica di Springsteen aumentava sempre più.Arrivò il 2002 e mi ero stancato di possedere soltanto un suo unico disco. Fu così che il destino mise il suo zampino facendomi conoscere un ragazzo che oggi è uno dei miei più grandi amici. Si chiama Eugenio. Abbiamo in comune la passione e l’amore per la musica degli Oasis. Grazie a lui scoprii l’esistenza della Feltrinelli. Un enorme negozio di musica, accogliente e ben fornito (era ancora l’epoca in cui i dischi si vendevano e in commercio c’erano anche i singoli e non solo gli albums). Era un mondo del tutto nuovo per me, allora quindicenne. Mi trovavo in un negozio che non aveva esposti solo i dischi appena usciti, ma anche quelli precedenti di qualsiasi artista. Se al tempo cercavi qualcosa, al 99% l’avresti trovata. E fu così che passai tutto il 2002 ad acquistare tutta la discografia di Springsteen, compreso l’allora disco appena uscito, “The Rising” e per il libro “American Skin”. In quell’anno, ogni sabato che potevo mi recavo alla Feltrinelli e tornavo a casa con almeno due albums diBruce. Se potessi tornare indietro, acquisterei la discografia in ordine cronologico. Cosa che al tempo non feci. Nell’estate di quello stesso anno, ad agosto, uscì il numero di “Rockstar” con in copertina Bruce Springsteen. Altro acquisto. Gli adolescenti di oggi spendono i loro soldi in iPhone, sigarette eDio solo sa cos’altro. Io, a 15 anni, spendevo i miei soldi acquistando dischi di ogni artista che al tempo ascoltavo. Ricordo ancora quando, in uno dei tanti sabati sera, acquistai l’album “Live/1975-85”. All’epoca costava 51€ e mentre lo pagavo, dissi ad uno dei miei amici: “Mi raccomando, se dovessi venire a casa mia in questi giorni non farti scappare che ho speso 50€ per un cd, altrimenti i miei mi fanno fuori.” Il 16 ottobre del 2002 Mtv mandò in onda uno speciale su Springsteen, seguito dal live in Barcellona (pubblicato poi un anno dopo in dvd). Furono 2 ore e mezza di puro orgasmo musicale, immortalate ancor’oggi su una vecchia vhs. Oppure vogliamo parlare della contentezza e della gioia che provai quando acquistai il libro “Songs”? Finalmente potevo leggere il testo della mia canzone preferita, “Rosalita”, e capire meglio di cosa parlasse.

Passò un altro anno. Io diventai sedicenne e con il 2003 arrivarono nei negozi la raccolta “The Essential” ed il dvd “Bruce Springsteen & The E Street Band –Live in Barcelona”. Una scoperta che avvenne per caso la mattina del 6 dicembre del 2003. Era un sabato mattina e com’ero solito fare mi recai alla Feltrinelli con un mio amico, Mario. Entrambi intenti a farci un giro senza spendere niente. Inutile dire come andò a finire appena vidi la raccolta ed il dvd. Ricordo ancora le emozioni di totale coinvolgimento che provai ascoltando quella meravigliosa versione di “Incident On 57th Street”.

Il caso volle che quella stessa sera nella mia vita arrivò anche la mia prima ragazza, alla quale feci scoprire la magia del Boss. Ma questa è un’altra storia.

Il 27 maggio del 2005 acquistai il disco “Devils & Dust”. Ad un primo ascolto pensai che Springsteen avesse voluto fare un ritorno ai vecchi tempi di “Nebraska”,questa volta però senza atmosfere deprimenti e cupe. In quello stesso anno arrivò nei negozi il cofanetto per celebrare i 30 anni di “Born To Run”, nelquale vi erano inclusi: l’album rimasterizzato, il dvd del making of del disco ed il dvd dell’intero live a Londra nel 1975 (pochi mesi dopo ne sarebbe stato pubblicato il disco, diventando così il 4° album live ufficiale di Bruce)quando Springsteen venne per la prima volta in Europa. I 30€ meglio spesi della mia vita e se non lo avete, correte immediatamente a rimediare. L’anno successivo, 2006, fu pubblicato “We Shall Overcome”. Una raccolta di canzoni di Pete Seeger, rivisitate da Springsteen. Per l’allora me diciannovenne fu un regalo bellissimo. Da appassionato di birra quale ero (e sono ancora), canzoni come “American Land” e “Pay Me My Money Down” si sposavano eccellentemente conil mio amore per l’irish folk e la birra. In particolare la seconda con quel suono sbronzo, brillo, ritmato.

Passano gli anni e finalmente arrivò il momento di vederlo dal vivo. Grazie al tour di “WorkingOn A Dream” ebbi l’occasione di vederlo dal vivo all’Olimpico di Roma. Lacrime, emozioni a mille, entusiasmo, euforia, gioia. Emozioni che ad un concerto di Springsteen sono la norma, ma che per me erano tutte novità. Quando tornai a casa il giorno dopo, ero ancora incredulo che finalmente ero riuscito a vederlo dal vivo e ad essere stato anche io ad un concerto di Bruce Springsteen.

2 anni dopo, grazie a Facebook (ogni tanto è utile), venni a conoscenza delle serate di una tribute band di Napoli, gli E-ssential. Una sera li andai a sentire e mi colpirono. Non avevo mai sentito una tribute band di Bruce prima d’ora e loro furono molto, molto bravi. Il carisma del cantante, Lello Pastore, riprendeva esattamente quello di Springsteen dal vivo. La presenza scenica di Mario Fava nell’assomigliare a Steve Vand Zandt è davvero originale. L’eccellente bravura al piano del prof. Gaetano Rosario Ambrico è encomiabile. Da allora li seguo con costanza ogni volta che posso e quando non riesco ad andare ad una loro serata, mi dispiace molto. E’ come se perdessi una serata della quale mi sento parte. Ho avuto il piacere e l’onore di suonare in più di un’occasione e per me è stato incredibile. Una delle migliori esperienze che possano accadere ad un fan di Springsteen. Inoltre, grazie a loro sono entrato a far parte del PinkCadillacMusic, storico fans club di Napoli nato nel 1997 dopo il concerto di Bruce al Teatro Augusteo, del 22 maggio di quell’anno. Ma grazie al PinkCadillacMusic ho trovato degli amici come Mario e Andrea, oltre a tante persone con le quali condividere il mio amore per la musica di Bruce Springsteen. Amici con i quali ho vissuto i concerti di Firenze e Napoli, come Luca, Martina, Susanna, Federica e tutte le persone che ho conosciuto ai concerti. Ho scritto queste righe sulla mia storia personale di come sono diventato springsteeniano pochi giorni dopo il concerto di Bruce qui a Napoli. Questo concerto è stato il più bello di tutta la mia vita. Me ne sono fatti di concerti e me ne farò ancora, ma questo è stato qualcosa che è andato oltre l’essere un semplice concerto. Gli appelli 3 volte al giorno per 4 giorni, la notte passata sotto la Galleria Umberto a suonare le canzoni di Bruce con Mario, Andrea e Luca, le ore passate a conoscere nuovi amici, l’intero pomeriggio passato fuori l’hotel ed aver incontrato Garry Tallent e Nils Lofgren, le nostre apparizioni ai vari tg e giornali. Non so voi, ma per me è stata una bella sensazione e soddisfazione vedermi in tv e sui giornali. Per la prima volta ad un concerto sono riuscito ad arrivare in prima fila e sono riuscito a TOCCARE BRUCE SPRINGSTEEN. Non sono cose che capitano tutti i giorni.

C’è chi ci ha definito pazzi, chi dei perditempo e che faremmo meglio ad impiegare il nostro tempo facendo altro. Ma io sono del parere che queste “pazzie” è meglio farle adesso, perché un giorno non avremo più tutta questa libertà per goderci così appieno la vita.

Grazie a tutte le persone che hanno reso questi anni e questi giorni speciali. A Mario, Andrea, gli E-ssential, al PinkCadillacMusic (Paola e Gianni) per avermi reso parte della grande famiglia dei Pinkers e grazie ad Ermanno LaBianca per aver scritto quelle bellissime biografie su Bruce.

Questa storia è anche un po’ vostra.

Blood brothers.

My Hometown di Armando Chiechi (Bari)

E’ la prima volta che scrivo a Pink Cadillac e nonostante ormai frequento le vostre pagine da un bel pò di tempo, mai l’idea mi aveva sfiorato prima d’ora. L’ispirazione è arrivata dopo aver letto la  recensione a dir poco magnifica scritta quasi un mese fà da Valerio Bruner in occasione del concerto tenuto nella suggestiva cornice di Piazza Plebiscito e nella quale mi son riconosciuto essendo  come voi uno del Sud.Dopo qualche giorno ho letto sulle vostre pagine tutti i commenti inviati e sembrava che tutti ma proprio tutti potessero parlare in termini di emozioni vissute anche per il sottoscritto!!. Certo San Siro rimane quel che è, Padova avrà regalato delle chicche inattese ma Napoli nonostante il diluvio e l’ottusità di certa burocrazia e l’ignoranza di molti, compreso anche un noto musicista(Sic! purtoppo ce ne sono)ha dimostrato tutto il suo cuore e mi ha riportato a casa dopo molto tempo.Eh si perchè sono nato proprio  all’ombra del Vesuvio e nonostante le mie origini siano Pugliesi e i miei son tornati in quel di Bari dopo solo cinque anni dalla mia nascita, ormai più di quarantacinque anni  fà, il mio cuore non ha mai smesso di battere per questa terra dura ma magnifica.Tutte le volte che ci vengo qualcosa mi scuote dentro , mi si secca la gola e quando dal mio finestrino scorgo il Vesuvio è sempre la stessa storia,ma quella sera è successo qualcosa che ha amplificato come non mai le mie emozioni. Certo con Bruce sappiamo che ogni volta accade qualcosa di speciale ma il 23 Maggio è stata una sera magica.Quando ha poi cantato “My Hometown” un brano che sinceramente non ho mai amato molto almeno dal punto di vista musicale, dedicandola a voi e sicuramente a tutti i Napoletani ,ho guardato mia moglie e con gli occhi umidi ho risposto di rimando “It’s my hometown” trovandole uno spazio nuovo nella mia anima!!! Forse sarò stato un pò troppo sentimentale tra queste righe, ma avevo voglia di sentirmi di nuovo li,come direbbe Dylan”Bringin’ it all back home”,almeno con lo spirito, e seppur non conosca nessuno di voi personalmente vi dico semplicemente: “HI my Brothers,Hi Napoli !!!

Ps : Spero che questa esperienza possa ripetersi un giorno,che sia da solista o in qualsiasi altra veste!!

Ho visto cose che voi umani… di Alfonso Liberti

Ho visto cose che voi umani (non springsteeniani) non potreste neanche immaginare…Pinkers coi volti rigati dalla stanchezza dopo una settimana di fila per il pit, ed alla fine stravolti dalla felicità…una meraviglia di palco enorme in abito nero stagliarsi verso il cielo terso, gonfio di pioggia benedetta…e poi piazza del Plebiscito accogliere i fans con tutta l’eleganza e la sontuosità che questo luogo magico possiede … angolo del centro storico patrimonio dell’umanità della nostra Napoli… e poi un cartello “from Perù for you”…ancora Claudio Avallone saltare come un bambino all’ingresso del pit…mia moglie letteralmente travolgere persone per toccare Bruce… Nunzio e Antonella di rosa vestiti come due liceali alla festa di fine anno… e poi bambini cantare le canzoni a memoria come vecchi fan e vecchi fan piangere come bambini… e poi ho visto la Fender/Esquire di Bruce balenare nel buio sbreccata dal sudore di centinaia e centinaia di concerti… ed alla fine con la luna che sbirciava dalle nuvole per non perdersi lo spettacolo, Bruce ha scortato con occhi affettuosi salutandoli e ringraziandoli ad uno ad uno in segno di grande stima e rispetto tutti i suoi musicisti, e con la complicità silenziosa del buio che ha avvolto la Piazza in un unico grande abbraccio, ha pizzicato le corde dei nostri cuori ed abbiamo ascoltato (sedici anni dopo la balconata) il nostro Uomo nato a Long Branch 63 anni fa cantare Thunder Road…da solo nudo davanti a ventimila persone come se stesse cantando per la sua donna… e tutti questi ricordi NON andranno persi come lacrime nella pioggia…

Piazza di fuoco, Plebiscito infiammato da Bruce Springsteen

 

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