Quando Ronnie Spector “salvo'” la E Street Band

foto: David Gahr

Mentre tutto il mondo saluta la grande Ronnie Spector, morta il 12 gennaio a 78 anni dopo una breve battaglia contro il cancro, vogliamo ricordare un episodio che la vede affianco della E Street Band e in qualche modo risollevarne le sorti in un momento critico. Infatti, come ben sappiamo, nel 1977 Bruce Springsteen era coinvolto in una brutta causa legale con il suo ex manager, Mike Appel, era stato legalmente allontanato dallo studio di registrazione e tutti i membri della band economicamente ne stavano pagando le conseguenze. Come ricorda Steve Van Zandt nel suo libro Unrequited Infatuations, almeno tre membri – che avevano altre opzioni come turnisti – avevano addirittura votato a favore dello scioglimento. Steve tuttavia convinse i compagni a resistere e con il dirigente discografico Steve Popovich, suo amico, escogitò una soluzione perfetta per uscire da quell’impasse: il coinvolgimento temporaneo di Ronnie Spector come nuova frontwoman della E Street Band. Sia Bruce che Steve adoravano musicalmente quella incredibile “cattiva ragazza del rock and roll” e quella sua voce straordinaria “combinazione perfetta di innocenza e sensualità”. Bruce aveva conosciuto Ronnie grazie indirettamente a John Lennon, che incontrando Ronnie un giorno per strada a New York, aveva insistito per presentarla a Jimmy Iovine. Questi a sua volta l’aveva poi invitata per una jam session in studio con Southside Johnny alla quale erano presenti anche Bruce e Steve. Bruce era così preso dalla voce di Ronnie che insisteva spesso perché lei cantasse con lui “You Mean So Much to Me” scritta dal Boss per “I Don’t Wanna Go Home” (1976) l’album di debutto di Southside Johnny (prodotto da Steve Van Zandt).  Quello fu l’inizio sia di una lunga amicizia che di una relazione professionale.

Popovich, conoscendo il rapporto di amicizia e di precedente collaborazione, ebbe l’idea di pubblicare il singolo di Ronnie Spector e la E Street Band della cover di “Say Goodbye to Hollywood” di Billy Joel, scritta da quest’ultimo come tributo al Wall of Sound di Phil Spector, marito di Ronnie, e contemporaneamente ispirata alla canzone “Be My Baby” dei Ronettes (una curiosità: pare che anche  il “whoa-whoa-whoa” di “Born to Run” sia stato direttamente suggerito da quello, molto simile, di “Be My Baby”). Ronnie ovviamente acconsentì a pubblicare la cover insieme alla E Street Band (con Bruce per motivi legali in veste solo di consulente) e Steve (che ebbe anche una breve relazione con la Spector) scrisse “Baby, Please Don’t Go” per il lato b del 45 giri. La copertina ritraeva una raggiante Ronnie Spector accerchiata dalla E-Street Band, accovacciata e abbracciata a Bruce. Nelle note di produzione manca ovviamente il nome di Bruce mentre a Steve Van Zandt si deve la produzione. Ad eccezione del  Live/ 1975-85 e del Greatest Hits (1995), è la prima volta ed unica volta che la CBS pubblica un disco della E Street Band senza il nome di Bruce Springsteen. Nel gennaio 1977 il disco uscì sul mercato, incontrò critiche positive ma non fu un successo della portata che avrebbe probabilmente meritato. Quel che è sicuro è che la collaborazione con Ronnie contribuì a dare un po’ di respiro a tutti i membri della E Street Band e a porre fine ai discorsi sul suo potenziale scioglimento. Spesso Ronnie Spector è stata ospitata sul palco di Bruce fino a dicembre 2016. A seguire, la performance di “Baby, I Love You” tratta dalla prima esibizione sul palco di Ronnie con Bruce e la E Street Band, il 4 novembre 1976 al Palladium di New York City (nello stesso show, Bruce cantò con Ronnie Spector anche “Walkin’ in The Rain” e “Be My Baby“).

 

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