Road Diary al TIFF tra riflessioni, rivelazioni e commozione

Domenica 8 settembre alla Roy Thomson Hall del Toronto International Film Festival è stato presentato in anteprima Road Diary: Bruce Springsteen and the E Street Band, il documentario tanto atteso dai fan che segue il Boss e i membri del suo gruppo mentre si preparano e intraprendono il loro primo tour dal 2017, che ad oggi è ancora in corso. Alla presentazione del film – che verrà rilasciato il 25 ottobre su Disney+ – era presente lo stesso Bruce che ha partecipato a un fuoco di fila di domande dopo la proiezione. ribadendo la sua intenzione di continuare a fare musica fino a quando ce la farà. Consapevole di aver vissuto in pieno la sua vita, ha aggiunto: “Se morissi domani, va bene. Che fo***to viaggio è stato!” ma noi, ovviamente, speriamo in altri cent’anni di Boss!

Road Diary diretto da Thom Zimny riprende Springsteen da vicino e racconta il cantante mentre costruisce la setlist del suo tour. Ci sono anche rare clip d’archivio della E Street Band, “che raccontano la vita, la perdita, la mortalità e il senso di comunità”, con momenti esaltanti, divertenti e altri molto commoventi.

“Ci conosciamo da quando eravamo così giovani”, ha detto Springsteen parlando del suo vecchio speciale affiatamento con i compagni di band “e siamo stati bravi per molto tempo. Tutte quelle notti sul palco, dove stai rischiando te stesso, perché è quello che stai facendo”. “Augurerei a tutti voi una così bella e completa esperienza con i vostri buoni amici. Mi ricorda la scena in Blade Runner... ‘Ho visto cose che voi umani non potreste immaginare.’ Abbiamo visto alcune di quelle cose”.  “Rischi tutto ciò che hai, ma non sei solo […] Questo accade solo a poche band. Le band si sciolgono. È l’ordine naturale delle cose. Tutte le band si sciolgono. Non riescono nemmeno a far stare insieme due persone. Simon odia Garfunkel”. Ha spiegato che ciò che ha mantenuto saldo il gruppo è stata una sorta di “dittatura benevola”: “Le piccole democrazie non funzionano. Abbiamo questo enorme collettivo dove ognuno ha il proprio ruolo e la possibilità di contribuire e di possedere il proprio posto nella band”.

 

Sempre nel documentario, Patti Scialfa, compagna di band e moglie di Springsteen, ha reso pubblica per la prima volta la reale motivazione della sua assenza dal tour, raggelando i fan che speravano in una semplice pausa dalla musica live: nel 2018 durante gli spettacoli a Broadway le è stato diagnosticato un mieloma multiplo, una forma rara di cancro del sangue, che ovviamente l’ha costretta a limitare drasticamente gli impegni.

La malattia, spiega Patti, “colpisce il mio sistema immunitario, quindi devo stare attenta a ciò che faccio e a dove vado. Ogni tanto vengo a un concerto o due e posso cantare alcune canzoni sul palco, e questo è stato un piacere. Questa è la nuova normalità per me in questo momento, e va bene così”. “Ho suonato con questa band per 40 anni. Tornare sul palco ogni tanto [durante il nuovo tour] mi ha fatto sentire piuttosto bene per essere tornata sul palco ma intraprendere un tour è diventata una vera sfida per me”. Nel documentario Patti rivela quanto le piaccia cantare in duetto con il marito  Fire – un brano molto intimo “che mostra un aspetto della nostra relazione che di solito non si vede” – e sottolinea   che “tornare sul palco con Bruce è sempre una meraviglia”. “Ogni sera di questo tour – ha concluso – “dà alla band una nuova opportunità di festeggiare”.

Bruce Springsteen e la E Street Band sono ancora in tour, con date confermate a novembre 2024 negli Stati Uniti e nel 2025 in Europa: speriamo tutti di rivedere Patti almeno a San Siro e nel frattempo le facciamo i nostri più cari auguri!

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