“Io e Clarence siamo fatti l’uno per l’altro. Respiriamo la stessa musica. Clarence è il suo sax. Certe volte non sai dire dove finisca lui e dove inizi il suo sax”. [B. Springsteen]
Clarence Clemons nasce a Norfolk, in Virginia, l’11 gennaio 1942. Il suo primo amore fu il football ma, influenzato dai leggendari King Curtis e Junior Walker, è nel sax che Clarence trova la sua vera vocazione. D’altronde, all’età di nove anni pare che, anziché il tradizionale trenino, a Natale avesse già ricevuto il suo primo sassofono!
Prima di unirsi a Bruce, Clarence già suonava con altre band nella zona Asbury Park. L’incontro e il successivo ingresso nella E Street Band sono ormai leggendari: una notte di tempesta, mentre la band di Bruce Springsteen si esibiva allo Student Prince, Clarence irruppe nel locale spalancando e smantellando dai cardini la porta per unirsi dopo poco a suonare con loro. Quanta sia la verità e quanta esagerazione è irrilevante… basti dire che, dal momento in cui ” Big Man joined the Band,” la E Street Band trovò la sua anima.
Da quel momento, il suono del suo sax darà anima e spessore ai tanti classici della E Street – “Born to Run”, “Rosalita”, “Prove it All Night”, “Bobby Jean”, “Spirit in the Night”, per citarne solo alcuni – a tal punto che è impossibile immaginare cosa sarebbe stato senza Clarence. E il suo assolo in “Jungleland” è genialità pura, una performance epica ed è la firma della lunga e leggendaria carriera di Clarence con la E Street Band. Prestò anche il suo suono a molti altri musicisti famosi, quali Roy Orbison, Carl Perkins, Janis Ian, Paul Young, Gary US Bonds, Todd Rundgren, Ringo Starr, e Lady Gaga. E’ suo il sax in “Freeway of Love” di Aretha Franklin (Top Ten hit nel 1985) e arrivò con il single “You’re a Friend of Mine,” in duetto con Jackson Browne, alla Top 20 nello stesso anno. Ha pubblicato diversi album da solista, oltre a quelli incisi con la sua band Red Bank Rockers e con il gruppo Temple of Soul. Clarence si cimentò anche nella recitazione, con una parte in New York, New York di Martin Scorsese, in Bill & Ted Excellent Adventure e in Blues Brothers 2000, mentre i suoi crediti televisivi includono “Nash Bridges” e “The Wire” per l’HBO. Clarence si è sempre considerato uno “spiritual seeker” e tutta la – inquieta quanto mistica- testimonia questa sua continua ricerca. Bello e intenso è in tal senso il documentario codiretto con Nick Mead, Who Do I Think I Am? A Portrait of a Journey, cronaca dei viaggi di Clarence attraverso la Cina tra il 2002 e il 2003, così come divertente ed esagerata è la sua autobiografia, Big Man: Real Life & Tall Tales, scritta con Don Reo e pubblicata nel 2009. E’ stato sposato cinque volte ed era il padre di quattro figli (Clarence III, Charles, Christopher e Jarod) mentre suo nipote, Jake Clemons, avrebbe ereditato il difficilissimo e delicatissimo posto del “suo sax” nella E Street Band nel 2012. Clarence è morto il 18 giugno 2011, in seguito a complicazioni sopraggiunte dopo un ictus che lo aveva colpito appena sei giorni prima. Nel suo emozionante elogio funebre, Bruce disse: “Quanto grande è stato il Big Man? Troppo grande per morire. “