SPOILER ALERT – Letter To You, il film documentario di Bruce Springsteen

Ecco una sintesi dei primi commenti (riportati in BTX di Backsteets.com) di chi ha avuto la possibilità di vedere l’anteprima del film Letter to You, in uscita il 23 ottobre insieme all’album omonimo:

Nel film vengono eseguite 10 delle 12 tracce dell’album. Si tratta di una registrazione tutta live full band. La batteria di Max suona come in nessun altro album della E-Street dai tempi di BITUSA. È anche il disco più guidato dal pianoforte dai tempi probabilmente di THE RIVER. Bruce ha scelto IF I WAS A PRIEST e SONG FOR THE ORPHANS per omaggiare le sue radici folk-rock e quegli anni 70 in cui veniva paragonato a Dylan. Infatti, queste due canzoni sono le più dylaniane che abbia mai suonato su disco. ”Janey Need a Shooter” e ”Rainmaker” non sono presenti.

-‘Il film inizia con Bruce che dice alla band “Signori prendete i vostri taccuini” mentre mostra alla band LETTER TO YOU con la chitarra acustica.

– Steve scherza sul fatto che il programma di 5 giorni per la registrazione dell’album segue fondamentalmente la regola dei Beatles di “registrare una canzone ogni tre ore”.

-Zio Frank, che è stato il primo ad insegnare a Bruce la chitarra, rimane in studio tutti e cinque i giorni ed è una presenza tranquilla ma simpatica per tutta la durata della registrazione.

-Ci sono brindisi dopo ogni sessione di registrazione e uno particolarmente toccante in onore di Danny e Clarence il quarto giorno.

-Una bella scena è quella in cui i membri della band ricordano il pubblico italiano e brindano “a quattro notti a San Siro” quando porteranno in tour questo nuovo disco

– Bel momento, quando Bruce dice a Roy: “Roy, nello spirito di Danny Federici, suona quel glockenspiel”.

Segue la valutazione di Stan Goldstein:

LAST MAN STANDING

Bruce canta “Sono l’ultimo uomo rimasto in piedi” con chiaro riferimento alla sua prima band dei Castiles. Inizia con Nils che suona febbrilmente una chitarra acustica. C’è un grande assolo di sax e un crescendo della batteria di Max. È un ottimo riff che mescola il piano di Roy con la chitarra a 12 corde di Steve.

THE POWER OF PRAYER

Bella introduzione di pianoforte che guida tutta la canzone. Ottimo è il lavoro all’organo di Charlie. È una di quelle ballate rock romantiche alla NONE BUT THE BRAVE.
L’assolo di sax viene eseguito in combinazione con la chitarra di Steve, come avveniva in ”Radio Nowhere” con Nils e Clarence.
Il termine migliore per descrivere questa canzone è ”rock malinconico”. Molto bello è l’arrangiamento full band. Il testo è particolare: “Il buttafuori chiude la porta, la magia si alza dal pavimento, mentre la voce di Ben E. King riempie l’aria, piccola questo è il potere della preghiera”.

HOUSE OF 1000 GUITARS

È uno dei momenti salienti dell’album. Un’altra canzone guidata dal pianoforte. Il testo è palesemente riferito a Trump: “Il pagliaccio criminale ha rubato il trono, ruba ciò che non potrebbe mai possedere”.
Patti aggiunge la seconda voce al ritornello cantato da Bruce “sì va bene, sì va tutto bene, incontrami tesoro vieni sabato sera”.
Il testo recita: “Dagli stadi ai bar delle piccole città, illumineremo la casa delle 1000 chitarre”. Il riff di questo brano è molto orecchiabile.

IF I WAS A PRIEST

Full band è decisamente migliore della versione acustica. È guidata dalla chitarra ed è totalmente nello stile del suono di BOB DYLAN con THE BAND alla fine degli anni ’60. L’organo e il pianoforte in stile Al Kooper guidano la canzone. Il brano presenta un assolo di armonica e un fantastico assolo di chitarra di Little Steven alla Mike Bloomfield.

GHOSTS

Conosciamo tutti la canzone, ma è bello sapere quanto Steve abbia aiutato Bruce e la band a plasmare l’intera melodia. Vediamo Steve arrangiare le strofe e i riff. Sembra un brano tratto dal Disc 2 di Tracks.

SONGS FOR THE ORPHANS

Introduzione e chiusura di armonica in stile Dylan. Ancora una volta, si sente l’influenza di Bob Dylan sul suono e sul canto di Bruce. Potrebbe tranquillamente far parte di Blonde on Blonde FULL BAND, fatto in puro stile folk-rock, con Nils alla slide chitarra.

ONE MINUTE YOU’RE HERE

Echo, voce slapback, alla Roy Orbinson. Meditazione sognante e surreale sulla morte. Morbide percussioni, organo e pianoforte. Il ritornello suona: “un minuto sei qui, il minuto dopo non ci sei”

I’LL SEE YOU IN MY DREAMS

Commovente. Inoltre, c’è un primo piano di Landau che chiude gli occhi, sente la canzone per la prima volta e si commuove fino alle lacrime.
“Ti incontrerò nei miei sogni, perché la morte non è la fine, ci incontreremo, vivremo e rideremo di nuovo”.
Questa è chiaramente una canzone su Danny, Clarence e Terry. Inizia lentamente, ma l’intera band dà il via al rock and roll.
“Ci rivedremo e rideremo di nuovo, ti vedrò sul letto del fiume, perché la morte non è la fine, ti vedrò nei miei sogni”.

BURNING TRAIN

La batteria di Candy’s Room. Un ritmo incalzante. Suona anche come una grande outtake del Disc 4 di Tracks. Assolo di chitarra fiammeggiante al tempo della batteria di Max.

CONCLUSIONE

Il tutto si conclude con un brindisi alla fine dell’ultima giornata di registrazione.

Bruce alla chitarra elettrica da solo suona BABY I durante i titoli di coda.

Da altre recensioni:

– il documentario è sul genere di Western Stars, in quanto ogni canzone è introdotta da alcuni pensieri di Bruce con inquadrature artistiche, vecchi video e foto.

– Patti e Jake non hanno preso parte a tutte le sessioni dal vivo. Soozie fa un’apparizione durante le presentazioni della band ma per il resto è assente dal film

da corriere.it – Il chitarrista Nils Lofgren ricorda di una reazione particolarmente intensa del pubblico milanese, Bruce torna con la memoria al concerto a Napoli del 2013 quando il pubblico cantava anche le parti quasi nascoste di «Rosalita». «È un’’intera popolazione musicale. È da dove vengono mamma, Dora e Ida (le amate zie, di Vico Equense ndr): siamo qui oggi perché quella è la nostra gente»

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