Bruce Springsteen ha festeggiato il 67° compleanno di sua moglie Patti Scialfa dedicandole il 29 luglio tutto il nono spettacolo della serie “From His Home to Yours” su SiriusXM DJ. Nella puntata (durata 114 minuti), intitolata “Rumble Doll” come l’album di debutto di Patti del 1993, è stata infatti presentata quasi esclusivamente la musica della red headed woman (tra cui una canzone inedita, “I’m a Big Girl Now”) come artista e cantautrice (nessuna canzone in cui Patti ha partecipato in duetto con Bruce o come sua vocalist) e quella delle sue principali influenze, come Laura Nyro, The Ronettes e Wanda Jackson. Tra una canzone e l’altra, Patti e Bruce hanno amorevolmente conversato, ricordando il passato e narrando molte storie personali mai raccontate prima.
A seguire, ecco la playlist di YouTube con la trascrizione e la traduzione completa della puntata:
Intro Music: “Tell Him,” The Exciters
Springsteen: Salve E Street Nation, fans e ascoltatori da costa a costa. Questo è Bruce Springsteen in arrivo “From His Home To Yours” vol. 9, intitolato “Rumble Doll “. E oggi ho come ospite la mia adorabile moglie, la bella e talentuosa Miss Patti Scialfa.
Scialfa: Ciao. È dolce, grazie.
Springsteen: È bello averti qui.
Scialfa: È bello essere qui.
Springsteen: Infatti oggi presenteremo la musica della mia Jersey Girl dai capelli rossi e dei suoi grandi album: “Rumble Doll”, “23rd Street”, “Lullaby”, “Play It As Lays”. E tu, che ne dici di iniziare?
Scialfa: Andiamo.
“Rumble Doll”, Patti Scialfa
Springsteen: Quello è stato il primo brano, Patti, del tuo primo album. E cominciamo col raccontare da dove viene questa canzone, dove eri quando l’hai scritta e da dove viene quel titolo. Uno dei miei titoli preferiti (canzone) in quel disco. Proprio una grande immagine.
Scialfa: Sai, c’era quel film, “Rumble Fish “, te lo ricordi?
Springsteen: Sì
Scialfa: Era degli anni ’90? [ 1983].
Springsteen: Francis Ford Coppola.
Scialfa: Sì. E mi è piaciuta la parola “Rumble” e poi “Rumble Doll”. Penso che molte donne abbiano familiarità con quel tipo di sindrome della bambola rotta, quindi sei un po’ un misto di seduzione e consapevolezza dei tuoi limiti, i tuoi limiti personali.
Springsteen: Adoro l’immagine del giocattolo rotto.
Scifalfa: Sì
Springsteen: Ed è per questo che adoro quel primo verso:” Baby, fai una passeggiata nel mondo dei giocattoli. Questa è un grande verso di apertura.
Scialfa: Ecco perché è seducente (ride). Era Mike Campbell. Non ha scritto quel verso, ma ha prodotto il disco Rumble Doll.
Springsteen: E il disco è un disco interessante perché non raggiunge davvero la catarsi, la registrazione è costruita su una tensione costante. [rende il suono percussivo simile alla traccia ritmica di “Rumble Doll”].
Scialfa: Quell’andamento triplet?
Springsteen: Sì, e non se ne distacca mai davvero. Giusto un po’. Gli arrangiamenti di Michael e i tuoi arrangiamenti erano molto austeri su “Rumble Doll”.
Scialfa: Ma mi è piaciuto. Abbiamo registrato in analogico, nel suo garage, quindi avevamo un approccio molto organico che era davvero appropriato, credo, per il materiale.
Springsteen: Sì, e quel disco, fino ad oggi, si distingue dagli altri due per il suo suono particolare. E penso che sarebbe l’unico disco dei tuoi tre che definirei un disco rock puro. È un disco rock’n’roll.
Scialfa: (ride) Okay, mi piace. Mike Campbell ha fatto un ottimo lavoro ed è stato molto sensibile al modo in cui ho scritto le canzoni.
Springsteen: Per non parlare, soprattutto, del suono della sua chitarra…
Scialfa: Sì, è geniale.
Springsteen: … che è il suo asso nella manica. È sempre incredibile. Quindi, a proposito di suoni, abbiamo un altro ascolto da “Rumble Doll” e ascoltiamo il suono di chitarra con cui questa canzone ha inizio.
“Lucky Girl”, Patti Scialfa
Springsteen: Come si è sviluppato il suono del tuo primo disco? Vi siete riuniti e qualcosa di chimico è scattato tra voi e questo è il suono che è emerso? O come è stato deciso con quelle chitarre e quei testi poetici? Scialfa: È interessante. Beh, questa è una canzone che mi dette Michael Campbell. Avevamo registrato molte tracce malinconiche nel disco (ride) e avevo bisogno di una canzone allegra. Non sono brava a scrivere canzoni allegre, solo perché trovo che sia sempre più facile scrivere una canzone triste, che tu sia triste o no. Lo è e basta. (Springsteen ride) Quindi gli dissi: “Ehi, hai qualcosa di veloce e di allegro?” E mi dette quella traccia ed praticamente era fatta.
Springsteen: Davvero?
Scialfa: In realtà era proprio così come è ora. Ho inserito le parole. Ricordo di averla scritta in una notte, perché pensavo “Oh, è grandioso. Ho bisogno di una canzone come questa”.
Springsteen: Perché è quello che aveva fatto con Don Henley, giusto? La traccia era “Boys of Summer”.
Scialfa: grande, fantastico
Springsteen: E aveva funzionato bene. E qui ha funzionato magnificamente.
Scialfa: Oh, le sue chitarre! Ha un talento eccezionale, ed è molto diretto, è molto emotivamente diretto con il suo modo di suonare, che è proprio un dono
Springsteen: È uno dei pochi ragazzi che ha una sua propria identità e riesce a ottenere un grande spirito e ricchezza di suoni di chitarra, quindi è davvero incredibile. La produzione di quel primo disco è molto solida.
Springsteen: Mi sto versando dello champagne, perché sto intervistando il mio amore. (ride)
Scialfa: Versa dai, mon cher. Vuoi ascoltare una storia su Mike Campbell? Ti racconto una storia veloce e divertente. E’ successo poco prima che abbiamo fatto questa canzone. Lavoravamo a casa sua in garage. Era un piccolo grande set. E in quei giorni ero piuttosto introversa… molto, molto silenziosa. E un giorno, lo ricordo come se fosse ieri, mi disse: “Ti piace quello che sto facendo alla tua musica? Ti piace lavorare con me? Perché sei così tranquilla”. Probabilmente gli sembravo piuttosto scontrosa. Ma risposi: “No, no, lo adoro.” Non lo avevo detto ancora a nessuno ma gli confidai: “Sono incinta e sono nei miei primi tre mesi”, e stavo male da morire. Questa cosa consolidò il nostro processo di lavoro, perché lui avendo dei bambini, capiva che non mi sentivo bene e mi faceva fare dei sandwich al formaggio. (ride)
Springsteen: Quindi Patti ha fatto questo disco durante la gravidanza mentre io correvo a casa a cucinare una cena da musicista stronzo…
Scialfa: Non lo farò mai più. (entrambi ridono)
Springsteen: … che restava sul divano a guardare la televisione tutta la notte.
Scialfa: In realtà è proprio così. E non mangi gli avanzi. Sei piuttosto particolare.
Springsteen: Ehi, donna! (Entrambi ridono)
Scialfa: Non provarci nemmeno, Bruce. Questa non è una buona cosa. Springsteen: No, non lo è. Ma realizzasti un ottimo disco. Questo è tutto quello che so. Andiamo avanti. So che una delle tue grandi influenze è stata Laura Nyro. E così sentiamo, Laura Nyro con Patti LaBelle e Labelle.
“I Met Him On A Sanday”, Laura Nyro and Labelle
Springsteen: Adoro questo brano
Scialfa: È semplicemente stupendo. È bellissimo.
Springsteen: Proseguiamo con “The Bells “.
“The Bells”, Laura Nyro and Labelle
Springsteen: Quindi Laura Nyro ha avuto una grande influenza su di te. Aveva un suono di gruppo femminile, aveva un doo-wop nella sua musica, aveva un R&B, anche un suono urbano piuttosto sofisticato
Scialfa: Sì. Penso tra gli 11 e i 14 anni ogni giorno andavamo a casa a pranzo, e con la mia amica che viveva proprio di fronte alla scuola, ascoltavamo The Supremes . Sai, “Baby Love” e “Where Did Our Love Go”, ” ‘Stop! In the Name of Love.”… Tutte queste. Ed era così emozionante e così bello. Ho adorato tutta quella musica dei Motown. Ma sono una cantautrice, quindi anche se il disco di Labelle è una cover, ho cercato di capire come interpretare quell’anima urbana di Laura Nyro. Perchè fondamentalmente ha scritto testi intricati, a volte testi molto evocativi, ma ci ha messo la sua anima. E ho pensato: “Wow, è una combinazione infernale.”
Springsteen: Beh, posso sentire la sua voce nella tua bellissima canzone, “Young in the City”. Eccola
“Young in the City”, Patti Scialfa
Springsteen: Beh, questa ha davvero un incredibile testo.
Scialfa: Grazie.
Springsteen: E un bellissimo, classico arrangiamento urbano di New York.
Scialfa: Completamente ispirato a Laura Nyro. Aveva questa canzone, “Upstairs by a Chinese Lamp”, per il suo Christmas and the Beads of Sweat (album). Era proprio una bellissima canzone, e ci percepivi dentro l’estate, il romanticismo delle relazioni, che si tratti di una relazione con la città o con una persona, e la grazia dell’invecchiare insieme. Quindi è un lettera d’amore davvero romantica.
Springsteen: E quelle tue canzoni urbane, ovviamente, mi ricordano chi eri quando ci siamo incontrati per la prima volta. (Scialfa ride) Eri proprio una ragazza di città di 19 anni
Scialfa: (ride) Adoravo New York City. Ho avuto una grande relazione amorosa con la città.
Springsteen: Ero solito scappare là e sedermi sulla panchina del parco in attesa che la mia ragazza mi incontrasse con un pacchetto di sei birre.
Scialfa: Questo è vero. Ci siamo fidanzati su quella panchina del parco.
Springsteen: Sì, è vero (entrambi ridono). Va bene, ho un quiz per te. Ecco un suggerimento: Old Asbury Lanes. Ecco un altro suggerimento: rockabilly. Ecco il tuo terzo suggerimento: female Elvis. (Scialfa ride) So che hai capito.
Scialfa: “Fujiyama Mama”. Wanda Jackson. Pura gioia e liberazione (entrambi ridono)
Springsteen: Ecco che arriva.
“Fujiyama Mama”, Wanda Jackson
Springsteen: Che bella serata quando vedemmo Wanda Jackson ad Asbury Lanes!
Scialfa: Bellissima
Springsteen: Lei era assolutamente fantastica
Scialfa: Oh, la sua voce era perfetta.
Springsteen: Sì. Ed era una donna favolosa.
Scialfa: Adorabile. riuscimmo ad incontrarla. Ero entusiasta di incontrarla, devo dire. Non credo che le donne bianche stessero cantando così in quel momento.
Springsteen: Ce n’erano poche ma non molte e non brave come lei. Lei cantava “Let’s Have a Party”, “Fujiyama Mama” e diceva “Hey, I’m the female Elvis. That’s what they called me at the time”…
Scialfa: Si è permessa di avere una carica sessuale, di essere dura, di urlare la sua rabbia. Non succedeva così tanto allora. Se pensi a Patsy Cline, lo faceva ma poi le hanno chiesto di cantare le ballate. Ti ricordi? Ha fatto quelle cose rockabilly, e poi penso che la sua casa discografica l’abbia spinta a fare ballate, che andavano meglio per la sua voce, e questo l’ha resa molto famosa. Ma le donne non venivano incoraggiate a cantare così.
Springsteen: No. Wanda Jackson andava al massimo. È immortale. Tutto ok. Adesso suoneremo “City Boys”. Un po ‘di rock da Miss Patti Scialfa. ”
“City Boys”, Patti Scialfa
Springsteen: “Whoo! Ben fatto, piccola. Molto bene. Va bene, abbiamo un doubleheader, con “As Long As I (Can Be With You)”
“As Long As I (Can Be With You),” Patti Scialfa
Springsteen: Sì, ora. L’ho scelto, in particolare, perché …
Scialfa: Perché parla di te? (ride)
Springsteen: Bene, oltre a quello. Perché sapevo che “Oh, oh …” (suona l’introduzione di “Walking in the Rain”).
Scialfa: Wow. Mi hai sorpreso.
Springsteen: (ride) Bene,ascoltiamolo e poi ne parliamo.
“Walking in the Rain”, Le Ronette
Springsteen: Uno dei miei dischi preferiti dei Ronettes
Scialfa: È straordinario. È semplicemente fantastico
Springsteen: Beh, la ragione per cui l’ho inserito è perché gli” Oh-oh di “As Long As I (Can Be With You)” e insieme agli “Sha-la-la-la-la”, erano ovviamente, ispirati dalle influenze del tuo gruppo di ragazze, in particolare da Ronnie Spector, ed ero solo curioso di sapere se eri un fan di Ronnie Spector e delle Ronette
Scialfa: Certo. Sai, è divertente, perché in realtà sono diventata più consapevole riguardo a lei quando ho fatto il provino per te, e ho dovuto andare nell’ufficio di Mike Appel che mi disse: “Canta” Da Doo Ron Ron “, di cui non avevo mai sentito parlare. (Springsteen ride) E così dissi: “Okay”. Ero a New York ed entro, e Mike Appel era seduto dietro una scrivania con i suoi piedi sulla scrivania, e mi disse solo: “Va bene, canta” e io: “Dov’è l’accompagnamento?”, e lui disse: “No, no, no, no. Canta e basta”. Probabilmente ero un po’ nervosa prima di andare lì, ma poi mi arrabbiai perché era scortese e ignorante, così cantai quella canzone e la imparai. Sai, questa è tutta un’altra storia, quando venni a Jersey per cantare con te la prima volta.
Springsteen: Venisti nel parco industriale …
Scialfa: “Route 35?
Springsteen: nel 1974, sulla Route 35, a Neptune, nel New Jersey, capitasti lì
Scialfa: Non capitai, Bruce. (ride) Scialfa: Guidavo la mia Firebird. Avevo l’indirizzo. Mi avevano mandato lì.
Springsteen: Ed eccoti lì. Provammo un po’, forse, “Thunder Road” o qualcos’altro. E poi ti sedesti al piano e mi suonasti le tue canzoni, a cui stavi già lavorando. Ed erano belle. Ricordo che erano belle. Alla fine non abbiamo portato una cantante in quel tour, ma ricordo che ci siamo incontrati.
Scialfa: Oh, eri grande. E la band era eccezionale, ed era completamente rispettosa. Ricordo che dopo aver cantato mi dicesti: “Ehi, cosa fai?” E io ho detto: “Beh, in sostanza, scrivo e voglio fare i miei dischi”. E tu: “Beh, suonami qualcosa.”Quindi penso di essermi seduta al Fender Rhodes e di aver suonato un paio di canzoni.
Springsteen: Sì, ed eri brava.
Scialfa: Ricordo cosa indossavi.
Springsteen: Davvero?
Scialfa: Che strano. E ricordo cosa indossavo. Indossavi una mezzemaniche nera … non una polo nel modo più conservatore, ma quel tipo di camicia … e jeans.
Springsteen: Ho ancora quella maglietta. Ho ancora tutti i miei vestiti del 1974.
Scialfa: Dove sono?
Springsteen: Sono nell’hangar. (ride) Sono uno che conserva tutto.
Scialfa: In realtà avevo completamente dimenticato che ero venuta a cantare con la band e te. Max (Weinberg) e Roy (Bittan) me lo hanno ricordato. Perché, sai, sei giovane, canti molto e vai qua e là. E loro dissero: “Oh, ricordo che entrasti, e avevi una camicia hippie bianca con perline di corallo.” E io: “Wow, non me lo ricordavo.” E tutti erano davvero grandi.
Springsteen: Sì, facemmo delle sessioni divertenti.
Scialfa: Beh, questo mi portò a scoprire tutto ciò che riguarda il gruppo femminile.
Springsteen: Giusto. Perché quella era una delle cose che, nel nostro annuncio, avevamo inserito per …
Scialfa: Lo lessi nel Village Voice.
Springsteen: Era un annuncio che diceva che dovevi essere in sintonia con tutti i gruppi di ragazze e tutta la musica degli anni ’60. E roba da (Phil) Spector. Ma comunque, passiamo a “Talk to Me Like the Rain” da “Walking in the Rain”. Ascoltiamolo questo e poi voglio che tu ne parli un po’
“Talk To Me Like The Rain”, Patti Scialfa
Springsteen: Assolutamente una delle mie prime tre canzoni di Patti Scialfa.
Scialfa: (ride) Forse è perché ci suoni. Penso che tu suoni ogni strumento in questo brano
Springsteen: Penso di si. Ma penso ancora che sia una bellissima canzone, sexy da morire, solitaria da morire, e sì, ho avuto una piccola parte.
Scialfa: Non riuscivo ad ottenerne una versione che mi piaceva. Ricordo di essere venuta da te. Aveva bisogno di una profonda sensualità e di un’immagine più grande di come la stavo facendo.
Springsteen: Era il ritmo del baião. Il ritmo sensuale del baião.
Scialfa: Ne avevamo bisogno. Quel triplet. Tennessee Williams aveva recitato in un atto unico chiamato “Talk to Me Like the Rain and Let Me Listen” e fui davvero colpita dalla bellezza di quel titolo, e l’opera stessa era piuttosto incentrata sul suo desiderio di romanticismo e solitudine. E questo è stato così stimolante. Sei stato decisivo, devo dire. Gli hai dato la profondità e l’ampiezza di cui aveva bisogno. Doveva avere una versione seria e nello stesso tempo sensuale, lo sai?
Springsteen: È un pezzo di musica sensualmente elegante, hai cantato e ci hai fatto un lavoro incredibile.
Scialfa: Grazie. È divertente, sto ricevendo tanti complimenti. (entrambi ridono) Sono contenta che abbiamo registrato questo programma, vedi?
Springsteen: Va bene. Andiamo a “Ruler of my Heart”
Scialfa: Irma Thomas!
Springsteen: perché questa ci porterà a “You’re a Big Girl Now”?
Scialfa: Sì. Una nuova canzone, sì.
Springsteen: E’ un debutto, perché è qualcosa che Patti sta registrando per il suo nuovo disco. Sì, c’è un nuovo disco, e sì, sta arrivando e oggi ne daremo un piccolo assaggio.
“Ruler of My Heart,” Irma Thomas
Springsteen: Un po ‘di musica sexy di New Orleans. Adoro Irma Thomas.
Scialfa: Adoro Irma Thomas. È perfetta quella canzone. E non c’è quasi nulla, il che è scioccante, perché è così potente.
Springsteen: Passiamo a “You’re a Big Girl Now”. Parlane un po’ prima che lo ascoltiamo.
Scialfa: Sarà nel mio nuovo disco. Ho sempre adorato Irma Thomas. Conosci quei backup (canta la parte vocale)? è proprio evocativo… ti spinge in qualcosa ed è molto bello. Quindi avevo questa canzone… L’ho fatto con Ron Aniello (il produttore). Suonava bene ma mancava qualcosa. A volte ho la tendenza a non farci mettere le mani sopra, il che è probabilmente una questione di controllo, ma abbiamo fatto una bella versione. Poi ho incontrato Jack Antonoff e io e Ron ci siamo detti “Vediamo cosa pensa Jack di questa canzone, quello che farebbe”. Jack l’ha presa, l’ha solo un po’ cambiata, ha inserito dei fiati e l’ha resa più terrena. È stato davvero divertente.
“You’re a Big Girl Now”, Patti Scialfa (Nota: non è disponibile alcun video per questa canzone.)
Springsteen: Va bene, l’avete sentito per primi a “From My Home To Yours”
Scialfa: “From Our Home To Yours”!
Springsteen: “You’re a Big Girl Now” di Patti Scialfa, il debutto del suo prossimo album. Va bene, è bello, piccola. Ho sentito quei “ooh” di Irma Thomas e suonano benissimo. Ora, abbiamo parlato soprattutto di “Rumble Doll”. Passiamo agli altri tuoi album, perché per i tuoi prossimi due dischi, hai fatto un po’ di giri. Hai abbracciato più influenze soul e R&B del sud, persino blues. Penso che tu abbia avuto un nuovo produttore.
Scialfa: In “23rd Street Lullaby” eravamo Steve Jordan ed io. E Steve è proprio un batterista/musicista geniale. Lo conosco da quando ero un adolescente, il che è spaventoso. È semplicemente incredibile, e ci capiamo al volo, quindi sa come voglio che suonino le canzoni, senza una grande quantità di spiegazioni.
Springsteen: E crea una delle sezioni ritmiche più musicali che tu abbia mai sentito in vita tua. Fa uscire la musica dalla batteria.
Scialfa. Sì. Suona la batteria melodicamente, il che è fantastico. Volevamo registrare tutto dal vivo, e quindi avevamo Cliff Carter al piano, che conoscevo da quando avevo 20 anni a scuola di musica, e Nils Lofgren, Steve Jordan e Willie Weeks, che è proprio un bassista straordinario, un gentiluomo del sud che ha suonato con tutti. E Bruce, anche tu sei venuto in studio e hai suonato su molte cose diverse.
Springsteen: Sì, ero un musicista utile all’occorrenza. Se avessero avuto bisogno di qualcosa, mi sarei seduto o mi sarei alzato per suonare
Scialfa: In realtà hai scritto il giro di basso per questo. Stiamo per sentire “Like Any Woman Would”?
Springsteen: Sì.
Scialfa: Okay, quindi hai scritto la parte di basso nella demo, ma poi quando è arrivata Willie Weeks…
Springsteen: …mi sono messo da parte. Ma sono così orgoglioso del fatto che Willie Weeks abbia dovuto suonare la mia parte esatta.
Scialfa: Ha fatto proprio così. È stato bellissimo.
Springsteen: Ero lusingato.
“Like Any Woman Would,” Patti Scialfa
Springsteen: Adoro il ritmo, adoro i “doo-langs” e adoro i breakdown. (canta).
Scialfa: Stavo ascoltando molta musica di Al Green.
Springsteen: Sì, disco funky. Ascoltiamo Al e vediamo da dove viene quella traccia
“Tired of Being Alone,” Al Green
Scialfa: È così bello. È così naturale.
Springsteen: Un groove naturale…
Scialfa: Mi hai aiutato in questo… quando stai facendo un CD, non vuoi andare fuori dall’argomento, e all’epoca c’era molta musica eccezionale in uscita. Ma dicesti: “No, no, no, no, non ascoltare nulla. Mantieni le tue intenzioni”. Avevo dei grandi musicisti in studio, così come per Al Green, la sezione ritmica fosse semplice ma bella. E Steve Jordan e Willie Weeks ce l’hanno fatta.
Springsteen: Conoscono quelle cose come le loro mani. Va bene, andiamo dalla più grande cantante rock di tutti i tempi.
“River Deep – Mountain High”, Ike & Tina Turner
Scialfa: Audace e bellissimo. Davvero, questa è una delle mie canzoni preferite.
Springsteen: “River Deep – Mountain High” è uno dei più grandi dischi rock, probabilmente mai realizzato. Ed lei è semplicemente una delle più grandi cantanti rock
Scialfa: Quella canzone mi fa sentire il bisogno di fare la cosa giusta. È proprio come una giusta dichiarazione d’amore, ed è così diretta e potente.
Springsteen: Oh sì.
“Town Called Heartbreak”, Patti Scialfa
Scialfa: Sai da dove viene quella breve parte di organo? Viene da, oh, (canta), “Come to my door, baby” di Janis Ian.”
Springsteen: ” Society’s Child”
Scialfa: Sì,”Society’s Child”. Questa è stata una delle prime canzoni interrazziali più esplicite di sempre. È stata semplicemente meravigliosa. E “Town Called Heartbreak” … adoravo quella canzone di Gene Pitney, “Town Without Pity”. Quindi, ho adorato quel titolo e ho adorato quella canzone.
Springsteen: È un buon titolo. È un buon titolo noir. Va bene, quindi passiamo a “Valerie”, una canzone che ha molto peso nella nostra storia, perché mi ricorda quando ti visitavo nel tuo appartamento a New York, quando probabilmente non avrei dovuto visitarti nel tuo appartamento a New York. In una delle mie prime escursioni lì …
Scialfa: In realtà stavamo provando per “Tunnel of Love”… e mi insegnavi le parti di chitarra.
Springsteen: Con il pretesto di provare per Tunnel of Love, ti insegnavo le parti di chitarra. Ma in qualche modo, mi suonasti la prossima canzone, e ricordo di aver pensato: “Oh mio Dio, questa donna sa scrivere”. E mi sono spaventato il doppio di quanto lo fossi già
Scialfa: Oh, tesoro, è così dolce. Grazie.
Springsteen: Ho pensato “Whoa, ho visto il tuo talento per la prima volta”, al di fuori della tua sola voce.
Scialfa: Sì, me lo ricordo in modo molto dettagliato.
Springsteen: È stato un momento piuttosto intenso, quindi sentiamo “Valerie “.
“Valerie”, Patti Scialfa
Springsteen: Questa è una vera bellezza, una vera bellezza.
Scialfa: Grazie, amore.
Springsteen: È nel primo disco?
Scialfa: È di “Rumble Doll”. Emmylou Harris e Linda Ronstadt hanno fatto una cover di questa canzone in un duetto, su “Western Wall: The Tucson Sessions”. Ero così commossa e incantata che qualcuno effettivamente avesse ascoltato la canzone (ride). E ci hanno fatto un ottimo lavoro.
Springsteen: Grandi cantanti.
Scialfa: Poi abbiamo finito per cantare nel suo disco dei Red Dirt Girl, in “Tragedy”… Immagino che avesse ascoltato Rumble Doll, quando disse: “Oh, voglio che tu canti su questo brano”. Un po ‘timida, avevo un po’ paura di andare da sola, anche se è la donna più amorevole del mondo. E le chiesi: “Posso portare Bruce?”, E lei rispose: “Certo.” E poi entrambi abbiamo finito per cantare la canzone.
Springsteen: È stato un buon momento, a New Orleans. Andiamo a “Play It as Lays”. Quindi chi lo produce?
Scialfa: Ispirato di nuovo al titolo di un libro. “Play It as It Lays” di Joan Didion … Era un intero album con Cliff Carter, Nils Lofgren, Steve Jordan e Willie Weeks. Lo facemmo in studio, abbiamo inciso le tracce dal vivo. Ed erano così musicali “.
Springsteen: Sì, un altro album in cui la musica è fantastica. Voglio dire, conoscevi questi ragazzi, erano tuoi amici
Scialfa: Li conosco da sempre
Springsteen: Ma quando sono entrati, hanno alzato il tiro su ogni traccia… erano semplicemente incredibili.
Scialfa: Ci siamo divertiti. E anche tu sei entrato molto, perché è stato molto divertente suonare con loro.
Springsteen: Sì, ancora una volta, un musicista utile all’occorrenza su tutto ciò che era necessario. Chitarra, organo, basso di volta in volta. E ci siamo divertiti molto. Questa è “Looking For Elvis”, una grande traccia spettrale, con, in realtà, un’armonica incredibile.
Scialfa: Sì, chi ha suonato quella parte. Era, come, così infuocato!
Springsteen: Scopriamolo.
“Looking for Elvis,” Patti Scialfa
Springsteen: Perché ricordo di averlo registrata ad Asbury Park, per quale motivo?
Scialfa: C’era uno speciale su Elvis, immagino, alla televisione o qualcosa del genere, e volevano usare questa canzone e l’abbiamo fatto. Faceva molto caldo
Springsteen: Sì, era alla Convention Hill.
Scialfa: “Sala convegni. L’abbiamo registrata alla Convention Hall.
Springsteen: Ricordo di aver sudato e suonato con fatica. Ma ricordo quel concerto.
Scialfa: È stato divertente.
Springsteen: Molto divertente. E un’altra grande canzone. Buona scrittura.
Scialfa: Ricordo di averlo scritto in Rumson. E avevo il titolo… sai, per me, Elvis era una metafora delle idee e sogni più patriottici per il tuo paese, e mi dicevano “Piccola, non so se riesci a scrivere una canzone intitolata “Looking for Elvis”. Dissi: “Fidatevi di me, la finirò e velo mostrerò”. E i ragazzi … tutti voi l’avete suonata. In realtà è una delle mie canzoni più arrabbiate.
Springsteen: Sì, posso sentirlo. L’intero disco, l’ho sempre confrontato con, ad esempio, un “Dusty a Memphis” perché le tracce sono tutte così basse e funky. Aveva solo un’anima del Sud che era semplicemente favolosa. L’ho adorato. “23rd Street Lullaby” mi ricorda New York City. “Rumble Doll” mi ricorderà sempre la California.
Scialfa: Oh, è una lettera d’amore per te. “Rumble Doll” era solo una lettera d’amore per te. Lo sai.
Springsteen: Per me?
Scialfa: Lo sai. Non sono novità
Springsteen: Grazie, piccola. Ma questa mi ricorda sempre la California, e questa mi ricorda il Sud, per qualche ragione.
Scialfa: Penso che dipenda dai musicisti che abbiamo avuto e da come abbiamo affrontato ogni canzone.
Springsteen: “Bene, ora ti farò sentire qualcosa che era una canzone importante per noi due quando ci siamo messi insieme, quindi dedicherò questo a Patti Scialfa.
Scialfa: Oh, so di cosa si tratta.
Springsteen: Buon compleanno, piccola.
“Trouble in Mind (The Return)”, Marianne Faithfull
Scialfa: Questo brano mi fa pensare, alla tua Camaro blu, giusto? E inoltre, avevi una vecchia Corvette, anch’essa blu, vero? Ci divertivamo, e non parlavamo mai, proprio come storditi d’amore.
Springsteen: E mettevamo quella canzone fino a New York, dove ti lasciavo. Marianne Faithfull era il nostro angelo custode a quei tempi.
Scialfa: Vero
Springsteen: Questa è una bellezza. Quindi ora stiamo arrivando, a quello che penso sia il tuo capolavoro. E non so cosa dire a riguardo, tranne …
Scialfa: Beh, questa è l’ultima canzone di “Rumble Doll”. E ancora, voglio ringraziare Emmylou Harris e Rodney Crowell che l’ha ripresa in “Old Yellow Moon”. Ed è una canzone d’amore così faticosa (ride).
Springsteen: È molto vera. È molto fedele a se stessa.
Scialfa: L’intero disco di “Rumble Doll” lo è stato, davvero sono stati tutti scritti per te e su quello che provi in un momento in cui l’amore è molto pericoloso.
Springsteen: Quindi ascoltiamo. Quando morirò, basterà prendere questi testi e imprimerli sulla mia lapide. Questo è tutto ciò che devono sapere su di me. Sarà molto
Scialfa: Ti voglio bene, amore. Grazie.
Springsteen: Ti amo anche io.
“Spanish Dancer”, Patti Scialfa
Springsteen: Questo è il nostro spettacolo per oggi. Grazie, Patti, grazie per essere stata qui, fino a quando ci incontreremo di nuovo, restate intelligenti, restate al sicuro, rimanete forte e rimanete innamorati.
Scialfa: Mi piace.
“Rose”, Patti Scialfa
Grandissimi. Grazie mille