“The Legendary 1979 No Nukes Concerts” è stata considerata la miglior rappresentazione cinematografica di un concerto di Springsteen negli anni ’70. Come ha affermato Jon Landau “È uno spettacolo di rock puro dall’inizio alla fine. Il livello di energia è trascendente e la padronanza dell’arte della musica rock live lascia tutti a bocca aperta”. E pensare che – vuoi per scaramanzia, come ha raccontato Bruce a Rolling Stone, vuoi soprattutto per diffidenza nei confronti di cinema e televisione, considerati “mezzi relativamente freddi” rispetto al calore trasmesso dai suoi spettacoli – inizialmente il più grande performer di tutti i tempi rifiutava ogni proposta di documentare in video i suoi live. Fortunatamente per noi fans, per i due concerti di beneficienza “No Nukes” organizzati al Madison Square Garden, Bruce fece una rara eccezione: «Ripresero tutto – racconta il Boss – dicendomi che avrei potuto decidere in un secondo tempo se esserci o meno nel film. Così non mi dovetti preoccupare delle telecamere, sapevo che avrei potuto tagliare tutto». Alla fine acconsentì all’epoca a lasciare per il film “No Nukes” (1980) le performance di “The River”, “Thunder Road” e “Quarter to Three”. Fantastici, certo, ma ben poca roba rispetto alle quasi tre ore di musica suonate complessivamente nelle due serate dell’evento e rimaste incredibilmente in archivio per circa quarant’anni. Oggi finalmente tutto quel materiale inedito, come sappiamo, ha visto la luce grazie all’eccellente lavoro firmato ancora una volta da Thom Zimny, che ha ripreso la registrazione originale delle esibizioni di Bruce in 16 millimetri e ne ha affidato il remix audio a Bob Clearmountain. Il nuovo film si chiude con l’epica versione di nove minuti di “Quarter to Three”, completa di false partenze e di divertente siparietto di Bruce che collassa sul palco e viene rianimato da Clarence e Steve. Quello che il film non mostra tuttavia è il momento in cui Springsteen scorge tra la folla la sua ex ragazza, la fotografa Lynn Goldsmith, mentre gli scatta una foto ai piedi del palco. Il Boss platealmente non gradisce, la tira su nervosamente e la presenta al pubblico mentre lei sorride palesemente imbarazzata: «Signore e signori, la mia ex fidanzata!». Poco garbatamente e strattonandola per un braccio, la scorta dietro le quinte e chiede che venga allontanata. Beh, quel momento – abbastanza sgraziato e anomalo rispetto al “solito” Bruce – non è stato riportato nel montaggio del film. «Non mi interessa raccontare certe cose», dice Zimny. «Non è un momento musicale. Anche se avessi voluto mostrarlo, non è ben documentato perché era tutto molto caotico e i cameramen non sapevano cosa stesse succedendo» (Springsteen e la Goldsmith rincontratisi al Sunset Marquis nel 1980, fecero pace e, ricordando l’accaduto, ci risero su). E ha ragione Zimny, non è un momento musicale e quindi di scarso interesse documentario ma dal momento che in molti ci hanno chiesto delle motivazioni che indussero Bruce a quella strana reazione, ve lo vogliamo raccontare comunque. Come dire, di scarso interesse ma, evidentemente, di forte curiosità! Allora… cominciamo dall’inizio!
Sappiamo dal “Melody Maker”, dal “Record Mirror” e dal “Sounds” che il tour sarebbe dovuto approdare in Europa quell’autunno ma il programma fu rivisto e l’appuntamento con il vecchio continente saltò. Durante quella pausa, Springsteen approfittò per accompagnare la Goldsmith a Los Angeles, per un incarico fotografico e in quella occasione fu anche chiamato (il 17 ottobre 1978) per un’apparizione come ospite in una jam con The Knack al Troubadour (la coppia Springsteen- Goldsmith era stata anche avvistata sette giorni prima ad uno show dei Devo a The Starwood dove Bruce non aveva suonato). Due mesi dopo però la love story sembrava finita tant’è che il 20 dicembre 1978 dal palco del Seattle Center Arena, Bruce dedicò pubblicamente “Randevouz” alla modella attrice Joyce Hyser, che aveva conosciuto qualche mese prima: “this is an old song of mine, this is called ´Rendezvous´ and it’s been out on some bootlegs and stuff… here right now this is my girlfriend’s birthday, this is for you, Joyce, alright…”. Conclusosi il Darkness Tour, all’inizio di febbraio Springsteen e la Goldsmith decisero comunque di darsi un’altra possibilità e si concessero una breve vacanza insieme nella località invernale di Jackson Hole, nel Wyoming. Ci sono foto pubblicate di Bruce e Lynn scattate dal fotografo Ron Galella che mostrano i due felici dopo una cena al Jackson Hole Restaurant il 21 febbraio.
Le cose sembravano riprendersi ma tutto stava nuovamente per cambiare. Da Jackson Hole i due tornarono a Los Angeles, dove entrambi avevano delle questioni lavorative da sbrigare (N.B. agli inizi di marzo 1979 risale l’incontro del Boss con Warren Zevon per lavorare alla riscrittura di “Janey Needs A Shooter”). In quei giorni Bruce venne informato che, a sua insaputa, la Goldsmith aveva venduto a una cifra considerevole alcune sue foto di natura personale e intima per un articolo di ben 8 pagine intitolato “From Lynn Goldsmith’s Studio” pubblicato nel numero di febbraio della rivista giapponese “JAM”. Springsteen, forse sentitosi manipolato, interruppe immediatamente la relazione con la Goldsmith.
La relazione con Joyce Hyser ricominciò stesso nel marzo 1979, quando Bruce tornò nel New Jersey da Los Angeles. La Hyser, che all’epoca viveva nella zona di New York, frequentò spesso la casa studio di Bruce di Telegraph Hill Road a Holmdel, dove in quel periodo si tenevano le sessions della E Street Band per “The River” (N.B. nell’aprile 1979, Bruce si fece male ad una gamba nell’incidente con il fuoristrada guidato proprio dalla Hyser e rimase fermo per circa quattro settimane ritardando le sessioni di “The River” alla Power Station).
Quindi, nel caso qualcuno si stesse ancora chiedendo perché Springsteen avesse reagito in quel modo con la Goldsmith il 22 settembre 1979, le ragioni sono da far risalire al marzo 1979 e al fatto – non di poco conto – che quel giorno allo show di No Nukes… era presente anche Joyce Hyser.