Il nuovo spettacolo “Springsteen On Broadway” al St. James ha introdotto, come sappiamo, alcune novità che traggono ispirazione dalla più recente realtà. E’ stato un anno in cui abbiamo imparato a confrontarci con il dolore e con la morte come se fossero parte integrante della nostra quotidianità. Abbiamo visto quanto ci sia ancora da lavorare su concetti basilari come quelli di “libertà” e di “diritti civili” che in questo millennio avremmo tanto sperato di poter dare per scontato. Abbiamo assistito inermi alla morte per mano della polizia di George Floyd, un’ennesima vittima dei paradossali pregiudizi provocati dal colore della pelle. Abbiamo abbracciato le urgenze del Black Lives Matter e di tutti coloro che lottano per far valere il diritto alla vita senza distinzione di origine, razza o religione. Tutto questo non poteva essere glissato nelle nuove riflessioni di Bruce, che ha “aggiornato” il suo monologo e, di conseguenza, la scaletta dei brani alla luce nei nuovi accadimenti: “American Skin (41 Shots)” – che racconta il brutale assassinio del giovane afroamericano Amadou Diallo avvenuta nel 1999 – riacquista ahimè una sua drammatica coerenza. Stessa tragedia, stessa rabbia, stesse aspettative infrante da un sistema che sembra non riuscirsi a liberare di quel suo lato oscuro. E poi c’è il virus, ospite sgradito di quest’ultimo anno e mezzo, che ci ha dato la misura di quanto il dato “non prevedibile” possa mettere in un istante KO mondi, sistemi e probabilmente il senso della storia e delle nostre esistenze chissà per quanto tempo ancora. Tutta questa oscurità ci ha dato tuttavia l’opportunità di far luce sulla differenza tra ”essenziale” e “superfluo”: “I’ll See You In My Dreams” imprime un tono nuovo al finale scalzando per una volta “Born To Run” e aprendo alla speranza che nulla si perde, anzi alla consapevolezza che tutto sopravvive al di là della nostra stessa esistenza fisica. In questa narrazione emozionante, non mancano momenti di festa e divertimento: “Fire” in duetto con Patti, è puro fuoco e sensualità: va oltre le incertezze dell’uomo che dubita di “Brillant Disguise” per dar spazio alle emozioni e alla gioia di vivere che, nonostante tutto, restano la più grande sfida che ci lancia il Rock ‘nd Roll e lo scopo principale della nostra vita.