Rai5 per il ciclo “Pop Icons”, “Bruce Springsteen: in His Own Words”, un film-documentario di circa 90 minuti – girato sotto la direzione del regista Nigel Cole – in cui Bruce racconta la sua vita artistica, dagli anni giovanili all’esplosione come star planetaria. Uscito in America nel 2016 in concomitanza con la pubblicazione della autobiografia “Born to Run”, fu presentato in esclusiva italiana su VH1 a pochi mesi di distanza dalla sua prima statunitense.
Il film – che in qualche modo rappresenta un “completamento per immagini” di Born To Run- è stato acclamato dalla critica proprio per il taglio intimo e personale che il regista e Bruce hanno saputo conservare nel corso dell’intervista, consentendo ancora una volta di emergere, in modo semplice e diretto, all’uomo che è dietro la fama e il successo. Bruce, come sempre, riesce a raccontarsi intrecciando vita privata e musica, in modo schietto e poetico. Ad esempio “racconta come spesso ripercorre in auto le strade della sua città natale ripensando al suo passato- ha raccontato Cole- e nel film si vede il tutto dal suo punto di vista al volante. Racconta dei raggi del sole sul copriletto quando sua moglie gli dice che è incinta e noi vediamo i raggi del sole e il piumino. Lo spettatore è sempre nella testa di Bruce”. Tutto è corredato con filmati della sua giovinezza, riprese risalenti ai suoi primi show, e tante immagini e musica che lasceranno anche al pubblico più preparato la soddisfazione e l’emozione dell’inedito.
Nigel Cole era solo uno dei tanti ammiratori di Bruce Springsteen, che in seguito all’uscita dell’autobiografia Born to Run, è diventato a detta sua “il più grande fan del Boss”. “Sono molto orgoglioso di questo film” ammette il regista, il cui nome è noto soprattutto per “Calendar Girls” (2003) o “We Want Sex” (2010). Questo è infatti il suo primo documentario musicale attraverso il quale ha consapevolmente rotto con le convenzioni del genere. “L’idea di fare un film che integrasse l’autobiografia di Springsteen Born to Run era già nell’aria – spiegò Cole in un’intervista rilasciata a Carla Baum per ARTE Magazin- “ma era davvero difficile incontrare Springsteen: è tra i musicisti più attivi e ha un’agenda incredibilmente fitta e programmata. Il libro è estremamente potente, commovente, divertente in alcuni punti. Quando ho letto la storia, ho pensato subito: questo è un dono. Sembra già un film. Springsteen pensa come un regista, scrive e parla attraverso immagini. Non è incredibile? Comincia con i dettagli, dipinge le immagini con le sue parole, come d’altronde nelle sue canzoni. Da qui la mia idea che le immagini dovessero mostrare nel film esattamente il suo punto di vista. Il film è tutto sulle sue spalle, senza ulteriori interviste al manager, al migliore amico, a celebrità che spuntano fuori come grandi fan a parlare di lui. Tom Hanks, ad esempio, è un grande fan Bruce Springsteen… avremmo potuto avere un altro volto famoso nel documentario. Ma ho visto l’autobiografia come una grande opportunità di girare in modo assolutamente diverso rispetto al genere: solo Bruce e la sua storia”.
Cole dunque si allontana dalle formule più ricorrenti di narrazione, a favore di un taglio “intimista”, in cui è Bruce stesso a raccontarsi, attraverso la lettura di alcuni passi della sua autobiografia integrati con ricordi, aneddoti e frammenti live tratti dal suo archivio personale, in una confessione privata che rende il film straordinario per intensità emotiva e valore documentario. E’ come sfogliare insieme a lui il suo album di famiglia, dai ricordi d’infanzia alle fasi salienti della carriera, dai rapporti interpersonali con le figure più importante della sua vita, alle sue paure e alle sue aspirazioni. Bruce apre il suo cuore e la sua anima con tutte le sue fragilità e conflitti interiori, con quell’umanità disarmante, rivelata prima nella splendida autobiografia “Born To Run” e che poi avremmo ritrovato in Springsteen on Broadway e ora nel suo nuovo film Western Stars. Ma se oggi, alla luce delle più recenti esperienze, il taglio, alcuni aspetti e contenuti della narrazione del documentario del 2016 potrebbero suonare già familiari, il film resta di grande impatto, emozionante e fortemente coinvolgente, assolutamente imperdibile per ogni fan di Springsteen.
Guarda il film: BRUCE SPRINGSTEEN: IN HIS OWN WORDS
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