Un tempo c’erano le file fuori le biglietterie, che iniziavano anche due notti prima (sempre rigorosamente di notte!), con i fogli-lista, gli appelli, le attese, le birre, le risate, il sonno condiviso nei sacchi a pelo sui marciapiedi, le solite pipì dietro l’angolo, i passanti curiosi ai quali si rispondeva in coro e sempre più numerosi “E’ per il concerto del Boss”; e ancora, le figuracce sul posto di lavoro, le amicizie strette lì per lì e che poi ti saresti portato avanti negli anni, l’emozione della serranda finalmente aperta, il magico tremore dell’ora- tocca–a- me, del chissà se in tutto questo c’è ancora il prato…e finalmente l’euforia finale, la pacca sulla spalla all’uscita di chi è ancora lì in attesa e che gode (sinceramente?) per te, la meditazione estatica dei biglietti per i primi 20 minuti e poi la corsa a casa perché “guai a tenerseli addosso!”. Leggi tutto “Non esistono più i biglietti di una volta…”
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