Il live del mese LOS ANGELES SPORTS ARENA 28/04/1988

Il live rilasciato dai Bruce Springsteen Archives questo primo venerdì del mese è quello del 28 aprile 1988, ovvero l’ultimo dei 5 show tenuti da Bruce e la E Street Band – accompagnata dagli Horns of Love – alla Sports Arena di Los Angeles durante il Tunnel of Love Express Tour nel 1988. Leggi tutto “Il live del mese LOS ANGELES SPORTS ARENA 28/04/1988”

La playlist del weekend nel 20° episodio di From My Home To Yours di Bruce Springsteen

“Here Comes the Weekend” è stato il titolo del 20° episodio di Bruce Springsteen di From My Home To Yours, il suo programma DJ su SiriusXM, andato in onda stamattina 31 marzo alle ore 10 locali. Springsteen ha ricordato la bellezza dei fine settimana quando da studente aspettava che suonasse la campanella del venerdì per scappare da scuola e assaporare la libertà e da adolescente se ne andava in giro nel Greenwich Village. Ricorda anche la tristezza di Leggi tutto “La playlist del weekend nel 20° episodio di From My Home To Yours di Bruce Springsteen”

31 Marzo 1958: viene pubblicata la leggendaria “Johnny B. Goode”

Chi non conosce Johnny B. Goode di Chuck Berry? Scritta nel 1955, pubblicata nel 1958, questa canzone rappresenta un atto fondativo, quasi un certificato di nascita del rock’n’roll: eseguita e rifatta da innumerevoli musicisti, ha percorso l’intera storia del rock moderno. E se tutti ormai conoscono – anche solo per averlo sentito una volta – il ritmo travolgente di questo pezzo, meno conosciuta è la storia che esso racconta. Leggi tutto “31 Marzo 1958: viene pubblicata la leggendaria “Johnny B. Goode””

31 Marzo 1992 – HUMAN TOUCH & LUCKY TOWN

Anno 1992: Bruce Springsteen torna alla ribalta a 5 anni di distanza da “Tunnel of love” pubblicando in contemporanea  “Lucky Town” e”Human Touch”.

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“La difficoltà di essere un papà rockstar” nell’episodio 7 del podcast Renegades: Born in the USA

Nel settimo episodio del podcast Renegades: Born in the USA, intitolato “Finding Home. Fatherhood”, Bruce Springsteen e Barack Obama hanno affrontato il tema “road vs. home life” e raccontato le difficoltà di conciliare vita pubblica con quella privata e le scelte necessarie che hanno dovuto affrontare per garantire equilibrio e armonia in entrambe. E soprattutto hanno parlato di come hanno imparato – dopo l’esperienza negativa della assenza dei loro padri – a fidarsi di se stessi come genitori. Obama ha aperto l’episodio dichiarando che, nonostante il successo pubblico, sia lui che Bruce sono d’accordo sul fatto che la cosa più importante nel corso degli anni sono state le loro famiglie. “Abbiamo avuto la fortuna di trovare donne straordinarie, forti e indipendenti che ci hanno spinto, ci hanno sfidato e ci hanno dato la possibilità di mettere radici. Donne che ci hanno aiutato a diventare versioni migliori di noi stessi e ci hanno costretto a farlo continuamente, facendoci riesaminare le nostre priorità. Michelle e Patti ci hanno anche fatto il dono più grande della nostra vita; la possibilità di essere padri. Per sperimentare le gioie, le prove e la profonda umiltà di essere mariti e papà. Abbiamo passato un po’ di tempo confrontandoci su ciò che mogli e figli continuano a insegnarci, quali valori vogliamo trasmettere, quali esempi vogliamo dare e che tipo di paese vogliamo lasciare loro in eredità. Neanche nella sua autobiografia, Bruce aveva toccato questi argomenti con tanta dolcezza, umanità e intimità. Leggi tutto ““La difficoltà di essere un papà rockstar” nell’episodio 7 del podcast Renegades: Born in the USA”

Tullio De Piscopo: Ritmo & Good Vibration

Il Maestro Tullio De Piscopo ha compiuto 75 anni. Personaggio istrionico, considerato un guru dai suoi colleghi, per le sue straordinarie capacità tecniche e per la passione dirompente che trasmette attraverso la musica, è tra i batteristi e percussionisti italiani più apprezzati a livello internazionale e un artista capace come pochi di accendere emozioni nel cuore della gente. Napoletano doc, nasce il 24 febbraio 1946 da una famiglia di musicisti: il padre Giuseppe, anch’egli batterista, suonava nell’orchestra del maestro Giuseppe Anepeta, (uno dei più famosi arrangiatori e direttori d’orchestra della canzone napoletana) e Romeo, il fratello maggiore morto prematuramente, faceva parte di complessi che suonavano nella zona di Bagnoli e gravitavano attorno alla base NATO. Così se da un lato Tullio a casa ascoltava i dischi di Charlye Parker, Miles Davis, Max Roach, Kenny Klarke, Art Blakey, Philly Jo Jones dall’altro è sulla strada che imparò ad attingere le sue principali ispirazioni e a formare il suo talento: “Molti musicisti hanno copiato i grandi d’oltreoceano, io ho attinto dalla strada, dalla mia strada, tra la Pretura e il Tribunale, tutto un vociare, un suono, mille suoni, e o’ papunciello, il treno che partiva davanti al cinema Casanova per i paesi della provincia di Napoli”. Ancora teenager lavorò nei night-club di Napoli, molto frequentati dai soldati americani e a quattordici anni fu arruolato nelle compagnie di avanspettacolo che lo portarono in giro per l’Italia. Nel 1969 si trasferì a Torino, affermandosi sulla scena musicale come batterista fisso allo Swing Club, storico locale jazz dell’epoca, e nel 1971 si stabilì a Milano suonando nei gruppi di Franco Cerri e Enrico Intra. Qui incise alcuni album da solista e avviò importanti collaborazioni con artisti stranieri in tour in Europa quali Eumir Deodato, Bob James, Jerry Mulligan, Chet Baker, Tony Scott, Dave Samuels, Slide Hampton, Gato Barbieri, Billy Cobham, Don Cherry, Bob Berg, Don Moye, Wayne Shorter, Lester Bowie, Don Costa, Max Roach, Winton Marsalis, Astor Piazzolla, Manu Chao e Mory Kantè. Ma altrettanto rilevante è l’elenco delle collaborazioni con artisti italiani del calibro di Mina, Adriano Celentano, Lucio Dalla, Franco Battiato, Fabrizio De Andrè, Enzo Jannacci, Roberto Vecchioni, Giorgio Gaber, Ornella Vanoni, Pino Donaggio, Donatella Rettore, Gigi D’Alessio e tanti altri ancora. Autore di 27 album in studio, grandi hit come Stop Bajon (un rap composto con Pino Daniele nel 1984) e Andamento lento (con cui nel 1988 ottiene un grande successo al Festival di Sanremo e la vittoria al Festivalbar), De Piscopo ha firmato anche colonne sonore come quelle per i film Razza selvaggia e Naso di cane di Pasquale Squitieri, Mi manda Picone di Nanni Loy e 32 dicembre di Luciano De Crescenzo. Né possiamo non ricordarlo per essere stato il grandissimo batterista di Pino Daniele nei dischi “Vai mò” e “Bella ‘mbriana”, oltre che in alcuni tour tra cui quello con il “supergruppo” nel 1981 formato anche da Tony Esposito, James Senese, Rino Zurzolo e Joe Amoruso.

Tutta la carriera di De Piscopo si è articolata su un doppio binario: il jazz puro e la musica popolare, in cui Napoli e la sua gente sono state la fonte principale di ispirazione: dalla lingua alla storia, dalla canzone classica di Sergio Bruni alle urla degli ambulanti tra le strade. I suoi pezzi sono fantastiche sonorità jazz-pop, in cui convivono venature africane e riadattamenti in chiave ritmica e rap dei rumori convulsi e antiche voci della sua città. Così come coesistono l’amore e le passioni con lo sdegno e la rabbia, attraverso ondate di un mare impetuoso che travolgono in una continua festa di suoni e di emozioni.

“Hungry Art”: un concorso internazionale dedicato a Bruce Springsteen e alla pittura

Musica e creatività legate in una bella iniziativa: è il concorso internazionale “Hungry Art” di disegno, grafica e pittura che, lanciato dal Pink Cadillac Bruce Springsteen Fan Club, è giunto già alla sua seconda edizione. Vale qualsiasi tecnica – matite, inchiostro di china, pastelli, pennelli, gessetti, etc. per dipingere o realizzare un qualcosa di creativo e artistico – purché abbia come tema un personaggio centrale e iconico del mondo del rock: niente di meno che Mr. Bruce Springsteen, interpretato con gli occhi del fan o gli occhi dell’artista, o con gli occhi del fan-artista, in modo originale e creativo.
Anche stavolta è prevista un’ampia partecipazione italiana e straniera, considerata la popolarità del Pink Cadillac, il più numeroso e attivo fan club di Springsteen in Italia e all’estero, e del suo sito tra i più accreditati in Europa tra quelli dedicati al musicista americano.
In effetti, il Pink Cadillac non è solo una scalmanata comunità di fans, ma una realtà molto operosa a Napoli per quel che riguarda la divulgazione della conoscenza della musica, attraverso l’organizzazione di eventi culturali e musicali con artisti nazionali e internazionali. La base operativa è il PIT, il primo centro in Europa dedicato a Bruce Springsteen, che si trova nel cuore della città partenopea accanto all’Albergo dei Poveri e che accoglie scuola di musica e teatro, manifestazioni musicali, proiezioni, eventi a carattere sociale e letterario. Il PIT ospita collezioni private e due esposizioni permanenti – Like A Vision. Bruce Springsteen e il Cinema [una cronaca visiva del rapporto tra il Boss e la settima arte, attraverso i suoi brani presenti in pellicole cinematografiche, i motivi e le suggestioni che hanno contaminato il suo immaginario e la struttura narrativa dei suoi testi] e la più completa raccolta di riviste italiane con cover dedicate al Boss – oltre a memorabilia, poster originali, locandine, fotografie, dischi e rarità, centinaia di pezzi raccolti negli anni. Dotato di biblioteca ed archivio di fanzine e riviste italiane e straniere consultabili, il PIT si pone anche come centro di informazione aperto agli appassionati della musica e, più in generale, come di polo formazione per il quartiere.
Ovviamente al momento le attività sono sospese causa Covid, ma in attesa che riaprano materialmente i battenti, il Pink Cadillac con questo concorso si conferma attivo e ottimo canale di aggregazione – ahimè in questo caso virtuale – per gli appassionati di musica e di arte e tutti i fans del mondo. Tant’è che quest’anno a presiedere la giuria c’è addirittura Eric Meola, fotografo americano di fama internazionale, e soprattutto autore di alcuni dei più iconici scatti ai miti del rock, come quello che gli è valso la copertina di Born To Run, l’album di Bruce Springsteen pubblicato nel 1975. Della giuria fanno parte anche Patrizia De Rossi – giornalista, conduttrice di programmi radiofonici, autrice di molti libri tra cui “Bruce Springsteen e le donne. She’s the one” (Imprimatur Editore, 2014)” e il recentissimo “Patti Smith, La forza della parola” (Diarkos, 2021) – e Gianluca Tramontano, art director, docente di Graphic Design e Art Direction all’Accademia Italiana di Comunicazione Visiva.

Photo: Barry Gordon/Tulla Booth Gallery

Ai vincitori verranno inviati i gadgets del Pink Cadillac Bruce Springsteen Fan Club e la targa premio dell’edizione 2021. La partecipazione al concorso è gratuita, basta aderire al regolamento e seguire le istruzioni pubblicate sul sito pinkcadillacmusic.it e inviando, entro e non oltre il 15 maggio 2021, una mail all’indirizzo staff@pinkcadillacmusic.it. I 12 migliori lavori verranno inoltre pubblicati in formato cartaceo nel calendario Pink Cadillac 2022 con i nomi degli autori. L’esito del concorso sarà pubblicato il 22 maggio 2021 sulle pagine del sito in occasione del 24° anniversario della fondazione del Pink Cadillac Bruce Springsteen Fan Club.
Quindi, pronti fogli e matite? Non importa saper disegnare ma partecipare dando spazio alla fantasia e soprattutto ritagliarci attimi da dedicare alle nostre passioni e divertimento.

Enzo Gragnaniello: Scugnizzo, Poeta e Cantore Partenopeo

17 Gennaio 2021

«Fa caldo, voglio una birra, ma fredda come il cuore che hai per me. Un giorno lo scoprirai, che avevo dato la mia anima a un deserto». Così canta Enzo Gragnaniello nel nuovo singolo «Fa caldo» uscito il 27 novembre segnando il suo ritorno dopo la pubblicazione nel 2019 dello splendido album “Lo chiamavano Vient’ ‘e terra”. Sarà per quella miscela seducente di country, rock e blues, sarà quella storia filmica di amore e distanza, di passione e mancanze, di fuoco e di gelo, interpretata nel bel video da Massimiliano Gallo, Shalana Santana e Federica Totaro, ma il cantautore napoletano – già quattro volte Premio Tenco –va nuovamente a segno con un brano destinato a colpire nel profondo il nostro universo emotivo.

Ma d’altronde si sa, Gragnaniello si conferma ogni volta uno dei più grandi cantautori post anni Settanta, un artista tanto colto e raffinato, quanto integro e genuino, che ha saputo studiare, sperimentare e attingere a piene mani dalla monumentale tradizione della canzone napoletana del passato, per riversare quel patrimonio in alcune delle più belle pagine dell’attuale musica italiana. Nato a Napoli il 20 ottobre del 1954, a vico Cerriglio, il vicolo più stretto di tutta la città, è tra le strade dei quartieri più popolari che cresce e impara i più svariati mestieri, da garzone di pasticceria ad “attrazione vivente” – come racconta lui stesso – di una bancarella di blue jeans, da giardiniere ad accompagnatore degli americani nei locali dove si suonava musica live. A 18 anni compone le prime canzoni, poesie a un tempo di rabbia e speranza, incentrate su l’unico universo che conosceva bene: quello delle osterie e di chi ha fatto la guerra; quello degli emarginati, di chi sta in galera e di chi è costretto a tirare avanti arrangiandosi alla men peggio per strada. Grazie al suo straordinario talento musicale negli anni Settanta Enzo forma il gruppo “Banchi Nuovi” (nome del comitato dei Disoccupati Organizzati di cui Enzo faceva parte) in riferimento a una delle più difficili realtà da sempre della nostra città. Il suo desiderio in questi primi anni è riportare in vita le radici popolari della canzone napoletana ed è con questo proposito che partecipa nel 1976 all’importante Festival di Berlino, rassegna dedicata alle tradizioni popolari. Il suo album di debutto nel 1983 porta il suo nome, e due anni dopo pubblica “Salita Trinità degli Spagnoli”, in omaggio alla via della sua casa ai Quartieri Spagnoli dove tutt’ora vive. Tra gli anni Ottanta e i Novanta Enzo è uno dei cantautori più noti in assoluto, grazie anche al successo di brani del calibro di Cu‘ mme, interpretata magistralmente da Roberto Murolo e Mia Martini nel 1992. Tra le sue numerose collaborazioni con altri artisti vanno ricordate quella con Mia Martini (per la quale scrive due brani straordinari, “Stringi di più” e “Donna”) e quella con Adriano Celentano (per il quale compone nel 1996 “Cercami”). Nel 1997 in mondo visione su Rai Uno, Enzo duetta con il soprano Cecilia Gasdia in una magnifica versione di “Munasterio ‘e Santa Chiara” mentre nel 1999 è tra i più acclamati in gara al Festival di Sanremo con il brano “Alberi”, interpretato con la Ornella Vanoni e compositore della splendida “’O mare e tu” per Andrea Bocelli interpretata insieme a Dulce Pontes. Nel 2003 Enzo e James Senese collaborano all’album “Tribù e passione”, in gran parte costituito da classici napoletani rivisitati dai due artisti, come “Scetate”, “Giuramento” e “Passione”.

Nonostante la lontananza dai palchi in questi tempi difficili, Gragnaniello non è mai stato fermo semplicemente ad aspettare la fine della pandemia: “Stiamo chiusi nelle nostre case come animali non più sociali. Io non faccio un concerto da un secolo, per me non è normale, mi serve il rapporto con il pubblico, spero che al pubblico manchi la mia voce, il mio canto. Prima di sprecare e bruciare tutti i sentimenti nelle passioni c’è bisogno di coltivare maggiormente la spiritualità di un rapporto, la sua parte più elevata, capace di produrre amore, l’energia fondamentale dell’universo intero […]. Finirò il mio album, aspetterò il momento giusto per farlo uscire nel 2021. E, soprattutto, aspetterò il momento in cui finirà questo strano tempo, doloroso e sospeso, per risalire su un palco, per rubare emozioni a chi viene ad emozionarsi di fronte a me».