Le origini napoletane di Bruce Springsteen (parte II)

La mamma di Bruce, Adele Ann Zerilli è spesso tornata, fino a qualche anno fa, nella sua terra d’origine per un saluto ai parenti. Così come Bruce ha sempre sottolineato con orgoglio quelle radici, attraverso i ricordi sulla sua famiglia italiana narrati nella sua stessa autobiografia o con i frequenti riferimenti nei discorsi ufficiali, come ad esempio quello tenuto in occasione della premiazione con l’Ellis Island Family Heritage Award nel 22 aprile 2010. Tra i tanti premi da lui vinti nella sua formidabile carriera di rocker e “cantastorie” statunitense, questo consegnatogli dalla fondazione Statue of Liberty-Ellis Island può essere definito come uno speciale “premio alla carriera” per una persona di origini italiane che, grazie al suo indiscutibile talento, è riuscita attraverso la sua arte a far vivere a milioni di fans il Sogno Americano. In quel discorso di ringraziamento Bruce, affiancato orgogliosamente dalla mamma e dalle zie Dora Kyrby e Ida Urbelis, dichiarò: “Non puoi sapere chi sei, se non sai da dove vieni. In occasione del concerto in piazza del Plebiscito il 23 maggio 2013 durante il Wrecking Ball Tour, i riferimenti alle sue origini e “alla sua città italiana” di Vico Equense furono continui, precisi e circostanziati, dall’ ‘O sole mio, scelto come intro allo show che accompagnò con le parole: “Questo sole è quello della mia famiglia. E’ bello essere nel sud Italia, io sono del Sud Italia, è bello essere a casa”; al commento sulla grande immagine dell’antico Caffè Zerilli consegnatagli sul palco dai fans; alla My Hometown dedicata agli “amici di Vico Equense” e al “vi voglio bene assaje” in ringraziamento alla targa in argento del suo albero genealogico, disegnata e fatta incidere dal Pink Cadillac, e ricevuta prima del concerto in camerino. A tre anni di distanza dal concerto napoletano, nell’intervista rilasciata per Rockol nell’ottobre 2016, Bruce ricorderà ancora la sua gente e quella sera, con parole che suonano come una promessa: “Che pubblico! E’ bello stare in posti in cui senti una connessione così forte. Voglio tornare un giorno al paese della famiglia di mia madre, Vico: c’è ancora una casa dei nostri parenti. Quando ho suonato lì vicino, a Napoli, non sono riuscito ad andarci”. Springsteen non è ancora mai stato a Vico sebbene abbia spesso sostato, ospite sugli yacht di Steven Spielberg o di David Geffen, a largo del golfo di Napoli e di Salerno, con visite ad Amalfi, Li Galli, alla Grotta Azzurra e Capri. Si narra, nel circuito degli springsteeniani di un fan che avrebbe “abbordato” la barca ancorata al largo, arrivando a nuoto solo per ottenere un autografo e che, una volta esaudito il suo desiderio, si apprestava a rientrare sempre a nuoto con il braccio fuori per non far cancellare la firma, quando Bruce in persona avrebbe chiesto al comandante di far calare in acqua un motoscafo per poterlo riaccompagnare a riva. Altro episodio, stavolta ben documentato, è la nuotata che alcuni die hard del Pink Cadillac hanno affrontato per salutare Bruce sul molo di Nerano e per consegnarli di persona la medaglietta d’argento del fan club.

Sarà questo particolare legame con la sua terra di origine, sarà la passione profusa dal Pink Cadillac, ma oggi la città partenopea accoglie il primo centro culturale interamente dedicato a Bruce Springsteen. Ma di questo parleremo in un’altra occasione.

Le origini napoletane di Bruce Springsteen (parte I)

Tutti conoscono Bruce Springsteen, leggenda della musica rock mondiale, autore di album di platino, membro della Rock and Roll Hall of Fame e vincitore di un numero sterminato di riconoscimenti, tra cui venti Grammy, un Oscar, un Tony Award, Polar Music Prize e Golden Globe; e insignito del Kennedy Center Honors e della Medaglia presidenziale della libertà, massima onorificenza civile statunitense. Ma forse pochi sanno che il Boss, questa star planetaria e probabilmente il più grande performer di tutti i tempi, ha origini napoletane e, più precisamente, di Vico Equense.

Quella che un tempo era solo una deduzione tratta dal cognome materno, grazie all’infaticabile lavoro sul campo condotto dal Pink Cadillac Bruce Springsteen Fan Club e alle approfondite ricerche del professor Mario Verde, studioso di storia locale, da qualche anno è diventata assoluta certezza, approfondita con documenti di archivio e ricostruzioni genealogiche, e sancita dalla cittadinanza onoraria.

Le origini napoletane sono ascrivibili al ramo materno della famiglia Springsteen.

Sappiamo che il nonno paterno di Bruce era 50% olandese (lignaggio di Springsteen) e 50% irlandese (lignaggio di O’Hagen), la sua nonna paterna era 100% irlandese (lignaggio di Mc Nicholl) ma entrambi i nonni materni (lignaggio di Zerilli) erano italiani. Quindi, sebbene “Springsteen” sia un cognome olandese, la discendenza di Bruce è per il 12,5% olandese, 37% irlandese e 50% italiana.

Infatti il suo nonno materno, Antonio, era nato a Vico Equense (Napoli) e apparteneva a una famiglia che viveva lì da circa 40 anni. Zerilli è un tipico cognome siciliano, diffuso specialmente a Trapani e a Palermo. Potrebbe derivare dal termine greco” xeros”, che significa “asciutto – arido”, in riferimento forse alle caratteristiche del luogo di origine. Andrea Zerilli, trisavolo di Bruce, era nato a Palermo e nel 1852 nella Parrocchia dei Santi Ciro e Giovanni sposò Rosa Veniero, nipote di Luigi Serio (1744), poeta e patriota. Nella sua gioventù, Serio aveva ottenuto la fama di eccellente improvvisatore lirico, che gli procurò incarichi di poeta di corte, revisore di opere teatrali e la cattedra di Eloquenza presso la nostra Università nel 1771. Durante la Repubblica di 1799, Luigi Serio fu uno dei più ferventi patrioti, esperienza da lui stesso documentata nel suo “Ragionamento al Popolo.” Il 13 giugno, quando le truppe del Cardinale Ruffo entrarono in Napoli, Serio si precipitò a combatterle sul ponte della Maddalena e, secondo Coletta, morì sulle rive del fiume di Sebeto. Andrea Zerilli nel 1858 conduceva un Caffè o una trattoria in Piazza Fontana (Largo Fontana) in Vico Equense. Nel 1883, era tesoriere presso l’Istituto femminile di SS. Trinità e Paradiso, ufficio che sarà ereditato poi da suo figlio Raffaele. Sappiamo anche che Andrea era un appaltatore del Dazio in Vico Equense e in Massalubrense. In Vico era inoltre direttore dell’Ufficio postale. Quando la sua famiglia si ingrandì (cinque bambini, quattro nuore più di venti nipoti) Andrea comprò un suolo dove costruì un edificio in cui vivere tutti insieme e spostare il suo “Gran Caffè Zerilli.” Nel 1897 tutti gli appartamenti furono venduti eccetto il negozio. Andrea morì in Vico Equense il 27 agosto 1901 (all’età di 74 anni) e sua moglie il primo dicembre 1912 (all’età di 81 anni).

Il suo terzogenito, Raffaele, sposò Raffaella Aiello dalla quale ebbe un figlio nel 1887 e cinque figlie tra 1885 e 1896. Il maschio fu chiamato Antonio (che sarà il nonno di Bruce) e morirà in America nel 1977. Infatti la famiglia di Raffaele emigrò in America e sbarcò a Ellis Island (NY) il 3 Ottobre del 1900. Altri parenti del secondogenito di Andrea, Francesco, andarono in America nello stesso periodo tranne due figlie che lasceranno l’Italia negli anni ‘20.

Sappiamo che Antonio era un avvocato, si sposò ed ebbe tre figlie: Dora, Ida e, la più giovane, Adele Ann che sposò Douglas Frederick Springsteen, morto nel 1998. Dal loro matrimonio nacquero tre bambini: Bruce (23 settembre 1949), Virginia (”Ginny” 1950) e Pamela (1962).

SQUALLOR

08 Novembre 2020

Lo scorso ottobre, con la scomparsa di Alfredo Cerruti, se n’è andato anche l’ultimo componente dei mitici Squallor, il gruppo più dissacrante e irreverente dagli anni 70, che ci ha fatto ridere e cantare con quel mix di genialità e volgarità liberatoria che ne decretò sorprendentemente il successo.
Anche se viene spesso riconosciuto erroneamente come gruppo napoletano, gli Squallor in realtà si formarono a Milano nel 1969 da un milanese, un fiorentino e due napoletani. I fondatori, tutti grandi esponenti della musica italiana, ebbero una grande intuizione: creare un gruppo dal nulla, quasi per scherzo, mettendo alla berlina proprio quel repertorio melodico che li aveva resi importanti, con testi pieni di satira spesso sopra le righe, provocazioni, malcelate allusioni sessuali, riferimenti a una miriade di personaggi a dir poco discutibili, che facevano rabbrividire perbenisti, buonisti, bigotti e moralisti. Vero e proprio fenomeno, il loro successo fu immediato e la vendita dei loro dischi arrivò alle stelle senza live e senza pubblicità di network nazionale, potendo contare solo su quella di piccole coraggiose radio private di provincia. Così gli Squallor, senza alcuna programmazione, diventano la prima band di musica demenziale italiana e probabilmente la prima ghost band del mondo, dal momento che nessuno sapeva chi si celava dietro quelle canzoni, mistero che il quartetto riuscì a conservare per lunghissimo tempo. Il lavoro dell’insolito gruppo consisteva nel mettere in piedi una perfetta pantomima, recuperando la tradizione napoletana dell’opera buffa prima e della sceneggiata dopo, con il fine di regalare agli ascoltatori una serie di canzoni cariche di doppi sensi e di parole senza censure, con senso surreale e spesso grottesco. Eppure, dietro questo gruppo irriverente e geniale vi erano professionisti le cui singole carriere erano segnate da soddisfazioni e brani che resteranno per sempre nella storia della nostra musica. Chi erano dunque questi dottor Jekyll e mister Hyde della musica italiana? Nomi noti che tuttavia vogliamo ricordare.
Giancarlo Bigazzi, membro dal 1969 al 1994, nato a Firenze il 5 settembre 1940, voce e supervisore delle sessioni in studio di registrazione, era anche produttore discografico e scopritore di talenti. Dalla fine degli anni ’60 fino ai suoi ultimi giorni, firmò brani per grandi autori e interpreti della musica italiana come Massimo Ranieri, Adriano Celentano, Ornella Vanoni, Milva, Loretta Goggi, Gianni e Marcella Bella, Mia Martini, Francesco Guccini, Umberto Tozzi, Gianni Morandi, Enrico Ruggeri, Pupo. Appare anche come attore nei due film del gruppo, “Arrapaho” e “Uccelli d’Italia”. Muore il 19 gennaio del 2012.
Alfredo Cerruti, membro dal 1969 al 1994, napoletano del ’42, era la voce narrante del gruppo e autore per la televisione, grande produttore discografico e talent scout della musica. Per decenni è stato direttore artistico della CBS Sugar e poi della Ricordi. A metà degli anni Settanta ha avuto una relazione con la grande Mina, storia durata tre anni. Con Renzo Arbore aveva collaborato tra l’altro ai testi di «Indietro Tutta!» dando la voce al professor Pisapia ed a uno degli agenti dello sketch «Volante 1 a Volante 2». Ha firmato anche due edizioni di Domenica in. Si è spento il 18 ottobre di quest’anno.
Daniele Pace, nato a Milano il 20 aprile 1935 da genitori pugliesi, è stato membro del gruppo dal 1969 al 1985, e voce e compositore in gran parte dei testi del loro primo periodo. La sua carriera di autore e compositore lo porterà a riscuotere successi in tutto il mondo, vincendo il Grammy Music Award negli anni Ottanta per aver superato il milione di esecuzioni radiofoniche con la canzone “Love Me Tonight “interpretata da Tom Jones. La stessa canzone fu presentata al Sanremo 1968 in italiano con il titolo “Alla fine della strada”, cantata da Junior Magli e The Casuals. Daniele Pace scrisse per cantanti e gruppi divenuti pietre miliari della musica italiana, tra cui: Gigliola Cinquetti, Orietta Berti, Loredana Bertè, Caterina Caselli, I Camaleonti, Marcella Bella, Pupo e i Ricchi e Poveri. Muore a Milano il 24 ottobre del 1985.
Totò Savio, nato a Napoli il 18 novembre 1937, fu il cantante, chitarrista e paroliere del gruppo dal 1969 al 1994. Cantastorie degli ultimi 50 anni della musica leggera italiana, geniale compositore e produttore artistico, contribuì al successo di Little Tony, Renato Zero, Dario Fo, Loretta Goggi, Mina e Franco Califano, nonché autore dei successi internazionali di “Cuore Matto” e “Maledetta primavera”. Nel 1971 esce il primo disco degli Squallor di cui Savio è autore di tutte le musiche. Muore a Roma il 25 luglio 2004.
Da ricordare inoltre il fondatore e collaboratore Elio Gariboldi, che abbandonò il progetto nel 1974 e i famosi partecipanti occasionali quali Gianni Boncompagni, Red Canzian e Gigi Sabani.
La loro storia, come gruppo, procederà con alti e bassi e si concluderà nel 1994 con “Cambiamento”, ma resta ancora oggi unica nel suo genere e certamente inimitabile.

Springsteen e Obama in lotta con i propri fantasmi nell’episodio 6 del podcast

E’ uscito il sesto episodio del podcast ‘Renegades: Born in the U.S.A.’ di Bruce Springsteen e Barack Obama. Stavolta la puntata si è articolata intorno al quesito, nient’affatto banale, sul significato dell’essere uomo, spesso confuso con la forza fisica, la repressione dei sentimenti, il successo definito principalmente da ciò che possiedi e la capacità di dominare piuttosto che associato alla capacità di amare e di prenderti cura degli altri. Springsteen ha raccontato: “L’arco della mia vita lavorativa Leggi tutto “Springsteen e Obama in lotta con i propri fantasmi nell’episodio 6 del podcast”

22 marzo 1985: memorabile performance di Springsteen insieme a Neil Young

Accadde oggi!

Il 22 marzo 1985 si ricorda una delle più belle apparizioni da guest walk-on di Bruce Springsteen, tra le più belle di sempre nel panorama on-stage della musica rock. Bruce aveva suonato all’Entertainment Centre la sera prima, il 21 marzo,  e avrebbe replicato lo show il 23 per il Born in USA Tour. Leggi tutto “22 marzo 1985: memorabile performance di Springsteen insieme a Neil Young”

Accadde oggi: 15 marzo 2004: Bruce introduce Jackson Browne nella Rock’ n’ Roll Hall Of Fame

Il 15 marzo 2004 Bruce Springsteen è chiamato ad introdurre nella Rock’ n’ Roll Hall Of Fame il suo amico di lunga data Jackson Browne. Springsteen arriva sul palco con la musica di Adam Raised A Cain in sottofondo e tiene un discorso bellissimo alternando, come è solito fare Bruce, tratti divertenti a momenti di grande intensità. Sebbene la carriera di Jackson Browne negli ultimi decenni abbia un profilo sicuramente più basso (ma di certo non meno intenso e appassionato) rispetto agli anni Settanta e Ottanta,  molte sue canzoni sono autentici capolavori che ancora adesso reggono tranquillamente il test del tempo

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Springsteen e Obama in 5 episodio del podcast ‘Renegades: Born in the USA’

Il quinto episodio del podcast Renegades: Born In The USA  che vede protagonisti Bruce Springsteen e Barack Obama, è  intitolato “Every Man For Himself: Money And The American Dream” ed è una lunga riflessione su come sia cambiata l’economia americana, su come si sia aggravata la disuguaglianza sociale e su come “nella caccia all’onnipotente dollaro si siano persi alcuni dei valori della comunità, della solidarietà e della condivisione”. Bruce ha raccontato di come sia cambiato, nel corso della vita, il rapporto con il suo American dream, Leggi tutto “Springsteen e Obama in 5 episodio del podcast ‘Renegades: Born in the USA’”

Accadde oggi: 15 Marzo 1999, Bruce Springsteen entra nella ‘Rock and roll hall of fame’

 

Bruce entra nella ‘Rock and roll hall of fame’ per i suoi 25 anni di carriera.

La cerimonia si svolge al Waldorf-Astoria di New York il 15 marzo 1999. Dopo il discorso introduttivo di Bono, Bruce sale sul palco e prende la parola, dedicando il premio a sua madre, e al contempo, ricordando come senza suo padre non avrebbe avuto niente su cui scrivere. Ringrazia poi il suo manager Jon Landau e ogni membro della E Street Band singolarmente, chiamandoli uno alla volta sul palco con sè. Un’ora dopo, Bruce e la band saranno di nuovo sul palco per suonare The Promised Land, Backstreets, Tenth Avenue e In The Midnight Hour (quest’ultima con la partecipazione di Wilson Pickett). Infine insieme a Bono, Billy Joel, Dion e Paul McCartney daranno vita a una memorabile jam session con i brani What’d I Say, People Get Ready, Long Tall Sally, Let It Be.

Bono nel discorso di inserimento di Springsteen alla Hall of Fame Leggi tutto “Accadde oggi: 15 Marzo 1999, Bruce Springsteen entra nella ‘Rock and roll hall of fame’”