Chiude il GoodFellas, lo storico locale che ci ha regalato momenti indimenticabili

Quando chiude un locale come il GoodFellas è una sconfitta per tutti.  E’ una sconfitta per il suo proprietario Bob Gallino, che ci ha sempre creduto e tanto investito, in passione ed energie fisiche ed economiche. Una sconfitta per coloro che coadiuvavano Bob, da Salvo Parrella e Antonio Gallo a tutti i ragazzi che vi lavoravano. E’ una sconfitta per la città che ha perso l’ultimo baluardo per la musica live. E’ una sconfitta per la cultura, perché musica è cultura, e certe perdite andrebbero assolutamente scongiurate.

Vittima del Covid e colpito e affondato dalla crisi economica, ma anche dall’indifferenza nella quale si è consumata questa brutta pagina di cronaca cittadina, nonché dal cinismo e dall’ignoranza di alcuni attori della vicenda, il GoodFellas ha chiuso i battenti dopo 13 anni di attività, che lo hanno visto centro propulsore di energia, vivacità, progetti, musica di qualità e cultura. Le sue mura vibrano ancora di quella musica che tanto ci ha fatto divertire ed emozionare, suonata da cover band, gruppi emergenti o molti artisti noti come Stef Burns, Shawn Jones e Piero Pelù che sceglievano quel palco – “relativamente” giovane ma già storico – perché punto di riferimento imprescindibile per chi volesse suonare/ascoltare musica live in città. E l’atmosfera era quella giusta per fare rock – non patinata da night club o un po’ stucchevole “finto rock” – ma quella autentica, calda, essenziale ed avvolgente, dove tra il palco e i tavolini potevi incontrare amici o fartene di nuovi, mangiare e bere birra, ascoltare la musica o scatenarti fino a che non eri esausto. Perché ogni volta era una gran bella festa. Per il Pink Cadillac il GoodFellas ha significato moltissimo. E’ stato un punto di riferimento costante negli anni e il luogo dove si è consolidato il nostro gruppo. Gli artisti che invitavamo a suonare a Napoli da Graziano Romani a John Strada, da Joe D’Urso (New Jersey) a La Terza Classe – e ancora Lorenzo Semprini, Daniele Tenca, Renato Tammi, Antonio Zirilli, Luca Milani, Fabio Melis, The Backstreets, Ciro Marotta, Antonello Cacciotto, Carlo Ozzella e… last but not least, Lello Pastore e The E-ssentials, straordinaria tribute band di Bruce Springsteen, che da quel palco ci ha regalato divertimento a profusione – è al GoodFellas che davamo sempre il nostro appuntamento. Bastava chiedere a Bob, e Bob riusciva a realizzare il tuo progetto con una mentalità e una serenità che, prima ancora che da imprenditore, è sempre stata da grande amante del suo mestiere e da appassionato e profondo conoscitore di musica. Salvo Perrella al mixer audio era una sicurezza per tutti gli artisti che si esibivano e che si affidavano nelle sue abili mani. Quante serate live, quanti anniversari del Pink Cadillac, quanta gente conosciuta con la tua stessa passione, quanto divertimento, quante emozioni condivise.

Le parole di Bob arrivano dritte al cuore:

“Io sono Bob Gallino, fondatore del GoodFellas che dal 2008 è stato l’ultimo baluardo della musica live; musica di quella suonata con batteria e chitarra elettrica, di quel genere che visse bene negli anni ’80 e alla fine degli anni ’90 andò a scemare. Il GoodFellas, nel cuore del Vomero, ha attirato a se per 12 anni due generazioni di ragazzi per il semplice gusto di aggregarsi e di andare a sentire quel solista piuttosto che quell’altra band, o per la scusa del panino o della birra.

Io sono Bob Gallino e il GoodFellas era la mia attività fatta di arte, cultura, musica: svariate piece teatrali, meeting culturali e sociali, incontri con gli alunni di conservatori e scuole musicali, contest musicali e per non parlare dei concerti, i cosiddetti live: Stef Burns, Robben Ford,Greg Howe, Kiko Lourerio, Neil Zaza, Shawn Jones, Corrado Rustici, Peppino D’Agostino, Andrea Palazzo, Federico Poggipollini, Will Hunt, Juan van Emmerloot, Dennis Chambers, Marco Minnermann, Alfredo Golino, Luca Martelli, Roby Pellati, Billy Sheehan, Stuart Hamm, Max Gelsi, Antonio Righetti, Claudio Golinelli, Martin Allcock, Claudio Simonetti, Piero Pelù, Raiz, Erminio Sinni e tanti, tanti altri, per non parlare di tutti i tributi e gli omaggi e tutte le band inedite che abbiamo accolto ed aiutato a formare nel corso del tempo.Tutti professionisti della musica che si esibivano nel mio locale, tutti abituati ai grandi palchi che passavano volentieri una serata con me, con Noi.

Io sono Bob Gallino e la pandemia, un governo impreparato, un comune assente, un proprietario senza scrupoli, una Giuria poco attenta hanno fatto sì che il GoodFellas interrompesse la sua attività, che non sia più cultura, suoni, vita. Oggi non lo accetto e non ho ancora metabolizzato il lutto. Forse oggi cammino con lo sguardo calante e con la tristezza nel cuore, ma ho intravisto un bagliore di positività. Le persone che amavano il Good Fellas si sono fatte sentire, hanno mostrato la loro solidarietà e non è poco per me! Non so se mi aprirò un altro locale e se si chiamerà GoodFellas ma so che voi mi seguirete e so che seguirete il mio nome perché io sono Bob Gallino (quello col sorriso e con i dread)”.

Dritte al cuore sì, ma anche come un pugno nello stomaco. In tanti abbiamo manifestato solidarietà a Bob, ma il dato di fatto è che un coraggioso imprenditore della musica e della cultura come Bob è stato lasciato solo dalle istituzioni, e a farne le spese oggi non sono solo lui e il suo staff ma l’intera città. Una città che da oggi è più povera.

Accadde oggi: 14 Marzo 2005, Bruce Springsteen introduce gli U2 nella Rock n’ Roll Hall Of Fame

U2’s Bono with Bruce Springsteen performing following the band’s induction at the 20th Annual Rock and Roll Hall of Fame Induction Ceremonies at the Waldorf-Astoria Hotel in New York City, New York 3/14/05 Photo from web

Gli U2 furono ammessi nella Rock and Roll Hall of Fame nel corso di una cerimonia svoltasi il 14 marzo 2005 presso il Waldorf Astoria di New York. A presentare il quartetto irlandese al pubblico riunito nella maggiore sala dell’albergo, una personalità d’eccezione: Bruce Springsteen. Il Boss, che ha definito gli U2 “i custodi di alcune tra le migliori architetture soniche nel mondo del rock’n’roll”, ha poi scherzato dando dell’”irlandese matto” a Bono. Tra i due fu di fatto uno scambio di cortesie, visto che nel 1999 era stato Bono ad ammettere Springsteen alla Hall of Fame. Gli artisti, per poter essere ammessi nella Hall, devono aver pubblicato un disco almeno 25 anni prima della richiesta. Leggi tutto “Accadde oggi: 14 Marzo 2005, Bruce Springsteen introduce gli U2 nella Rock n’ Roll Hall Of Fame”

50 ANNI FA LA MORTE DI JIMI HENDRIX

Rock+Evolution=REVOLUTION

Sono trascorsi 50 anni da quando il mondo ha perso colui che viene ritenuto il più grande chitarrista di tutti i tempi e, con Elvis Presley e i Beatles, una delle più grandi icone pop degli anni ’60. Hendrix fu davvero uno straordinario musicista, forse il primo grande chitarrista nell’intera storia della musica che ne rivoluzionò il suono.
Nato a Seattle il 27 novembre 1942, Jimi Hendrix dal punto di vista strettamente tecnico ebbe il merito di aprire nuovi orizzonti al suono della chitarra elettrica, strumento per eccellenza della musica rock. Il suo stile resta unico nella storia della musica moderna, tanto da ritrovarsi sistematicamente in testa a tutti i sondaggi dei critici musicali di tutto il mondo, e al primo posto nella classifica dei 100 migliori chitarristi della rivista Rolling Stone, superando Jimmy Page e Eric Clapton. La sua caratura come chitarrista è paragonabile a quella del genio di Mozart nella musica classica e a quella del leader dei leader della musica Jazz, Miles Davis.
Cominciò a suonare la chitarra a undici anni e a sedici lasciò la scuola per darsi al vagabondaggio. Incominciò a guadagnarsi da vivere suonando in piccole band di rhythm and blues e di rock and roll. Si racconta che agli inizi – come molti chitarristi poveri del blues agli inizi della loro carriera – realizzò una sorta di cordofono con una scatola di sigari alla quale unì un elastico. Il primo approccio con gli strumenti musicali avvenne con una chitarra per destri – sebbene fosse mancino – che imparò a suonare in maniera rapida capovolgendola e rivelando da subito quella dote su cui fondò tutta la sua carriera. Virtuosismo e sperimentazione trovarono in Hendrix un’espressione mai osata prima, in cui confluirono tecnologie elettriche, amplificazione e improvvisazione, rock, blues e jazz. La sua tecnica arrivò ovunque, con corde più spesse per dare un suono più intenso e ricco, e sfruttò tutti gli effetti sonori (distorsioni, delay, wah-wah), per espandere il suo inconfondibile sound lungo scale inesplorate alla ricerca del suono perfetto. Tutta la gestualità della mano, del braccio, persino della bocca, divennero funzionali ai nuovi suoni alla chitarra: suonò con l’intero palmo della mano, con i denti, con il gomito, persino con l’asta del microfono pur di piegare le note al suo volere, con performance ed effetti inediti e strabilianti.
Jimi Hendrix venne trovato morto il 18 settembre 1970 in un appartamento in Germania che aveva affittato per il live del 6 settembre al Festival di Fehmarn. Sebbene la vita artistica dell’icona del rock si sia consumata in soli 4 anni, una delle più brevi che si ricordino, la sua straordinaria intensità – con ben tre album in studio, due album live, dodici singoli e addirittura due raccolte – la rende una delle più famose della storia della musica. Sono stati pubblicati addirittura undici album postumi, tra raccolte e progetti che Hendrix aveva in programma per la sua carriera. Jimi Hendrix è stato introdotto nella Rock and Roll Hall of Fame nel 1992.

Tutti i premi e le esibizioni di Springsteen ai Grammy Awards

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Da oggi è disponibile su springsteenarchives.org e sulla pagina Facebook degli Archives una nuova interessante puntata di Soundstage, la serie mensile online presentata dagli Springsteen Archives and Center for American Music della Monmouth University di West Long Branch, durante la quale il produttore Ken Ehrlich e il giornalista Bob Santelli presentano tutte le esibizioni di Springsteen ai Grammy Awards. Per la 63a edizione dei Grammy Awards, lo ricordiamo, l’album Letter to You di Springsteen – pur acclamato dalla critica e ai primi posti di tutte le classifiche musicali nel mondo – non è potuto rientrare nella lista delle nominations perché rilasciato alla fine del 2020, ovvero “fuori tempo massimo” per la candidatura. Ricordiamo che  a partire dal 1995, anno in cui si aggiudicò ben 4 premi con il brano “Streets of Philadelphia”, Bruce ha vinto 20 Grammy e ha ricevuto 50 nominations.

Ripercorriamo la storia dei premi e delle presenze di Springsteen ai Grammy nel corso degli anni. Leggi tutto “Tutti i premi e le esibizioni di Springsteen ai Grammy Awards”

Happy Birthday a JIMMY IOVINE da ISCHIA

James Iovine, meglio conosciuto come Jimmy Iovine (Brooklyn, 11 marzo 1953), è un produttore discografico e imprenditore statunitense, nonché presidente del consiglio di amministrazione della Interscope-Geffen-A&M.

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Fans and Bands: il 19° volume di “From My Home To Yours” di Springsteen

“Fans and Bands” è il titolo del nuovo  volume Dj From My Home To Yours che Bruce Springsteen conduce – ormai quasi da un anno  – da casa sua a Colts Neck per SiriusXM su E Street Radio channel. Lo show di oggi ha avuto come tema il rapporto tra i musicisti e il pubblico, musa ispiratrice delle loro performance e della loro arte. Bruce ha reso omaggio ai suoi fans e ha ricordato le “molte notti gioiose trascorse allo Stone Pony assistendo e partecipando a spettacoli locali”, sentendosi parte di una comunità con cui condividere musica e passioni. La playlist  ha compreso brani dello stesso Springsteen (“Last Man Standing”, “Letter to You” e “Where the Bands Are”), Tom Petty, Matthew Sweet, Joe Grushecky, Webb Wilder e Robyn Hitchcock, MC5, Joe Strummer e altri. Leggi tutto “Fans and Bands: il 19° volume di “From My Home To Yours” di Springsteen”

“Hungry Art”: quest’anno presiede la giuria Eric Meola

Musica e creatività legate in una bella iniziativa: è il concorso internazionale “Hungry Art” di disegno, grafica e pittura che, lanciato dal Pink Cadillac Bruce Springsteen Fan Club e giunto già alla sua seconda edizione, è rivolto a tutti coloro che vogliono divertirsi con matite o pennelli, gessetti o inchiostro in una composizione che ha come soggetto “Bruce Springsteen”. Leggi tutto ““Hungry Art”: quest’anno presiede la giuria Eric Meola”

ENZO AVITABILE: L’ARTISTA GLOBALE

Le musiche del tanto atteso “Natale in casa Cupiello” di Edoardo De Angelis, in onda nei giorni dello scorso periodo natalizio sulla Rai, non potevano che essere firmate da Enzo Avitabile che si ritrova ancora una volta ad accompagnare con le sue melodie la visione artistica del noto regista napoletano. Sue infatti sono anche le musiche dei film dello stesso regista “Indivisibili” (2016), insignito di due David di Donatello, e “Il vizio della speranza” (2018), anch’esso premiato con tanti riconoscimenti. Anche in questa occasione dunque De Angelis ha scelto l’unico artista realmente in grado di rendere la colonna sonora uno strumento sostanziale nella rivisitazione e nella reinterpretazione del capolavoro eduardiano. Enzo Avitabile ha vissuto nella continua ricerca di un suono inedito, lontano da qualsiasi logica di tendenza e condizionamento commerciale. Nato a Napoli nel 1955 e cresciuto nell’area nord della città tra i quartieri di Piscinola, Marianella e Scampia, il cantante, compositore e polistrumentista inizia da bambino a studiare il sassofono e prosegue i suoi studi diplomandosi in flauto al Conservatorio di San Pietro a Majella. Da vero e proprio battitore libero, ha ininterrottamente sperimentato e praticato la curiosità e la ricerca, l’invenzione e il coraggio di abbandonare strade già battute a favore di contributi personali, inediti, frutti delle mille contaminazioni che hanno ispirato negli anni le sue melodie: dalla “Pastellessa” (la musica tipica dei bottari di Macerata Campania) e “la zeza” rappresentazione teatrale popolare antica, al pop e al canto popolare religioso, fino al ritmo afro-americano e alla jazz fusion. Nella sua ormai quarantennale carriera, ha arricchito il suo bagaglio artistico con una continue innovazioni musicali, sempre attento al sociale, alle sofferenze e alle speranze degli ultimi. Avitabile canta quel Sud, non solo geografico, ma soprattutto metafora di una condizione umana, alla ricerca di un riscatto attraverso la scoperta e la rivalutazione delle proprie radici. E ciò è possibile solo intraprendendo un percorso di crescita culturale, alimentato da un desiderio continuo di conoscenza, che passa attraverso la comunione con altre tradizioni e il conseguente e reciproco arricchimento dei diversi linguaggi e culture. Il risultato è un sound personalissimo ed originale, che travalica le classificazioni tradizionali, che lo ha reso uno dei riferimenti mondiali della “World Music” e probabilmente l’artista italiano più rappresentativo di questo genere. All’inizio della sua carriera di musicista, tra il 1976 e il 1980, collabora con Pino Daniele all’album “Terra mia” e con Edoardo Bennato, per gli album “Uffà! Uffà!” “E Sono solo canzonette”. Nel 1982 esce il suo primo lavoro discografico come leader intitolato Avitabile, composto da nove brani, tra i quali figura una dedica all’amico scomparso Mario Musella, “Dolce sweet “M”.  Da questo momento la sua produzione artistica è un fiume in piena: album, progetti importanti e internazionali, tour, e Festival mondiali, curatele artistiche, collaborazioni con i massimi esponenti della musica italiana (come – oltre ai già citati Daniele e Bennato – Corrado Rustici, Giorgia, Francesco Guccini, Franco Battiato, Mauro Pagani, Raiz, Renato Zero e molti altri) e importanti esponenti della black music quali James Brown, Tina Turner, Maceo Parker, Marcus Miller, Richie Havens, Randy Crawford, Afrika Bambaataa, Manu Dibango. Significativo è stato l’”incontro” con il regista Jonathan Demme – tra i più versatili di Hollywood, autore di film da Oscar come «Il silenzio degli innocenti» e «Philadelphia» – che nel 2012 guidando l’auto a New York, sentì per caso alla radio la musica di Avitabile e ne rimase letteralmente affascinato. Venne a Napoli proprio con l’intenzione di conoscerlo, e da quell’incontro nacque «Enzo Avitabile Music Life», un docufilm che fu presentato con grande successo alla Mostra del cinema di Venezia. Come se non bastasse, Avitabile ha composto oltre 300 opere per quartetti, orchestre da camera e orchestre sinfoniche, e firmato le musiche per orchestra sinfonica e coro polifonico del Vangelo di Pippo Delbono. Ovviamente fioccano riconoscimenti e premi (David di Donatello, Nastri d’argento, Globi d’oro, Ciack d’oro, nominations ai BBC World Music Awards e molti altri) che lo confermano uno degli artisti più interessanti e validi al mondo. Nei suoi testi l’uso di un napoletano talvolta arcaico esalta il potere evocativo della lirica. Se da un lato la Targa Tenco lo conferma come autore dei più bei testi in dialetto, le parole si fondono con quei ritmi africani e quelle melodie mediorientali che da sempre pulsano nelle vene della sua città. E’ un viaggio emozionale che parte dal cuore di Napoli e attraversa l’Africa, Baghdad, Harlem e la Jamaica, in una world music che testimonia un linguaggio e un destino comuni a tutti gli esseri umani.