ENZO AVITABILE: L’ARTISTA GLOBALE

Le musiche del tanto atteso “Natale in casa Cupiello” di Edoardo De Angelis, in onda nei giorni dello scorso periodo natalizio sulla Rai, non potevano che essere firmate da Enzo Avitabile che si ritrova ancora una volta ad accompagnare con le sue melodie la visione artistica del noto regista napoletano. Sue infatti sono anche le musiche dei film dello stesso regista “Indivisibili” (2016), insignito di due David di Donatello, e “Il vizio della speranza” (2018), anch’esso premiato con tanti riconoscimenti. Anche in questa occasione dunque De Angelis ha scelto l’unico artista realmente in grado di rendere la colonna sonora uno strumento sostanziale nella rivisitazione e nella reinterpretazione del capolavoro eduardiano. Enzo Avitabile ha vissuto nella continua ricerca di un suono inedito, lontano da qualsiasi logica di tendenza e condizionamento commerciale. Nato a Napoli nel 1955 e cresciuto nell’area nord della città tra i quartieri di Piscinola, Marianella e Scampia, il cantante, compositore e polistrumentista inizia da bambino a studiare il sassofono e prosegue i suoi studi diplomandosi in flauto al Conservatorio di San Pietro a Majella. Da vero e proprio battitore libero, ha ininterrottamente sperimentato e praticato la curiosità e la ricerca, l’invenzione e il coraggio di abbandonare strade già battute a favore di contributi personali, inediti, frutti delle mille contaminazioni che hanno ispirato negli anni le sue melodie: dalla “Pastellessa” (la musica tipica dei bottari di Macerata Campania) e “la zeza” rappresentazione teatrale popolare antica, al pop e al canto popolare religioso, fino al ritmo afro-americano e alla jazz fusion. Nella sua ormai quarantennale carriera, ha arricchito il suo bagaglio artistico con una continue innovazioni musicali, sempre attento al sociale, alle sofferenze e alle speranze degli ultimi. Avitabile canta quel Sud, non solo geografico, ma soprattutto metafora di una condizione umana, alla ricerca di un riscatto attraverso la scoperta e la rivalutazione delle proprie radici. E ciò è possibile solo intraprendendo un percorso di crescita culturale, alimentato da un desiderio continuo di conoscenza, che passa attraverso la comunione con altre tradizioni e il conseguente e reciproco arricchimento dei diversi linguaggi e culture. Il risultato è un sound personalissimo ed originale, che travalica le classificazioni tradizionali, che lo ha reso uno dei riferimenti mondiali della “World Music” e probabilmente l’artista italiano più rappresentativo di questo genere. All’inizio della sua carriera di musicista, tra il 1976 e il 1980, collabora con Pino Daniele all’album “Terra mia” e con Edoardo Bennato, per gli album “Uffà! Uffà!” “E Sono solo canzonette”. Nel 1982 esce il suo primo lavoro discografico come leader intitolato Avitabile, composto da nove brani, tra i quali figura una dedica all’amico scomparso Mario Musella, “Dolce sweet “M”.  Da questo momento la sua produzione artistica è un fiume in piena: album, progetti importanti e internazionali, tour, e Festival mondiali, curatele artistiche, collaborazioni con i massimi esponenti della musica italiana (come – oltre ai già citati Daniele e Bennato – Corrado Rustici, Giorgia, Francesco Guccini, Franco Battiato, Mauro Pagani, Raiz, Renato Zero e molti altri) e importanti esponenti della black music quali James Brown, Tina Turner, Maceo Parker, Marcus Miller, Richie Havens, Randy Crawford, Afrika Bambaataa, Manu Dibango. Significativo è stato l’”incontro” con il regista Jonathan Demme – tra i più versatili di Hollywood, autore di film da Oscar come «Il silenzio degli innocenti» e «Philadelphia» – che nel 2012 guidando l’auto a New York, sentì per caso alla radio la musica di Avitabile e ne rimase letteralmente affascinato. Venne a Napoli proprio con l’intenzione di conoscerlo, e da quell’incontro nacque «Enzo Avitabile Music Life», un docufilm che fu presentato con grande successo alla Mostra del cinema di Venezia. Come se non bastasse, Avitabile ha composto oltre 300 opere per quartetti, orchestre da camera e orchestre sinfoniche, e firmato le musiche per orchestra sinfonica e coro polifonico del Vangelo di Pippo Delbono. Ovviamente fioccano riconoscimenti e premi (David di Donatello, Nastri d’argento, Globi d’oro, Ciack d’oro, nominations ai BBC World Music Awards e molti altri) che lo confermano uno degli artisti più interessanti e validi al mondo. Nei suoi testi l’uso di un napoletano talvolta arcaico esalta il potere evocativo della lirica. Se da un lato la Targa Tenco lo conferma come autore dei più bei testi in dialetto, le parole si fondono con quei ritmi africani e quelle melodie mediorientali che da sempre pulsano nelle vene della sua città. E’ un viaggio emozionale che parte dal cuore di Napoli e attraversa l’Africa, Baghdad, Harlem e la Jamaica, in una world music che testimonia un linguaggio e un destino comuni a tutti gli esseri umani.

“Amazing Grace: American Music”: il 3° episodio di Renegades: Born in the USA

 

Il terzo episodio del podcast Renegades: Born in the USA di Bruce Springsteen e Barack Obama è stato presentato in anteprima lunedì 1 marzo. Si è parlato di musica, dei loro brani preferiti negli anni 70, tra ricordi personali, commenti, risate, brevi esibizioni musicali di Bruce e frammenti di discorsi del presidente Obama. Springsteen ha spiegato come la musica abbia formato da giovane la sua identità di uomo: “Quando ho in mano una chitarra, non mi sento come se stessi tenendo in mano qualcosa. È solo una parte del mio corpo, è solo un’appendice. È così che ci si sente. E’ come se fosse il mio stato naturale. E ho anche costruito una filosofia sull’esibizione. “Darò del mio meglio per tirare fuori il meglio di voi. E vi manderò a casa con un senso di comunità e una serie di valori che vi sosterranno anche dopo il concerto. Dico sempre scherzando: “Voglio salire sul palco e cambiare la vostra vita.” Ma alla fine non è affatto uno scherzo. E’ il mio scopo ogni notte”. Leggi tutto ““Amazing Grace: American Music”: il 3° episodio di Renegades: Born in the USA”

Chiude il GoodFellas, lo storico locale che ci ha regalato momenti indimenticabili

Quando chiude un locale come il GoodFellas è una sconfitta per tutti.  E’ una sconfitta per il suo proprietario Bob Gallino, che ci ha sempre creduto e tanto investito, in passione ed energie fisiche ed economiche. Una sconfitta per coloro che coadiuvavano Bob, da Salvo Parrella e Antonio Gallo a tutti i ragazzi che vi lavoravano. E’ una sconfitta per la città che ha perso l’ultimo baluardo per la musica live. E’ una sconfitta per la cultura, perché musica è cultura, e certe perdite andrebbero assolutamente scongiurate. Leggi tutto “Chiude il GoodFellas, lo storico locale che ci ha regalato momenti indimenticabili”

“(I CAN’T GET NO) SATISFACTION” DEI ROLLING STONES COMPIE 55 ANNI!

“(I CAN’T GET NO) SATISFACTION” DEI ROLLING STONES COMPIE 55 ANNI!

Le grandi canzoni appartengono alla Storia ma alcune sono nel tempo divenute addirittura leggendarie. E’ il caso di “(I Can’t Get No) Satisfaction” dei Rolling Stones che, a distanza di 55 anni, rimane una delle canzoni la più famosa degli Stones e una delle più importanti e influenti nella storia della musica rock, tanto che la rivista Rolling Stones l’ha messa al secondo posto nella “Lista delle 500 migliori canzoni” e VH1 in vetta alla classifica delle “100 più grandi canzoni Rock & Roll”più popolari di tutti i tempi. E dietro quei pochissimi accordi su cui si è eretto uno dei muri portanti del nuovo rock che stava nascendo in Europa, si cela una singolare e divertente storia. Era il 6 giugno 1965 quando i Rolling Stones pubblicarono il singolo negli Stati Uniti che arrivò a tempi di record in vetta a tutte le classifiche. La band aveva già avuto due hit nella Top 10 – “Time Is On My Side” e “The Last Time” – ma puntava a un singolo che confermasse la loro leadership nei ranghi della British Invasion.  Il 6 maggio 1965 i Rolling Stones erano in concerto al Jack Russell Stadium di Clearwater, in Florida, per la data di esordio del loro tour negli Stati Uniti. L’esibizione tuttavia venne interrotta a causa di intemperanze di una frangia di esagitati e la band fu riaccompagnata rapidamente al Jack Tar Harrison Hotel. Turbato da quanto era successo, Keith Richards quella notte non riusciva a prendere sonno. Così si alzò, al buio e non del tutto sobrio, afferrò la chitarra e il suo registratore portatile, schiacciò il pulsante play e registrò per una durata di circa 2 minuti un riff di otto note, ripetendo con voce assonnata “I can’t get no satisfaction”. Poi, si rimise a dormire mentre il nastro, che ancora girava, registrò per i successivi quaranta minuti nient’altro che il suo sonoro russare. Dopo neanche tre settimane, negli studi della Chess Records, a Chicago, quel riff salvato nel dormiveglia diventò “(I Can’t Get No) Satisfaction” ed entrò immediatamente nella storia. Keith non si rese subito conto che il suo riff era esattamente quello che stavano cercando gli Stones: “Non lo ritenevo abbastanza orecchiabbile per poterne estrarre un singolo”, confessò a Philip Norman, autore del bestseller “Sympathy For The Devil”. In effetti, il bassista degli Stones, Bill Wyman, in seguito avrebbe confermato che Richards l’aveva concepito “come canzone folk, considerandolo semplicemente una buona traccia da inserire nell’album successivo”. “Credo che Keith ritenesse quel riff un po’ troppo banale”, racconterà in seguito anche Mick Jagger. “Forse non lo aveva ascoltato con la giusta attenzione, per lui era semplicemente uno stupido riff”. Ma Jagger non perse tempo a scrivere le parole per quella che poi diventò, come abbiamo detto, una delle canzoni più famose della storia del rock. Nel corso del tour, gli Stones, si erano recati in vari studi americani per registrare le loro idee. Il 10 maggio, appena tre giorni dopo la visionaria notte di Richard, entrarono negli Chess Studios di Chicago, che avevano già accolto alcuni tra i più grandi artisti del ventesimo secolo, come Bo Diddley, Little Walter, Howlin’ Wolf, Muddy Waters, Etta James e Chuck Berry.   Con la produzione del manager Andrew Loog Oldham, il gruppo registrò una prima versione acustica di “Satisfaction” in uno stile folk dylaniano, assolutamente priva di quella carica e quella energia che avrebbero poi segnato la versione definitiva.   Due giorni dopo, gli Stones si recarono a Los Angeles presso gli RCA Studios su Hollywood Boulevard. Ispirati dalle potenzialità dell’effetto del nuovo pedale FuzzTone Master acquistato da Richards, gli Stones si lanciarono in una versione molto più aggressiva. “Charlie [Watts] ha impostato un tempo diverso”, comunicò Richards e con l’aggiunta dei nuovi effetti sonori alla mia chitarra, che abbassa gli alti, abbiamo raggiunto un suono molto interessante”. Alle sessions, oltre alla band, partecipò anche il famoso arrangiatore Jack Nitzsche suonando anche il tamburello e il pianoforte. La band era entusiasta del risultato ma Richards non era ancora tanto convinto: il sound della chitarra non lo soddisfaceva e lasciò lo studio pensando ai miglioramenti da apportare. Mentre gli Stones riprendevano il tour, il manager iniziò a promuovere la nuova canzone. Già dai primi ascolti, il brano risultava, secondo l’establishment anti-rock, assolutamente censurabile. Il magazine Newsweek definì gli Stones un “quintetto malizioso” e affermò che “Satistaction” era piena di “temi insignificanti”. Nel Regno Unito (dove il brano fu pubblicato solo nell’agosto del 1966) lo si poteva ascoltare inizialmente solo attraverso le stazioni radio pirata dal momento che il testo veniva ritenuto un’aperta critica al consumismo della società del benessere degli anni Sessanta ed era ricco di allusioni sessuali. Nonostante il divieto in alcune città, non fu possibile fermare l’ascesa della canzone che il 10 luglio del 1965 “Satistaction” era al numero uno delle classifiche.

“Satisfaction” è uno di quei brani al di sopra dei generi e delle generazioni. Tutti la conoscono, dai bambini ai settantenni, tutti ne canticchiano il riff, tutte le band si sono almeno una volta cimentate con una sua cover. Ricordiamo, a tal proposito anche la versione degli italiani Tritons, un progetto collaterale di alcuni componenti dei New Trolls, che incisero il pezzo nel 1973 in diverse tonalità, una vera e propria croce per i collezionisti più accaniti. La loro “Satisfaction” è una gustosa versione trasformata in una ballata acustica che ricorda “I got you babe” di Sonny and Cher che ebbe comunque un discreto successo anche in Italia. Quando poi il gruppo lasciò la Fonit realizzò un album per la Polydor, chiamato proprio “Satisfaction”, una vivace raccolta di otto brani molto ben eseguiti ed arrangiati, in cui la band di Nico Di Palo si diverte a sconvolgere, non senza una certa ironia, alcuni classici del Rock e a presentare alcuni inediti di ottima consistenza.

14 Giugno, 2020 – Gianni Scognamiglio – Paola Jappelli

Rabbia e speranza nella puntata di Springsteen dedicata all’Inauguration Day

“Lawyers, Guns & Money: An Inaugural Special” è stato il titolo del 17° programma DJ di Bruce Springsteen sulla radio satellitare SiriusXM, della serie “From My Home to Yours”, andata in onda alle 10:00 ore locali di oggi, 20 gennaio sul canale E Street Radio. In vista della sua partecipazione, prevista stasera all’evento dedicato all’Inauguration di Joe Biden e Kamala Harris, in questa bellissima puntata radiofonica Bruce ha riflettuto sugli ultimi accadimenti Leggi tutto “Rabbia e speranza nella puntata di Springsteen dedicata all’Inauguration Day”

Bruce Springsteen: il live ufficiale del mese è “NOVEMBER 12, 2012 ST. PAUL, MN”

Gli spettacoli di Bruce Springsteen sono tutti fantastici. Alcuni probabilmente sono un po’ più speciali di altri. E se Bruce decide di aprire un concerto con “I’m A Rocker” (mai successo dai tempi di The River Tour) si può facilmente immaginare che piega prenderà la serata. Leggi tutto “Bruce Springsteen: il live ufficiale del mese è “NOVEMBER 12, 2012 ST. PAUL, MN””

Niente tour ma una grande sorpresa nel 2021… parola di Springsteen!

Nessun tour fino al 2022, ma aspettiamoci una “grande sorpresa” da Springsteen nel 2021. L’ha comunicato stesso Bruce, intervenuto la sera di Capodanno nella trasmissione “Open All Night with Jim Rotolo” di E Street Radio sul canale SiriusXM .

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“Stand With Teachers”: tutti gli highlights in un bel video

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Il video seguente presenta i momenti salienti dell’evento “Stand With Teachers” di TeachRock  che si è tenuto il 21 dicembre, comprese le conversazioni con Steven Van Zandt e Tom Morello, nonché stralci delle performance di Bruce Springsteen, Eddie Vedder, Jackson Browne, Margo Price e Melle Mel. Leggi tutto ““Stand With Teachers”: tutti gli highlights in un bel video”